La giornata si apre con una gara bellissima ed incerta dal primo all’ultimo minuto. La spunta il Khimki, ma solo nel finale, raggiungendo in vetta i conterranei del CSKA. Ad un primo tempo di marca ospite, griffato Poirier (12+9, ma anche 4 falli personali già a metà gara), Matt Janning (19 in 19′ uscendo dalla panchina) e, in generale, dalla pioggia di triple ospiti (16/36 il bilancio finale), i padroni di casa hanno faticato non poco a rispondere, complice a serata-no al tiro di Shved (0/6 dall’arco fino a metà dell’ultimo quarto). Avere, però, in squadra campioni del calibro di Gill (20+7, 3/3 da 3 punti) e, soprattutto, Alexey Shved, significa poter uscire indenni anche dall’inferno di triple Baskonia: del primo la fiammata del primo pareggio casalingo, a 6′ dalla fine, il secondo è decisamente clutch, realizza 14 punti nel solo ultimo quarto e, incurante della pessima serata al tiro, infila i canestri decisivi, che rendono vana la resistenza disperata del solito Janning e di Shengelia. Nel finale, il fallo sistematico non premia gli sforzi baschi: vittoria e primato in classifica vanno al Khimki!
Avanti fin dalla palla a due, i campioni d’Europa regolano abbastanza agevolmente i fin qui lanciatissimi tedeschi, sull’asse Wanamaker-Vesely (unici in doppia cifra fin dall’intervallo) e, soprattutto, grazie ad uno stratosferico 7/9 dall’arco nei primi 20′ di gioco. La resistenza germanica porta il nome di Dorell Wright e, soprattutto, Maodo Lo (sue le illusorie due triple ad inizio ripresa) e Rubit (12), con il Brose capace di rientrare fino al -8 a fine terzo quarto, per poi crollare, però, miseramente sotto i colpi di Gigi Datome (12+5 e 20 di valutazione) e di una difesa capace di stringere in una morsa la gola dei cuccioli tedeschi fino a toccare il definitivo +23. Nella gran prova corale del Fenerbahce, che pare aver finalmente ingranato le marce giuste, spiccano le prove del top scorer Vesely (15, 7/10 da 2), Wanamaker (13+6+4), Nunnaly, con il suo percorso netto dai 6,75 e del nostro Gigione.
Ben altra atmosfera e ben altro equilibrio si vivono al Pireo, per il solito, infuocatissimo derby di Atene, sia pure monco del lungodegente Spanoulis. I reds han provato fin da subito ad imporre difesa e ritmi ad essi propri per restare a galla, riuscendo ad aggrapparsi alla partita senza mollare mai la presa, soprattutto grazie alla prova sontuosa di Strelnieks (18). Punteggio sempre incerto, ma sempre avanti il Pana fino a fine terzo parziale, quando i padroni di casa mettono, per un attimo, la freccia, ma KC Rivers (12 fatti nei momenti giusti), prima, le triple di Lojeski e Lekavicius (14), poi, generano il primo, unico e definitivo strappo della partita, permettendo ai green di toccare la doppia cifra di vantaggio nel finale e di chiudere, tutto sommato, in scioltezza. Il sigillo sulla gara, con i liberi della staffa, lo mette, com’è giusto, James Gist, l’MVP della gara (15, 3/4 3P), nonché il più continuo ed il vero trascinatore dei suoi, stante la serata grigia, da sorvegliato speciale, di Nick Calathes. Panathinaikos forse finalmente fuori dalle secche, mentre l’Olympiacos si vede beffardamente sfuggire la vetta della classifica proprio per mano degli acerrimi rivali…
L’ultima gara di giornata è decisamente a senso unico: troppo brutta per essere vera una Stella Rossa terribilmente imprecisa e sovrastata nel gioco da Malaga, squadra in via di rilancio. Spagnoli avanti dal primo al quarantesimo minuto, fin dal primo tempo dilagano grazie alla strepitosa performance del fuciliere Salin (4/5 dall’arco all’intervallo lungo) e di un infallibile Milosavljevic. I serbi vivono un primo quarto da incubo, subiscono troppo anche nel secondo, hanno, infine, una fiammata nel terzo, guidati da Lessort, prima, Feldeine e Rochestie, poi, fino ad arrivare al -6 con un inatteso parziale di 0-8 al 27′. Timeout obbligato per i padroni di casa, che ne escono alla grande, con Nedovic (7 punti di fila) che chiude il parzialino con il rassicurante vantaggio di 13 lunghezze. Di lì in poi non ci sarà più partita: l’Unicaja non si guarderà più indietro, toccando anche il +17. Se il primo tempo era stato terreno di caccia del tiratore Salin, nella ripresa sarà Nedovic a marcare il territorio, fino a risultare il top scorer della squadra partendo dalla panchina, con il supporto tecnico di Augustine e Brooks.