Va bene, mi adeguo alla moda che vuole che alla fine dell’anno si traccino bilanci e consuntivi. Dal mio punto di vista di osservatore della cose della pallacanestro italiana non sono molte le cose buone da ricordare in questo 2017. Il ritorno della Reyer Venezia sul tetto della Serie A maschile dopo tantissimi anni, la prima volta assoluta di Lucca su quello della Serie A femminile, che hanno spezzato l’egemonia delle solite note.
Il secondo posto dell’Under 19 maschile ai Mondiali di categoria, l’oro della Nazionale Sindrome di Down agli Europei e il bronzo della Nazionale Femminile Sport Sordi alle Deflympics. Questi sono stati lampi nel buio di un movimento che perde pezzi giorno per giorno.
Perchè in Europa tanto sportivamente quanto politicamente il nostro basket non conta nulla ma sa solo vociare in modo sempre più flebile e sconclusionato. Lo dimostra la polemica di questi ultimi giorni dell’anno tra Federazione e Lega sulla questione stranieri. Io non credo alle società che propongono di pagare una “luxury tax” quando non fanno altro che piangere miseria quindi penso che sotto sotto – come è costume del nostro Pese – abbiano già escogitato il sistema per aggirare una norma da loro stesse proposta. Ma non credo nemmeno ai progetti della Federazione per incentivare la crescita e la presenza in campo dei giovani italiani perché sono decenni che la Fip vocifera di fare questo e quello ma poi tutto naufraga in una serie di leggine e regole inutili che non hanno prodotto nulla. Anzi. Ed i numeri, non io, lo dimostrano sin troppo chiaramente.
Inutile anche dire che sarebbe ora che qualcuno si mettesse seriamente a ragionare di queste cose perché finchè rimarrà questo tipo di mentalità orientata a mantenere questo stato di cose con le quali tutti guadagnano perché zappano nel loro orticello, nessuno avrà mai interesse a fare qualcosa per il bene comune. Forse il punto più basso deve ancora essere toccato: se tutti sono contenti che la gente affolla i palazzetti, che le partite vengono viste da una media di 100.000 persone…sulla Rai e su Eurosport da numeri soddisfacenti (meno che c’è Eurosport con la sua qualità sia chiaro) allora vuol dire che nessuno si rende conto di cosa sta parlando.
Siamo e rimarremo uno sport di nicchia apprezzato solo dagli addetti ai lavori e da quei pochi che guardano gli stranieri. Ma dimentichiamoci di avere dignità, Europei, Mondiali, Olimpiadi. Questi avvenimenti li giocheranno gli altri. Quelli che sanno fare le cose per bene.
Noi di All-around pur essendo parte di questo movimento siamo soddisfatti del lavoro che stiamo facendo. Le risposte che otteniamo giorno per giorno da chi ci legge ci piacciono e ci aiutano ad andare avanti. Abbiamo anche noi i nostri progetti ed i nostri buoni propositi per il 2018. Ma invece di annunciarli preferiamo metterli in pratica o quanto meno provarci, un pò alla volta ed adeguarli a quello che i nostri lettori ci dicono volta per volta. E’ faticoso ma non ci lamentiamo siamo in campo e ci piace giocare.
Buon anno a tutti
Eduardo Lubrano