Pesaro, 22 aprile 2018 – In una partita quasi da ultima spiaggia per la volata salvezza, la Vuelle lascia via libera alla Red October, riuscendo a lottare per solo un quarto per poi cedere desolatamente nei rimanenti tre quarti, in una maniera sinistramene simile a quello che si è visto contro Trento.
Come contro i trentini la Vuelle ha infatti alzato bandiera bianca senza apparentemente lottare, ma forse è più giusto dire che, come in quell’occasione, l’avversario aveva semplicemente mezzi e talento inarrivabili per i pur volenterosi ragazzi di Galli.
Perché forse, quando mancano tre giornate alla fine del campionato, è l’ora di prendere coscienza con il fatto che troppo spesso la Vuelle ha dovuto cedere agli avversari per una semplice carenza di mezzi.
L’esordio di Braun contro Pistoia aveva fatto illudere di aver trovato una nuova “punta”, ma invece l’ala americana si sta rivelando un prezioso giocatore di complemento ma lontano da quello che serve in questo momento alla Vuelle per tirarsi fuori da una situazione ormai quasi compromessa; anche perché, con un Mika a mezzo servizio contro Cantù ed un Omogbo ormai oggetto non identificato, le alternative a Clarke oggi erano veramente troppo poche.
La Red October si conferma invece una macchina dallo straordinario talento offensivo e che, come nella partita di andata, ha confermato di avere delle qualità particolarmente indigeste per una Pesaro che, non avendo la possibilità di arginare il talento di Culpepper & co. Con le barricate, ha provato a buttarla sul fare un punto in più, con il risultato finale che è sotto gli occhi di tutti.
La Vuelle ha Mika regolarmente in campo nonostante i fastidi al ginocchio accusati in settimana, mentre la Red October presenta Ellis in quintetto base al posto dell’acciaccato Thomas e Crosariol in panchina e poi chiamato in causa già nel primo quarto dopo una lunga assenza dal parquet.
Come ci si aspettava, le squadre si sfidano da subito a viso aperto, faticando però un po’ all’inizio a trovare la mira; la Vuelle cerca di andare spesso da Mika ma alla fine è trascinata da Bertone, sicuramente a suo agio in un match in cui le difese non sono certo assillanti.
L’italo – argentino con 7 punti in meno di quattro minuti propizia il 9-8 dei padroni di casa, mentre Cantù ha le cose migliori da un sorprendente Ellis; al sesto minuto la Vuelle è ancora avanti (14-12) con un altro canestro Bertone ma poi, come è spesso accaduto in stagione, l’attacco perde di concentrazione e Cantù può avere via libera per il primo break.
Sono 9 punti quasi consecutivi di Burns, fin lì piuttosto dormiente, a mandare in fuga gli ospiti con un parziale di 11-2, prima che un canestro di Mika non fissi il risultato del primo parziale sul 18-23.
Al ritorno in campo tra gli ospiti si sveglia anche Thomas, ma Pesaro si rifà sotto con i punti delle sue seconde linee e, finalmente, con una tripla di Clarke che riporta i suoi a -1 (26-27) dopo meno di tre minuti.
La partita sembra entrare nel vivo della lotta ma a questo punto la Vuelle si affloscia, perdendo troppi palloni in attacco e concedendo a Cantù di andare in fuga con il suoi gioco preferito, fatto di tante transizioni.
Thomas e Chappell portano immediatamente la Red October sul +6 (26-32) e poi, dopo un sussulto dato dalla tripla di un encomiabile Bertone, gli ospiti dilagano con punti facili in contropiede di Ellis e Burns.
Sul 29-37 batte un colpo anche un Culpepper fin lì non pervenuto e per la Vuelle si fa notte fonda; dopo avere provato anche l’assetto con le due torri Mika ed Ancellotti, coach Galli vara anche il quintetto piccolo con Braun da ala forte, ma con magri risultati.
Pesaro ha punti solo da qualche libero di Clarke e Braun, mentre la Red October si esalta con Thomas e con un canestro finale di Culpepper che manda le squadre all’intervallo sul massimo vantaggio dei canturini (34-51).
Al rientro in campo la Vuelle prova per forza di cose la rimonta affidandosi ad un quintetto “all-white”; coach Galli rinuncia per tutto il quarto ad Omogbo, lanciando in campo al suo posto Serpilli con Ancelotti, Braun, Clarke e Bertone.
L’atteggiamento non è in effetti quello del secondo quarto e dopo poco più di un minuti coach Sodini deve subito chiamare time out, spaventato dal parziale di 5-0 firmato da Clarke e Braun; la reazione di Pesaro è però più nervosa che lucida e infatti, esauritasi la spinta data da un paio di triple ignoranti di Clarke, la Red October ritorna a prendere il largo.
La Vuelle riesce ad evitare i contropiede degli avversari e riesce a riportarsi anche sotto la doppia cifra di svantaggio, mentre la partita si fa più fallosa, con numerosi viaggi in lunetta dei giocatori delle due squadre; Pesaro però sbaglia troppi tiri da tre ed anche qualche tiro libero, mentre la Red October, passato qualche momento di sbandamento, riesce a chiudere il terzo quarto sul +15 (52-67), con i punti di Smith, ma soprattutto del killer silenzioso Chappell.
Con dieci minuti ancora da giocare la partita non sarebbe neanche chiusa, ma la Vuelle fa troppa fatica a segnare con qualcosa che non sia un’invenzione di Clarke, mentre nell’ultimo quarto la Red October torna a trovare punti relativamente facili in transizione.
Dopo meno di tre minuti i padroni di casa sono nuovamente sul -10 (61-71), grazie anche ad Ancellotti, ma poi dopo il time out chiamato da Sodini, gli ospiti tornano addirittura a +18 (61-79) con uno spettacolare gioco da tre punti di Culpepper ed una tripla di Smith che, di fatto, chiudono il match.
Gli ultimi minuti sono pura accademia per gli ospiti, con Sodini che manda in campo le seconde linee e la Vuelle che riesce a rendere meno pesante il disavanzo, riuscendo a chiudere su un -10 finale (82-91) che non appare veritiero, vista la sensazione di impotenza trasmessa in campo.
Dopo la sirena finale per Pesaro le buone notizie arrivano da fuori del campo, con il sollievo dato dalla sconfitta interna della diretta rivale Capo d’Orlando; anche per Cantù, però, la giornata sorride, visto che alcune dirette concorrenti come Bologna e Sassari hanno perso e la vittoria di oggi sembra un bel passo in avanti verso la post – season.
Victoria Libertas Pesaro – Red October Cantù 82-91
Parziali: 18-23; 16-28; 18-16; 30-24
Progressione 18-23; 34-51; 52-67
Mvp: in un attacco della Red October in cui tanti giocatori sono andati in doppia cifra, il nostro personale mvp va a chi si è mantenuto più continuo sui quaranta minuti, ovvero quel Jeremy Chappell che, mentre arrivavano le fiammate di Burns, Smith & C, portava a casa silenziosamente 17 punti con 67% al tiro con 5 rimbalzi
Wvp: con 10 punti ed 8 rimbalzi per un 22 di valutazione complessiva, Omogbo sembrerebbe aver disputato una partita più che discreta ma, come avvenuto spesso nel recente passato, le statistiche dell’ala di origine nigeriana sono state “aggiustate” a partita finita, mentre prima era stato anche a lungo “panchinato” dal suo coach, vista la sua ormai perdurante incapacità di poter incidere nelle partite
Spogliatoi
Galli: bisogna riconoscere i meriti di Cantù, che è oggettivamente una squadra superiore a noi, ma oggi c’è comunque rammarico per come abbiamo mollato subito alle prime difficoltà emerse nel secondo quarto; dopo abbiamo provato a reagire ma non siamo mai riusciti a mettere seriamente in difficoltà la Red October. Mancano comunque tre partite alla fine e, anche se a questo punto non dipende più da noi, dobbiamo continuare a crederci, a patto però di avere un approccio diverso alla partita, perché anche oggi ho visto che più di un giocatore ha avuto un atteggiamento emotivo sbagliato e francamente difficilmente spiegabile. Purtroppo Ceron ed Omogbo stanno attraversando da tempo un periodo difficile e dobbiamo fare tutto il possibile per recuperarli, perché ci servono ed a questo punto del campionato non ha senso rinunciare a loro
Sodini: temevo molto l’approccio dei miei contro una squadra che, oggettivamente, è inferiore a noi ed all’inizio di un ciclo di partite che ci vedono affrontare quattro squadre con un record peggiore del nostro. Non sono completamente soddisfatto della prova dei miei, visto che in diverse occasioni non hanno mantenuto sempre la dovuta lucidità, concedendo a Pesaro di rifarsi sotto, però devo dire che nel complesso non posso che essere soddisfatto
Giulio Pasolini