In tornei con la struttura di un Europeo è importante capire rapidamente quali sono i propri pregi e i propri difetti. Agli Azzurri non servivano certo ulteriori partite per sapere che il proprio punto debole fosse nei pressi del canestro. Giovedì, invece, si aveva avuto ulteriore riprova che il tiro pesante poteva essere il nostro asso nella manica. E allora, giustamente, si è fatto leva su quell’arma per prendersi la seconda vittoria in altrettante partite: 17 triple (su 31 tentativi), alcune forzate, ma la maggior parte cercate e costruite con la consapevolezza di avere il proprio punto forte lì. Belinelli ha più che replicato la partita d’esordio, giocando un primo tempo a tratti incredibile (26 punti con 6/12 da tre, 21 nei primi 20′), mentre, come auspicato, dalla panchina si è alzato un Pietro Aradori finalmente decisivo (13 punti in 27′).
Gigi Datome ha proseguito a segnare con buona continuità, dimostrando di non aver perso il tocco (12 con 4/6 dal campo) e lo stesso ha fatto un Ariel Filloy sempre più sorprendente (12 anche per lui con 4/5 da dietro l’arco e un’autorità incredibile sul parquet). Marco Cusin ha dimostrato ancora una volta la sua importanza in questo gruppo, in particolare in una gara dove i centimetri di Kravtsov e, soprattutto, Pustovyi (21, 7/8 dal campo e 7/7 ai liberi) hanno mostrato tutti i limiti di Paul Biligha e Filippo Baldi Rossi. Meglio, invece, nei pochi minuti giocati Christian Burns. Giornata non semplice nemmeno per Nic Melli, oggi abbastanza evanescente.
Tirando le somme della partita, si può dire che l’Italia abbia vinto profondendo il minimo sforzo necessario. Senza mettere in campo la cattiveria vista con Israele, ma dando l’impressione di giocare un po’ con le marce tenendo un occhio al match di domani contro la Lituania, che deciderà parecchie cose all’interno del girone.
Due le accelerate che hanno deciso la partita: un parziale di 17-4 in un secondo quarto da 27-14 e un 13-0 nell’ultimo quarto, quando l’Ucraina si era riavvicinata fino al -4 a 7′ dal termine. Entrambi i parziali legati dalla precisione da dietro l’arco. Nel segno di Marco Belinelli nel primo tempo, di Pietro Aradori nel finale.
Nel mezzo una partita molto diversa da quella contro Israele, con avversari a cui le mani hanno tremato meno in attacco e soprattutto hanno saputo a lungo imporre il proprio gioco con i centri. Lo staff tecnico ha impiegato un po’ di tempo per trovare un rimedio alle ricezioni profonde di Kravtsov e Pustovyi, ma nel momento in cui, col rientro di Cusin e migliori rotazioni di squadra, sono stati tolti punti facili agli ucraini, la partita si è indirizzata.
Anche perchè, nell’altra metà campo, si è giocato in maniera ottimale per mettere in ritmo Marco Belinelli, autore di cinque canestri pesanti nella prima frazione che hanno permesso all’Italia di andare al riposo su un comodo +10. Vantaggio che non è equivalso ad una partita chiusa in anticipo.
Anche per la volontà di Ettore Messina di provare a spalmare il più possibile i minutaggi (massimo 29′ per Datome, in campo tutti e 12 nel finale, 11′ per Burns, 7 Baldi Rossi), l’Ucraina ha sempre trovato il modo di rimanere incollata alla gara, senza mai avvicinarsi troppo, ma nemmeno sprofondando.
Fino al -4 di cui sopra, quando gli Azzurri hanno dato lo strattone decisivo.
Altra vittoria, importante ovviamente per la classifica, per il morale e anche per i segnali del campo, che ha dimostrato come la squadra possa anche essere pericolosa offensivamente. Ora arriva il difficile (Lituania, Germania, Georgia), ma era fondamentale arrivare allo scontro con i baltici a punteggio pieno e con qualche certezza in più. Il gruppo B sembra un grande marasma dopo la sconfitta della Georgia con la Germania e a maggior ragione ora è importante farsi trovare pronti.
ITALIA – UCRAINA 78-66
Parziali: 16-19; 27-14; 16-15; 19-18.
Progressione: 16-19; 43-33; 59-48; 78-66.
MVP: Marco Belinelli.
WVP: Oleksander Mishula
Nicolò Fiumi