Come in un film già visto, di quelli riflessivi, psicologici: incedere lento, rumori naturali, un filo di colonna sonora, finale scontato. La Russia rispetta il pronostico (82-70) e dispone della volenterosa ma poco organizzata Gran Bretagna senza praticamente usare l’acceleratore, viaggiando quasi a folle, per poi complicarsi la vita… per svogliatezza e costringere Shved a fare gli straordinari (30 punti ed 8 assist) in una partita il cui risultato interessava solo a lei: pesa maledettamente il -15 rimediato contro la Lettonia, ma occorreva vincere per provare ad evitare Spagna e Croazia agli ottavi e vittoria fu.
La gara si apre con il più classico dei pick and roll Shved-Mozgov, concluso da quest’ultimo con schiacciata. La GB gioca anch’essa sull’asse che ha il volitivo Olaseni (torneremo su di lui) come perno a centro area, ma cerca poi molto l’ala in angolo e rimedia qualche bella conclusione, soprattutto con Clark e, per qualche minuto, riesce a tenere il punteggio in bilico, mettendo anche avanti il naso (11-12 intorno al 6′), ma gli avversari, semplicemente, ne hanno di più: quando sei più forte ed anche molto meglio organizzato, quando hai una precisa filosofia e sai variare i giochi di fronte agli adattamenti difensivi, la vita è facile: gli show ed i pick and pop di Vorontsevich sono un fattore praticamente inestricabile per gli inglesi, così come gli scarichi sull’arco o per i tagli di un ottimo Fridzon e, lentamente, quasi senza accorgersene, la Russia guadagna la doppia cifra di vantaggio, benché una tripla su consegnato di Murray limiti i danni a scadere del primo parziale (23-16).
Mozgov (11+11 e 2 stoppate, partita pigra anche la sua, benché risulti sempre indispensabile nei momenti che contano) lavora molto con i blocchi per permettere a Shved di ricevere e costruire il solito, inarrestabile P&R. I britannici accennano un raddoppio sul portatore, poi una zona, rallentando le conclusioni russe, ma il loro attacco è asfittico: è sufficiente un buon taglio di Fridzon per ripristinare la doppia cifra di scarto. Il rientro di Shved (solita tripla, sarà 6/9 dall’arco alla fine) e la zona 2-3 producono il massimo vantaggio per la Russia (35-22 al 16′). Olaseni è semplicemente indispensabile a questa Gran Bretagna: è un centro razzente, gioca bene il pick and roll, sfrutta la sua rapidità per guadagnare il centro area mostrando un discreto jump shot, fa bene il perno aprendo sul lato debole, esegue bene il tagliafuori ed ha le gambe giuste per saltare anche più volte a rimbalzo (19+9 anche oggi e torneo chiuso con doppia doppia di media). Il suo rientro in campo sposta qualcosa, ma la difesa dei suoi è questa: se collassa per contrastare il classico gioco a due, lascia praterie ai tiratori avversari. Così ancora Vorontsevich e Shved chiudono il primo tempo sul rassicurante 43-31.
Alla ripresa del gioco la Russia prova a forzare i tempi raddoppiando sulla palla, ma gli inglesi ne escono bene con buone spaziature che facilitano il pick and roll alto: Olaseni è troppo rapido per qualunque lungo russo e chiude sull’aiuto completando un “and 1”. Murray e, soprattutto, Clark (21 punti per lui), prendono buoni tiri e tengono la squadra in linea di galleggiamento. Troppo molle e facilona, la Russia, concede spazi al tiro ed ai giochi a due in area, la GB è brava ad alzare il pick and roll… Ecco che Olaseni e Clark, sempre loro, firmano il -3. Deve rientrare Mozgov che, evidentemente spronato da Bazarevic, inanellando una serie di rimbalzi, viaggi in lunetta ed una preziosa stoppata, ripristina un margine di sicurezza a fine parziale (61-54).
L’ultimo quarto è una vera fiera degli errori: ogni volta che la Russia prova, con un filo di gas, a prendere in mano la partita, la Gran Bretagna risponde con determinazione e con un interessante mossa tattica: zona 2-3, contro cui l’attacco avversario si impantana, e contropiede lungo, anticipando lo schieramento della difesa. Con punteggi così bassi, bastano due giocate consecutive di questo tipo per riaprire la gara: -4 al 34′, -2 di lì a poco alzando ancora il pick and roll dove i big russi non possono arrivare. La Russia non si scompone e non alza i ritmi, dimostra che le basta poco, quando vuole, per riprendere in mano le sorti dell’incontro: accenna un raddoppio sul portatore e vola rapidamente a +6, ma una sciocchezza di Vorontsevich (fallo più tecnico) concede a Clark addirittura la bomba del -1….
E poi? E poi succede, con il più scontato dei finali, dopo un minimo di suspance che sembrava aver dato senso e sale ad un film già visto, arriva il protagonista (Shved) e, da tre punti, ammazza definitivamente la partita, salvando la baracca di una squadra che, chiamata a giocarsi le chance per il miglior piazzamento possibile, ha invece mostrato il suo volto più sfaticato ed irritante.
Ma vittoria doveva essere, vittoria è stata, banalmente, aspettando in poltrona la Serbia e, soprattutto, la Lettonia, stasera, nel catino di Istambul, contro i padroni di casa.
Stay tuned!
Parziali: 23-16; 20-15; 18-23; 21-16
Marco Calvarese
@MarcoCalvarese1