La Virtus Roma è partita mercoledì 2 maggio nel pomeriggio, alla volta di Roseto degli Abruzzi, per avere tutta la calma del mondo in vista della seconda gara del primo turno di play out con i Roseto Sharks. La prima l’ha vinta la Virtus di coach Bucchi ma è come se non contasse nulla. Nel senso che la partita da vincere a tutti i costi è quella di giovedì sera dalle 21 al Pala Maggetti. Vinta quella la salvezza diventerà cosa fatta ed allora si potrà pensare alle vacanze prima ed al futuro poi.
Insomma bisogna andare lì a giocarsela senza pensare che magari domenica a Roma c’è la bella perché sarebbe un errore – l’ennesimo – imperdonabile di questa stagione di questa squadra. La bella è una magia che non comanda nessuno e come tale è pericolosissima. Bucchi è troppo esperto per cadere in questa trappola e per farci cadere i suoi giocatori ma ci sono gli avversari che in casa loro vogliono fare bella figura, riescono, ed è proprio il caso degli Skarks di Roseto, a tirar fuori qualche energia in più che fa colmar loro qualche gap tecnico-tattico con avversari più forti di loro. Come lo è la Virtus mediamente, come si è visto domenica scorsa a Roma.
Servirà che la squadra di Roma difenda un pò forte dall’inizio ed anche molto meglio dei primi due quarti di quattro giorni fa. Servirà che oltre ai due americani e Landi, qualcun’ altro dei giocatori a roster virtussino si iscriva al referto della partita perché non sempre si possono fare 91 punti con il super contributo di soli tre giocatori. E perché certamente la difesa di Roseto cercherà di arginare lo strapotere tecnico e fisico di Thomas e Roberts ed il raggio di tiro di Landi. Ma ovviamente anche Roma ha tratto indicazioni su come evitare le penetrazioni centrali che nel primo tempo le hanno fatto male, i tiri da tre da metà campo di Contento che hanno tenuto gli Sharks a contatto fino a due minuti dal termine di gara 1 eccetera, eccetera.
Tanto che Piero Bucchi nel presentare la partita della sua squadra, parla proprio di questo, anche se non in modo aperto: «Tra una gara e l’altra si cerca di migliorare qualche errore che ha magari facilitato alcune cose agli avversari e allo stesso tempo cambiare degli aspetti in modo da presentarci con una faccia leggermente diversa, come è normale in una serie di playoff o playout che sia. In gara-1 non ho avuto particolari sorprese, è stata la partita che mi aspettavo anche dal punto di vista degli errori che potevamo fare, ed è sicuramente su questi errori che abbiamo lavorato principalmente in vista di gara-2. Il fatto di giocare su un campo molto caldo, con tanti tifosi, è una cosa che alla fine esalta i giocatori avversari, quindi credo sia bello anche per la nostra squadra giocare in un’atmosfera simile, un pubblico sì caldo ma anche molto corretto per quelle che sono state le mie esperienze su quel campo, è sicuramente di stimolo a giocare meglio anche per gli avversari»
Eduardo Lubrano