Pesaro, 17 dicembre 2017 – Si può uscire delusi da una sconfitta giunta al termine di una partita in cui non si è mai stati in svantaggio ed in cui si è toccato il +23 già nel primo quarto? La risposta, alla luce dell’incredibile match visto questo pomeriggio all’Adriatic Arena tra Vuelle Pesaro e Sidigas Avellino è sì e, nel caso specifico, sono i padroni di casa a dover recriminare per non essere riusciti mai a concretizzare una rimonta che avrebbe avuto del clamoroso ma che, nel finale, sembrava veramente a portata di mano per i padroni di casa.
E’ stata in effetti la classica partita dai due volte in cui all’inizio Avellino ha letteralmente scherzato gli avversari e poi, dopo i due quarti centrali interlocutori in cui comunque sembrava che la banda di Sacripanti potesse gestire il vantaggio nel finale sembrava che il veemente ritorno dei biancorossi di casa potesse avere la meglio di una formazione forse un po’ stanca e sicuramente deconcentrata dai primi venti minuti troppo facili.
Non si può certo dire che Avellino non abbia meritato la vittoria, avendo condotto per tutti i quaranta minuti, ma se c’è una consolazione, seppur magra, che il pubblico pesarese può trarre dalla sfida di oggi è che quest’anno la Victoria Libertas ha un cuore (ed anche una classe in certi suoi giocatori), che non si era mai vista negli ultimi anni di sofferenze.
Ancora una volta, fatta eccezione per lo sciagurato match contro Cremona, in casa i ragazzi di Leka hanno lottato fino all’ultimo, uscendo tra gli applausi convinti dei suoi tifosi e mettendo a tratti veramente in crisi una formazione di ben altro cabotaggio come la Sidigas.
Dopo poco più di 4 minuti Pesaro è già a -12 (4-16), tramortita dalle triple di Rich e Filloy, autori di tutti i punti degli ospiti e spartendosi a metà il bottino complessivo della Sidigas.
Ma il vero protagonista dell’avvio degli irpini è Fesenko il quale, nel tremendo parziale d’avvio dei suoi fino all’inevitabile time out chiamato da coach Leka, si erge a protagonista pur senza segnare, sporcando innumerevoli tiri degli avversari in difesa e trovando sapientemente il compagno smarcato in attacco ogni qualvolta veniva raddoppiato.
Dopo il minuto di sospensione ci si aspetta una reazione da parte dei padroni di casa, ma invece la Vuelle affonda ancora di più; Fesenko trova anche 4 punti dominando in avvicinamento a canestro contro i pari ruolo avversari, prima che Sacripanti non si decida a dargli riposo sostituendolo con Ndiaye.
Con il cambio non migliorano le cose per i biancorossi, visto che ogni avvicinamento a canestro si scontra con le lunghe leve del centro senegalese e le polveri nel tiro da fuori sono bagnatissime, come certifica il 18% complessivo al tiro alla fine del primo quarto.
La Sidigas concluderà invece la frazione con il 79% complessivo al tiro ed un sontuoso 5/5 al tiro da due che, abbinandosi ad un Vuelle dall’atteggiamento sempre più dimesso, ben spiega l’8-29 con cui le squadra vanno al primo riposo.
Gli avellinesi raggiungono anche il +23 (5-28) a due minuti dal termine, con un paio di triple consecutive segnate da Rich e Leunen, prima che la frazione si concluda con un -21 polare per i padroni di casa.
Al ritorno in campo c’è l’ovvia reazione dei padroni di casa, anche perché è altrettanto ovvio e fisiologico che i lupi irpini tirino un po’ il fiato.
Coach Leka si affida ad un quintetto inedito con quattro piccoli in campo, con Ancellotti per Mika e Kuksiks da quattro; la mossa non dà frutti nell’immediato, anche perché Sacripanti trova punti dal neo entrato Scrubb ma, dopo circa tre minuti alla fine dei quali gli ospiti sono ancora sul +21 (13-34), arriva un primo mini break firmato da Kuksiks e Ceron con cui i padroni di casa arrivano -15 (20-35).
Non siamo ancora a metà tempo e Sacripanti decide che è il caso di chiamare time out, ma al ritorno in campo continua la lenta rimonta della Vuelle.
Arrivano segnali di vita da Moore e, soprattutto da Mika che, con 6 punti, è il protagonista del quarto per i suoi; così a poco meno di tre minuti dalla pausa lunga Sacripanti chiama il suo secondo time out sul 26-37, in uscita da quale la Vuelle, approfittando anche di un po’ di bagarre nel finale, arriva anche sul -9 in un paio di occasioni, prima che un canestro del solito felino Rich non fissi il risultato parziale sul 33-43.
Al ritorno in campo, con Fesenko nuovamente sugli scudi, la Sidigas sembra voler ripristinare un distanza di sicurezza e, in effetti, si ritrova nuovamente sul + 15 (35-50), quando ad Omogbo viene anche fischiato il suo terzo fallo; tuttavia questa volta Pesaro non si scompone e con un parziale di 11-2 firmato a Ceron e Bertone ritorna in un attimo sul -6 (46-52) quando siamo a metà tempo.
L’atmosfera si scalda ed il pubblico di casa comincia a crederci, anche perché poi la Vuelle arriva a – 4 (50-54) con Kuksiks a 4 minuti dalla fine, ma poi la Sidigas ritrova la freddezza necessaria nei momenti più caldi e arriva di nuovo a + 9 nelle battute finali del quarto; sembra che gli ospiti possano andare alla pausa con un vantaggio tutto sommato abbastanza rassicurante ma sulla loro ultima azione offensiva sul 57-63, Zerini sbaglia una canestro già fatto , mentre dopo il rimbalzo Kuksiks trova una tripla incredibile dalla sua lunetta che improvvisamente riaccende gli animi.
Si riparte così dal 60-63 con una partita tutta da giocare e, in effetti, l’ultimo quarto è un concentrato di emozioni, visto che Avellino comincia a pagare probabilmente le fatiche di coppa mentre la Vuelle Pesaro ci crede più che mai.
I ragazzi di Leka rimangono in scia alla Sidigas per tutta la frazione ma non riescono incredibilmente mai a trovare il sorpasso, anche perché in ogni momento cruciale gli ospiti trovano un assist di Filloy o un rimbalzo di Leunen o dei liberi di Scrubb che si rivelano di vola in volta fondamentali.
Rich è ormai è molto stanco e quindi tocca a Scrubb trovare punti importanti (saranno 10 per lui nell’ultimo quarto) che in paio di occasioni potano la Sidigas sul +4 (74-78 a poco più di due minuti dal termine); la Vuelle Pesaro però lotta con il cuore e trova finalmente l’occasione per il sospirato sorpasso.
Dallas Moore infatti trova una tripla mentre Rich fa fallo sul blocco e così Pesaro si ritrova sul 77-78 con la palla in mano; sulla rimessa Bertone trova due liberi ma ancora una volta il sorpasso viene negato a causa di due clamorosi errori dalla lunetta da parte dell’argentino.
Sembra la volta buona sul successivo attacco dei pesaresi, dopo l’attacco fallito di Avellino, ma mentre Moore sembra avere trovato l’autostrada per arrivare al ferro arriva la stoppata siderale di Ndiaye che impedisce ancora ad Avellino di finire sotto.
A 24 secondi dalla fine Filloy segna un solo tiro libero e così Pesaro, durante il time out, ha tutto il tempo per organizzare l’ultimo assalto alla diligenza avellinese.
La palla va a Moore il quale, trovandosi Leunen come avversario diretto dopo il cambio sul blocco, si fa ingolosire dalla sfida e cerca la tripla in faccia all’avversario quando ancora mancano 16 secondi alla fine; l’esito è infausto perché l’ala di Sacripanti non è certo l’ultimo arrivato in tema di difesa e piazza un’incredibile stoppata sulla guardia di Leka che lancia Scrubb per il contropiede che sancisce la fine della partita.
C’è ancora tempo per qualche fallo sistematico che manda in lunetta prima Kuksiks e poi Filloy, ma ormai la vittoria ha preso la sua strada e così la Sidigas può chiudere sul 78-83.
Victoria Libertas Pesaro – Sidigas Avellino 78-83
Parziali: 8-29; 25-14; 27-20; 18-20
Progressione: 8-29; 33-43; 60-63; 78-83
Mvp: due giocatori su tutti tra gli ospiti: Scrubb ha tolto le castagne dal fuoco nell’ultimo quarto, terminando con 16 punti in neanche venti minuti di utilizzo, ma Jason Rich ha pur sempre segnato 25 punti con il 69% al tiro e, prima del lieve calo nel finale, ha segnato sempre in momenti importanti per i suoi.
Wvp: contro un professore della difesa come Leunen, Manny Omogbo ha conosciuto la sua prima giornata nera del campionato, venendo irretito dalla sagacia del suo diretto avversario e terminando con soli 4 punti senza mai essere riuscito a sprigionare la sua energia
Spogliatoi
Leka: inizio dalla fine: se me lo avessero chiesto prima della partita ci avrei messo la firma essere per riuscire ad arrivare a giocarcela alla pari, dopo un primo quarto da calci in culo e dopo una grande reazione da parte nostra. Purtroppo quando spendi tante energie per recuperare poi nel finale può capitare di fare degli errori, come ad esempio lo sono stati i tiri liberi sbagliati. Ci dispiace tanto perché una vittoria oggi sarebbe valsa tanto e giocavamo contro la squadra che, secondo me, in questo momento è la più forte d’Italia.; i ragazzi alla fine erano distrutti perchcè avevano dato tutto dopo quel primo quarto osceno, ma poi li errori li possono fare tutti ad ogni livello, Purtroppo sappiamo che per noi ogni partita è difficile ma muovere la classifica oggi per noi sarebbe stato molto importante.
Sacripanti: complimenti a Pesaro ed in particolare al suo allenatore per come ha preparato la partita. Penso che alla fine la nostra vittoria sia stata meritata ma comunque loro sono stati bravissimi a rientrare. Noi abbiamo avuto un calo di tensione ed è probabile che gente come Rich e e Leunen, non abituati a stare a lungo in panchina durante le nostre rotazioni, abbiano perso il ritmo partita ed infatti al ritorno in campo hanno commesso degli errori non da loro che hanno consentito a Pesaro di riprendere fiducia; in particolare abbiamo perso troppi palloni ed alcuni in maniera veramente sanguinosa che rischiavano di essere determinanti. E’ chiaro che gli impegni di coppa, sia passati che futuri, ci abbiano portato con ogni probabilità a tirare su il piede dall’acceleratore, ma questa non deve essere una scusante per noi.
Giulio Pasolini