E’ giusto che ogni allenatore faccia, all’interno di quanto consentito dal suo mestiere anche di comunicatore, il pompiere o il capopopolo secondo le situazioni che crede di dover sistemare all’interno della propria squadre, dello spogliatoio. A volte però, pur senza mai offendere e trascendere non sto per scrivere questo, alcuni allenatori esasperano alcuni concetti al limite della normalità.
Simone Pianigiani in questa serie scudetto secondo me ha raggiunto e forse superato questo limite. Lo spiego. Partendo dalle dichiarazioni dopo gara 5, vinta all’ultimo secondo grazie ad una stoppata di Goudelock su Sutton. La prima riga, riportata sul sito dell’Olimpia Milano è questa:
“È stata una bella partita di basket. Le partite belle le abbiamo vinte tutte”.
Cioè? Quando si gioca male vincono gli altri, quando la pallacanestro è brutta la spuntano gli avversari? Oltre ad essere una frase di cattivissimo gusto e di poco rispetto verso gli avversari, bisogna ricordare a Pianigiani che in Europa in appena 10 occasioni su 30 partite evidentemente la sua squadra ha giocato belle partite diciamo così, mentre nelle restanti 20 ha perso a volte molto male. O forse gli altri possono dire la stessa cosa: le 20 belle partite che hanno giocato con l’Olimpia Milano le hanno vinte gli avversari europei. Insomma è un modo un pò complicato di vedere le cose che espone l’allenatore e la squadra a molte critiche alcune anche sferzanti.
E non è la prima volta.
Ecco cosa aveva detto dopo la sconfitta di gara 3 a conferma che secondo lui con Trento a Trento non si gioca a pallacanestro:
“Le partite le vedete, le analisi le potete fare voi io posso lavorare sulla mia squadra. Dobbiamo imparare a vincere le partite anche quando non si gioca a pallacanestro, a giocare nella tonnara. Questo ci serve imparare per portarne via una di qui.
I due falli di Goudelock? Mi va bene che qualcuno faccia fallo se significa stare nella gara, provarci. Il suo vero nervosismo è stato in attacco: hanno messo Sutton su di lui quindi arrivare sotto è più difficile, c’erano però degli spazi di 1 contro 1 da attaccare, lì dobbiamo essere più bravi. Ho detto ai miei giocatori che lo scorso anno l’ultima partita a Trento fu 32 tiri liberi a 12 per i padroni di casa e dovevamo invertire questo dato, non ci siamo riusciti”.
Ecco l’ultima frase è la più giusta: noi che siamo la squadra più forte, più grossa, più lunga del campionato non ci siamo riusciti. Perchè? Di chi la responsabilità? Farsi una domanda e darsi una risposta coach…Presunzione ed affermazione del carattere ed orgoglio di essere Milano va benissimo ma spocchia e denigrare il gioco degli avversari no.
E poi sempre a lagnarsi dell’assenza ora di quello ora di quell’altro giocatore o di un fischio arbitrale. Lui? Allenatore dell’Olimpia Milano, la squadra che ha 14 o 15 giocatori e che quelli in tribuna giocherebbero titolari in ogni altra squadra della serie A? Per carità ogni atleta ha un peso specifico diverso secondo il gruppo nel quale gioca, ma insomma Pianigiani, piangere per un’assenza…Trento non ha Flaccadori che in termini di importanza per coach Buscaglia voglio dire…Eppure non ho sentito un fiato da lui. Piangere per le direzioni arbitrali? L’allenatore della squadra che ha il massimo rispetto in Italia perché negli anni se lo è guadagnato sul campo grazie a dirigenti, allenatori e giocatori di livello straordinario?
Chiusura. Guarda caso sulla questione Trento gioca-non gioca una bella pallacanestro, proprio il suo playmaker e capitano, Andrea Cinciarini, ieri sera subito dopo la fine della partita, intervistato da Rai Sport ha detto:
“Trento gioca davvero molto bene e non è solo mani addosso, tutt’altro, hanno talento, giocano una bellissima pallacanestro”.
Ooops coach Pianigiani invece di piangere e di dire prima che siete più belli e più bravi sarà il caso di vincere qualcosa?
La Coppa Italia l’ha vinta Torino, in Eurolega penultimi in stagione regolare, sù armatevi e vincete questo campionato se siete più forti di Trento. Ed impari sig. coach Pianigiani a vincere con signorilità, gli anni di Siena…Ormai sono un ricordo molto lontano.
Eduardo Lubrano