Meritata. Sofferta. Strappata. Per questo ancora più bella. La decima Coppa del Real Madrid – 85 ad 80 sul Fenerbahce nella finale dell’Euroleague 2018 a Belgrado – è il frutto di una partita preparata perfettamente da Pablo Laso e dal suo staff ed eseguita in campo ancora meglio dai giocatori con la maglietta bianca.
E’ il frutto del lavoro dei grandi spagnoli esperti come pochi altri nel Continente – Llull, Fernandez, Reyes – di un giovane emergente ma di grandissime prospettive come Luka Doncic – di americani non stelle di primissimo livello ma di straordinario impatto sulla squadra e meravigliosamente utili al sistema – Thompkins e Taylor in particolare – e di alcuni giocatori che hanno recitato un ruolo da primi attori forse difficile da immaginare ad inizio stagione come Ayon e Tavares. E di due tiratori affidabili e letali come Carroll e Causeur, perfetti terminali offensivi.
Di contro c’è stato un Fenerbahce al quale tutto è andato male perché tutti i protagonisti attesi hanno giocato male perché forse non era la serata giusta e perché le gabbie difensive predisposte dal Real hanno funzionato benissimo. Quella su Dixon al quale non è stato permesso di fare quel che aveva fatto con lo Zalgiris; quella su Datome indaffarato tra la fase difensiva e quella offensiva senza riuscire ad esprimersi nè da una parte nè dall’altra; particolare quella su Vesely che tra l’altro di suo ha sprecato troppo. L’unico davvero splendente nella triste serata turca è stato Nicolò Melli che ha sempre suonato la carica ed ha combattuto fino al termine: il suo tabellino recita 28 punti con 7 su 10 da due, 4 su 6 da tre, 2 su 3 ai liberi e 6 rimbalzi ed una presenza in campo davvero importantissima. Con lui solo Brad Wanamaker ha cercato di fare qualcosa ma è stato davvero molto poco per un’orchestra come quella della formazione di Obradovic abituata a suonare tutta insieme. Gli altri se c’erano coach Zeljko li starà ancora cercando.
Due quarti di sostanziale equilibrio con Doncic a segnare i primi 6 punti del Real nella partenza sprint del Fener 6 ad 11 dopo 5 minuti poi Ayon a tenere botta fino al sorpasso firmato dalle triple di Llull e Fernandez in chiusura di quarto, 21 a 17 per gli spagnoli. Meglio il Fener da due, meglio il Real da 3 ma è un’illusione.
Seconda frazione con Tavares e Fernandez che spingono il Real fino al 27 a 20 poi si scatena Melli con 9 punti: una tripla, una penetrazione con passo di incrocio, una schiacciata a chiudere un contropiede, un tiro frontale. Poi Datome e quando siamo a meno 5’44 i turchi sono a meno uno, 29 a 28 con time out di Laso. Carroll Tavares e Thompkins ripartono, 35 a 30 ma il Fener è rientrato comunque bene dalla sospensione e grazie a Melli, ancora!, e Wanamaker questa volta non solo pareggia ma supera con i liberi dell’americano, 35 a 37 con 1’06” da giocare. Botta e risposta da tre fra Carroll e Sloukas e si va al riposo lungo sul 38 a 40. Sarà l’ultimo vantaggio del Fenerbahce.
Perché all’inizio del terzo quarto arriva il parziale che decide il corso della finale. Lo firmano C&C+A in un minuto e 10″: Carroll-Causeur ed Ayon fanno 7 a 0, 45 a 40. Il Real prende decisamente in mano la partita e nonostante il solito Melli faccia pentole e coperchi non c’è più niente da fare. Perché Tavares è alto 2metri e 20 e sarà anche lento ma tocca tutti i palloni importanti, ha mani educate nei passaggi, fa cambiare tutte le parabole di tiro anche perchè chi arriva nel pitturato spagnolo è già affaticato dalla difesa individuale attenta degli spagnoli e spesso lancia palloni più che tirare. Reyes d’esperienza si iscrive a referto, Cauesur mette una tripla facile mentre Wanamaker fra canestri in penetrazione e liberi tiene i Campioni d’Europa del 2017 a galla ma sempre in affanno. Torna in campo Luka Doncic e si capisce perché è stato eletto MVP della stagione. Una tripla, un canestro da due e da qui in avanti una serie di falli subiti con tiri liberi che hanno tagliato le gambe al Fener. Il quarto si chiude con l’ennesimo strappo di Madrid, 63 a 55.
Quando cominciano gli ultimi dieci minuti, i due coaches mettono in campo i migliori tiratori da tre, ma è ancora Melli a dare qualche speranza ai turchi con la tripla del 66 a 61. Poi però Veselj commette uno sciocco antisportivo su Doncic…dal quale i turchi ricavano i due liberi dello sloveno, 68 61, e sulla seguente rimessa una tripla di Carroll, 71 a 61 con 6 minuti per la sirena finale. Non è finita ma quasi. Wanamaker e Melli segnano ancora ma Thompkins e Doncic dalla lunetta fanno il loro dovere e quando anche Tavares ad 1’50” fermato da Melli prima di una comoda schiacciata ne mette due su due di liberi – lui che in stagione ha tirato col 61% per cento – nella panchina del Real qualche sorriso meno tirato appare. Però…però è 75-69 e ci sono ancora Wanamaker e Datome che in un attimo fanno 78-71 e poi è 80 a 75 col quinto fallo di Doncic sull’americano. Ed ecco il thrilling che non può mancare: a 22 secondi nell’unico movimento fatto bene Alì/Dixon si libera e tira da tre. La palla va dentro 81-78. Tutto riaperto. La panchina del Fener ordina fallo e Causeur va in lunetta, incredibile ma vero fa 0 su 2 ma Thompkins è in agguato e dimenticato dalla difesa turca segna in tap in il canestro decisivo. Di là Melli segna da sotto ed è ancora meno 3 Fener 83 ad 80 a 12 “. Allora i turchi ci riprovano e rimandano Causeur in lunetta ma il francese fa un doppio capolavoro: prima fa due su due e poi va a stoppare Sloukas nell’ultima disperato tentativo. E’ il trionfo.
Eduardo Lubrano