Umana Reyer Venezia-Fiat Auxilium Torino 60-72 ed il solito interrogativo dopo partite del genere : dove iniziano i meriti di chi ha vinto ed i demeriti di chi ha perso? Perché la partita è stata brutta, condita da 90 errori complessivi su 135 tiri a canestro delle due squadre. Alcuni dei quali davvero clamorosi dal punto di vista tecnico.
In questo caso però ci si può sbilanciare ed affermare che Venezia non ha giocato affatto la gara che ha approcciato come le capita spesso in Coppa Italia in modo completamente sbagliato ed ha proseguito a giocarla male salvo tre minuti del terzo quarto nei quali è sembrata potersi riavvicinare nel punteggio, per poi condannarsi da sola con una serie di errori ai liberi davvero inconcepibile per una formazione del suo livello.
Primo quarto la partenza di Torino è quella dei giorni migliori con Garrett, Mbakwe ed il nuovo arrivato Vander Blue a far canestro da ogni parte ed in ogni modo, aiutati dal solito meraviglioso Deron Washington capace anche di alzare quasi da solo un muro difensivo che impedisce a Venezia di fara alcunchè, pur avendo a disposizione dei buoni tiri. Risultato incredibile ma del tutto legittimo dopo 10 minuti 4 a 21 per Torino perché se si gioca con sufficienza si raccoglie pochissimo. E questi 17 punti di vantaggio saranno per Torino un vero e proprio fortino intorno al quale la squadra di Paolo Galbiati si costruirà la difesa anche nei momenti bui.
Perché nel secondo quarto l’Umana si dà una sveglia almeno dal punto di vista offensivo, grazie soprattutto a Bramos che piazza un paio di triple importanti ed a Watt che sotto il canestro torinese fa valere tutta la sua sapienza ed il suo atletismo. Bene, 25 punti segnati per la Reyer ma anche 23 subiti così all’intervallo lungo la montagna da scalare per i Campioni di Italia è ancora lunga 15 punti con pochi segnali che facciano presagire un inversione di tendenza. Neanche la zona messa in piedi da De Raffaele sortisce effetti perché Jones la buca bene e Boungou-Colo è bravo ad inserirsi saltando l’uomo che si trova davanti. Intervallo lungo sul 29 a 44.
Terzo periodo. Veramente dieci minuti da non far vedere a nessuno per la pochissima qualità del gioco, da una parte e dall’altra. L’elastico continua con Venezia che scende a meno 13, meno 11 ma Torino che trova sempre i canestri per riallontanarsi. Anzi se una colpa in questa fase va rilevata è proprio della squadra piemontese che in una fase particolarmente sterile della Reyer non è riuscita ad approfittarne per chiudere definitivamente la gara ed ha lasciato aperto quel minimo spiraglio di speranza agli avversari. Si va all’ultimo riposo sul 46-60
Speranza alla quale i ragazzi di Venezia si sono aggrappati proprio nei due minuti iniziali dell’ultima frazione con un parziale di 8-0 che ha portato il punteggio sul 54 a 60 con Watt e finalmente – per Venezia – Marquez Haynes acceso. Washington ha stoppato il recupero veneziano, Mbakwe si è accodato e dopo un canestro ancora di Watt, l’Umana ha fatto harakiri con 5 errori su sei tentativi dalla lunetta che invece di portarla definitivamente a contatto l’hanno lasciata sul 60 a 65. Non contenta di questo spreco la Dea Bendata si è presa anche una palla scivolosa che al momento della schiacciata è volata dalle mani sicure di Watt e sul ribaltamento di fronte è finita in quelle di Mbakwe che dalla lunetta non ha sbagliato di due tiri, conseguenza di uno sciocco fallo di DeNicolao. 60 a 67 con poco più di 2′ da giocare e la sensazione chiarissima che i giochi fossero fatti. Come poi è stato. Ultima nota per le cifre di Venezia: 17/45 da 2, 6/30 da 3 e soprattutto 8/19 ai liberi.
“Ci siamo compattati e questo è il nostro redemption moment – ha sottolineato al termine il capitano coraggioso Peppe Poeta -. E’ bello riportare Torino così in alto. Una partita ben impostata e una vittoria voluta da tutti. In stagione avevamo già dimostrato di poter battere tutti”.
Eduardo Lubrano