Il Presidente della LBA Lega Basket Serie A Egidio Bianchi ha tenuto una conferenza stampa per presentare i primi dati della stagione ma soprattutto per esporre il progetto strategico di rinnovamento del basket italiano
(la conferenza stampa integrale è disponibile sul canale YouTube della Lega Basket al seguente indirizzo https://youtu.be/BEYWZU4FPCw):
“Ho condiviso la necessità di questa conferenza stampa con i 16 Club di Serie A che mi consente di effettuare un breve resoconto di questo scorcio di stagione e, dall’altro, per presentare il progetto che come LBA abbiamo elaborato e proposto per un confronto al Presidente della FIP Petrucci. Dico anzitutto che le polemiche relative alla capienza dei palasport e sulla eleggibilità non aiutano chi, come la Lega, sta cercando di vendere sempre meglio il proprio prodotto, attraendo nuovi investitori, nuovi sponsor e lascia all’opinione pubblica un’idea di perenne conflittualità che fa passare in secondo piano, invece, un inizio di stagione molto positivo. Io preferirei anzitutto concentrarci su dati che ci parlano di un pubblico in leggero aumento nei palasport e di una conferma di importanti dati di ascolto televisivi con la Rai che si attesta ormai stabilmente su una media di oltre 100.000 spettatori mentre per quanto riguarda la tv a pagamento Eurosport i dati tv migliorano quelli conseguiti in precedenza da SKY. Ma vorrei soffermarmi soprattutto sui dati conseguiti dalla piattaforma di Eurosport Player, attraverso la quale abbiamo inaugurato quella che io ho definito una svolta epocale: ad oggi, purtroppo, non posso comunicare i dati ufficiali, dal momento che la Direzione di Eurosport ha stabilito che saranno oggetto di una conferenza stampa specifica congiunta, ma che sono stati definiti dalla stessa Eurosport “eccellenti e di grande soddisfazione, oltre le aspettative”. Ma soprattutto ed è quello che ci interessa particolarmente, il dato più incoraggiante è il target dei sottoscrittori, che sono soprattutto giovani e ci permettono di avviare quel processo di ricambio nel nostro pubblico del basket, di interessare nuove generazioni, dare nuova linfa a questo sport”.
UNA STRUTTURA PER MONITORARE LA SITUAZIONE ECONOMICA DEI SINGOLI CLUB
Bianchi ha poi proseguito illustrando il progetto di Lega
SOCIETA’ FRANCHIGIA:
“Il secondo punto del progetto è la creazione delle cosiddette Società “franchigia”. In un contesto in cui la Serie A2 dovrebbe diventare sempre più un vero campionato di Sviluppo, la proposta della Lega ipotizza l’introduzione di una nuova fattispecie, che superi la logica delle Società satelliti ed in cui un legame di partecipazione fra una società di Serie A ed una di Serie A2 consenta una gestione di strategie condivise e un potenziale interscambio fra i 2 Club”.
ELEGGIBILITA’ MA NON SOLO:
“I punti successivi del progetto – ha proseguito Bianchi – da considerare nel loro insieme sono eleggibilità, premialità, settori giovanili e giovani di serie. Fra questi argomenti viene sempre e solo estrapolato il tema dell’eleggibilità, ma l’utilizzo che se ne fa diventa strumentale e non collegato all’ipotesi organica complessiva. Il principio ispiratore della proposta è quello che non sono le regole protezionistiche che impongono un numero minimo di italiani a referto a fare crescere il loro minutaggio o ancora di più a creare nuovi talenti quanto piuttosto l’introduzione di un sistema che introduce il principio per cui la libertà di tesseramento passa attraverso un esborso finanziario che vada a beneficio di chi fa giocare gli italiani, stabilendo finalmente il principio che chi fa giocare gli italiani guadagna. Per spingere i club a far giocare di più gli italiani e al contempo investire nello sviluppo dei vivai, nella nostra proposta è stata prevista un’articolazione di interventi in termini di premialità, sviluppo dei settori giovanili e salary cap per i giovani di serie. Per fare tutto questo – ha continuato Bianchi – abbiamo bisogno di risorse finanziarie ed è su questo aspetto che abbiamo stimolato la Federazione: per alimentare questi ambiti di sviluppo vero del movimento servono risorse, che nel nostro progetto abbiamo individuato da una parte nella luxury tax per ogni straniero supplementare e dall’altra nei contributi NAS dei giocatori non formati su cui abbiamo avanzato alla Fip una proposta precisa, chiedendo di rimettere a disposizione del sistema l’intero valore di questi contributi. Questi due aspetti, combinati insieme, possono costituire un monte risorse capace di spingere i club a puntare sempre di più sul prodotto italiano. Quanto alla eleggibilità siamo partiti da una analisi della situazione attuale in cui per anni i club hanno avuto comunque a disposizione, insieme al 5+5, anche la formula del 3 extra più 4 comunitari più 5 italiani (dunque teoricamente anche 7 stranieri). Il nostro primo obiettivo resta quello di eliminare l’abominio della distinzione dei passaporti, che non ha alcuna ragion d’essere. Stante la formula attuale, ma senza vincoli di passaporti, crediamo realisticamente che una base d’accordo con la Fip si possa trovare su una ipotesi che preveda 6 stranieri (senza distinzione di passaporto) e 6 italiani, mantenendo comunque la possibilità per i club di tesserare due ulteriori stranieri pagando una luxury tax. In questo modo si diminuirebbe il numero di stranieri di una unità a beneficio di una ulteriore unità per gli italiani, mantenendo sempre il principio che chi intende tesserare più stranieri è sottoposto ad un esborso economico, che vada ad alimentare le risorse per premialità e settori giovanili.
CAPIENZA DEGLI IMPIANTI:
“Per ciò che riguarda gli impianti – ha dichiarato Bianchi – sono sorpreso dalle dichiarazioni del Presidente Petrucci in merito alla capienza che salirà a 5.000 da questi play off. Non abbiamo risposto alla mail inviata dal Segretario Generale della Fip Bertea il 7 novembre semplicemente perché esiste una delibera dello stesso Consiglio Federale alla quale non possiamo che attenerci. Quanto ad eventuali deroghe, dal momento che la Federazione non ha previsto alcun criterio, come Lega nel documento di progetto abbiamo specificato che le deroghe andrebbero concesse solo “a progetti che abbiano fattibilità tecnica acclarata, copertura finanziaria definita e sostenibile e presentati per valutazione agli uffici competenti dei Comuni interessati”. Ribadiamo comunque che non dobbiamo porci soltanto il problema della capienza quanto delle condizioni degli impianti di Serie A, del loro ammodernamento e miglioramento per permettere agli spettatori una sempre miglior fruibilità dello spettacolo basket. Aumentare semplicemente la capienza, senza affrontare i problemi strutturali dei nostri impianti, non migliora lo spettacolo che è quello a cui noi puntiamo. Il problema va piuttosto inserito in un piano almeno pluriennale nel quale coinvolgere anche il Credito Sportivo e le Istituzioni Centrali e Locali. Questi sono aspetti indispensabili da considerare per non lasciare sulle spalle dei club un problema che da soli non possono certo risolvere: come è noto la maggioranza degli impianti non è di proprietà dei club, ma dei Comuni e il loro adeguamento va concordato con le istituzioni, considerando le singole situazioni. Questi sono gli argomenti su cui vorremmo continuare il nostro confronto con la FIP, senza polemiche ma anche stabilendo finalmente i rispettivi ruoli: alla Lega di Serie A e ai suoi club spetta sì il compito di contribuire allo sviluppo di nuovi talenti in grado di alimentare la Nazionale, ma anche quello di fornire uno spettacolo che attragga nuovi appassionati da un lato e nuovi investitori dall’altro.
MAGGIORE AUTONOMIA E GESTIONE DEGLI ARBITRI:
Bianchi ha poi chiuso con un riferimento che il Presidente Petrucci ha fatto in occasione dell’ultimo incontro tra Fip e Lega circa la possibilità di una più ampia autonomia da riconoscere alla Lega.
“Proprio seguendo questo stimolo – ha detto Bianchi – ho avuto nei giorni subito successivi un incontro con il Segretario Generale della Fip Bertea, durante il quale abbiamo avviato un confronto sui contenuti, a cominciare da una possibile gestione diretta degli arbitri e della giustizia sportiva, come già avviene nelle maggiori leghe di riferimento a partire da quella spagnola. Io credo che, se la volontà fosse davvero quella di un ridisegno complessivo delle rispettive competenze, avremmo una straordinaria possibilità di diventare modello di riferimento anche per gli altri sport e per questo la mia proposta è quella di creare sin da subito un gruppo di lavoro che analizzi l’attuale e disegni una conformazione futura, per la quale indubbiamente sarebbe necessario tempo e conseguente strutturazione ed in cui la Lega si occupi dello sviluppo del basket di vertice e la Federazione si occupi di sviluppare la base di questo sport. Due realtà destinate sempre a confrontarsi e ad incontrarsi, ma che devono ritagliare i propri ambiti”.
LA RISPOSTA DELLA FIP
A seguito dell’odierna conferenza stampa tenuta dal presidente della Legabasket Serie A Egidio Bianchi, la Fip intende ripercorrere lo sviluppo recente dei rapporti tra la stessa Fip e la Lega.
Innanzitutto giova ricordare come lo Statuto federale preveda che la Legabasket Serie A, che negli ultimi anni ha visto avvicendarsi diversi presidenti ed un general manager, agisca solo ed esclusivamente su delega e riconoscimento della Federazione Italiana Pallacanestro. Delega che lo scorso anno per sei mesi, da marzo a settembre 2016, era stata revocata dalla Fip.
Nel 2017, allo scadere della convenzione firmata anni prima dagli allora presidenti Fip-Lega Dino Meneghin e Valentino Renzi, la Federazione su esplicita richiesta della Lega prorogò di un anno l’accordo sull’eleggibilità con la promessa, da parte dell’associazione delle società del massimo campionato, che sarebbe stato presentato un ampio progetto di ristrutturazione della stessa Lega.
Nel mese di giugno 2017 la Legabasket ha presentato uno studio che prevedeva l’ampliamento del campionato di Serie A a 20 squadre con il blocco delle retrocessioni. La Fip, considerato l’alto numero di squadre partecipanti al campionato di A2, ha deliberato che con un piano pluriennale si arrivi a due promozioni e due retrocessioni.
Nel mese di novembre dell’anno ancora in corso, la Legabasket Serie A ha presentato alla Fip un nuovo progetto, che prevede tra le altre cose la possibilità di ingaggiare anche dodici giocatori stranieri dietro il pagamento di una cosiddetta “luxury tax”.
Sempre quest’anno, durante il Consiglio Federale dello scorso aprile, la Fip ha deliberato che le gare dei playoff del campionato in corso siano disputate in impianti con capienza minima di 5.000 posti a sedere, disponendo che tale regola debba essere applicata anche alle gare della regular season nella prossima stagione (2018/2019). Nonostante la Fip abbia ricordato alla Legabasket tale adempimento con una comunicazione ufficiale agli inizi del mese di novembre, nessuna risposta è mai pervenuta sull’argomento da parte della stessa Lega. Al contrario, alcune società (Venezia, Sassari e Trento) hanno preso contatto con la Fip per trovare soluzioni idonee in attesa di poter adempiere alla norma.
In ultimo, stupisce davvero il nuovo repentino cambio di rotta odierno circa l’impiego di giocatori stranieri (sei con possibilità di passare a otto dietro pagamento di una “luxury tax”).
Tale proposta arriva ancora una volta senza un preliminare confronto con la Federazione.
Nel corso del Consiglio Nazionale CONI dello scorso 19 dicembre, il presidente Fip Giovanni Petrucci ha rimarcato l’eccessivo impiego di giocatori stranieri nel nostro campionato ricevendo dal presidente CONI Giovanni Malagò esplicito impegno di appoggio alla linea federale per la tutela del patrimonio nazionale.
Nel contempo la Fip sta studiando un progetto sull’impiego di giocatori italiani e attività giovanile che nelle prossime settimane verrà portato all’attenzione dell’associazione giocatori e delle altre parti interessate.
La Fip, con rammarico, è però costretta a registrare l’impossibilità di confrontarsi con la Legabasket Serie A su temi più ampi delle contingenze del momento e su un piano che coinvolga in toto il sistema basket.
Ufficio Stampa Fip