Data | Risultato | ||||
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09/06 03:08 | CLEVELAND CAVALIERS | 85-108 | GOLDEN STATE WARRIORS | ||
SERIE: 0 : 4 25:34, 52:61, 65:86 |
Non c’è partita in gara-4 tra Cleveland e Golden State, che vince il terzo anello negli ultimi quattro anni, condannando LeBron James alla sesta sconfitta alle Finals in carriera. Kevin Durant votato MVP delle Finals a sorpresa, nonostante i 37 punti di Steph Curry per il 108-85 finale.
Se gara-3 era stata la fotocopia della partita dello scorso anno, gara-4 delle NBA Finals 2018 è stata tutto il contrario: i Golden State Warriors questa volta non hanno abbassato la guardia e hanno chiuso il cappotto ai danni dei Cleveland Cavaliers dominando dall’inizio alla fine, vincendo senza alcuna discussione il sesto titolo della loro storia, il terzo negli ultimi quattro anni, il secondo in fila. Un successo che porta la firma di Steph Curry, che con i suoi 37 punti non è però riuscito a vincere il primo titolo di MVP delle Finals della sua carriera, andato invece di nuovo – un po’ a sorpresa – a Kevin Durant. KD ha chiuso la sua gara-4 con una tripla doppia da 20 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, ma è sembrato anche lui piuttosto imbarazzato nel ricevere il premio dalle mani di Bill Russell, andando quasi a “scusarsi” con Curry dopo l’intervista di rito sul palco. Al di là del premio di MVP, tutti i membri della squadra hanno dato il loro contributo, dai 10 punti tutti nel terzo quarto di Klay Thompson passando per i mattoncini portati da Draymond Green (9 punti e 9 assist), Andre Iguodala (tre triple nel primo tempo), JaVale McGee (decisivo nel terzo quarto) e tutti gli altri giocatori andati a referto con almeno un canestro a testa nella parte competitiva della partita. Per “parte competitiva” si intendono i primi tre quarti, visto che l’ultimo — pur vedendo in campo buona parte dei titolari — non ha avuto alcuna storia, con gli Warriors sempre avanti di almeno 20 punti e in controllo delle operazioni senza mai rischiare. Merito del solito terzo quarto da 25-13, chiudendo una stagione in cui i campioni in carica hanno battuto gli avversari di ben 524 punti nei loro tremendi terzi parziali, lasciando ancora un po’ di più il loro marchio su questa era del basket NBA. Golden State ha avuto un solo momento si sbandamento nel corso del secondo quarto subendo il sorpasso dei Cavs sul 39-38 dopo aver chiuso il primo quarto in vantaggio di 9, ma da lì in poi hanno ripreso il controllo delle operazioni sfruttando le tantissime situazioni di 4 contro 3 concesse dalla difesa di Cleveland, talmente preoccupata da Steph Curry (senza peraltro riuscire a fermarlo) da concedere canestri al ferro non contestati in quantità industriale.