Data | Risultato | ||||
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05/01 02:00 | ![]() |
HOUSTON ROCKETS | 114-124 | GOLDEN STATE WARRIORS | ![]() |
37:33, 63:62, 90:93 | |||||
05/01 04:30 | ![]() |
LOS ANGELES CLIPPERS | 117-127 | OKLAHOMA CITY THUNDER | ![]() |
33:30, 64:64, 97:96 |
Senza due candidati MVP, i Golden State Warriors hanno la meglio sugli Houston Rockets 124-114 grazie ai 57 punti in coppia di Curry e Thompson e la 21^ tripla doppia in carriera di Draymond Green. Ai Rockets non bastano 87 punti del trio Gordon-Paul-Green, con quest’ultimo autore di 8 triple e confermato fino a fine stagione.
Anche senza due stelle del calibro di James Harden (la cui assenza era prevista) e Kevin Durant (assente per un problema al polpaccio destro), la seconda sfida stagionale tra Houston Rockets e Golden State Warriors ha avuto molto da raccontare. Alla fine i campioni in carica sono riusciti a vendicare la sconfitta nella prima gara dell’anno grazie alla forza delle tre stelle rimanenti in campo: Steph Curry ha chiuso come miglior marcatore tra gli ospiti con 29 punti a cui ha aggiunto anche 9 rimbalzi e 5 assist; Klay Thompson ne ha aggiunti 28 grazie a un ottimo 6/9 da tre; Draymond Green ha firmato la tripla doppia numero 21 della sua carriera con 17 punti (con 5/9, 12^ volta che succede con meno di 10 tiri tentati), 14 rimbalzi e 10 assist, prendendosi il primo posto solitario nella storia della franchigia superando Tom Gola. Soprattutto, Green ha confermato la regola secondo la quale i suoi Warriors non perdono mai quando lui va in tripla doppia: questo successo, arrivato sul campo della principale rivale della Western Conference, è il 16° in trasferta per i “Dubs”, che lontano dalla Baia hanno perso solo tre partite (mentre curiosamente ne hanno lasciate cinque per strada tra le mura amiche). Oltre a loro tre ci sono stati altri tre giocatori in doppia cifra: David West con 12 e 6/7 dal campo; Nick Young con 11 (3/5 da tre) e Andre Iguodala con 10 e 8 assist, al rientro dopo una gara saltata per tenere a riposo schiena e anche doloranti. Questa vittoria – peraltro nella seconda serata di un back-to-back in trasferta – è anche un messaggio alla principale rivale della conference, che dopo aver fatto corsa di testa per qualche settimana e aver parlato apertamente di come gli Warriors siano “un’ossessione”, si trova ora a tre gare piene di distanza in classifica. Una distanza difficile da colmare quando i campioni in carica possono fare a meno di uno come Kevin Durant segnando comunque 124 punti con 35 assist su 48 canestri segnati.