Dopo la grande delusione casalinga del 2015, la Germania torna ad affacciarsi ad Eurobasket senza il proprio leader Dirk Nowitzki per la prima volta da tempo immemore. Il roster, se non altro, ha già maturato l’esperienza di giocare senza il biondo di Wurzburg a Rio l’estate scorsa e sarà, mai come ora, la squadra di Dennis Schröder. Il playmaker di proprietà degli Atlanta Hawks dovrà essere anima e cuore di un gruppo che arriva alla kermesse continentale con assenze molto pesanti.
Su tutti Paul Zipser, reduce da una buona stagione d’esordio in NBA con i Chicago Bulls (50 partite a quasi 20’ di media), che ha dato forfait per preparare al meglio il suo secondo campionato tra i pro. La sua versatilità, in combinazione con la velocità di Schröder, sarebbe stata una delle armi più pericolose per coach Chris Fleming. Non da meno la mancanza di Tibor Pleiss, fresco di firma con i campioni di Spagna del Valencia. Il centro veniva da una stagione di buon livello con il Galatasaray (9 punti e 7 rimbalzi di media in Turchia, 7+5 in 17’ in Euroleague) e con i suoi 217 centimetri avrebbe dato la solita presenza ingombrante a centro area. A loro si aggiungono due storici della selezione come Heiko Schaffartzik e Anton Gavel.
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Questo, chiaramente, porta la squadra all’obbligo di cercare nuovi equilibri. Sotto canestro, almeno, le alternative non mancano. Sarà l’occasione buona per vedere all’opera Johannes Voigtmann, 2.11 25enne che si è messo in luce con il Baskonia nell’ultima Eurolega (10 punti e 7 rimbalzi in 23’ di media). La sua buona velocità di piedi e la capacità di aprire il campo con il tiro da tre punti (32% in stagione su 155 tentativi) potrebbe formare un pick’n’roll mortifero con Schröder.
L’altro giocatore a cui si chiederà di contribuire in maniera significativa è Robin Benzing. Reduce dalla sua miglior stagione in carriera a Saragozza (13,7 punti di media in 27 minuti) dovrà ripetersi anche in nazionale come credibile opzione offensiva, per alleggerire il peso dalle spalle di Schröder.
Sempre nel reparto lunghi sarà interessante valutare l’apporto di due giocatori che arrivano da una chiamata in NBA. Il primo è Daniel Theis, nuovo acquisto in casa Boston Celtics dopo aver condiviso il front court del Brose Bamberg con il nostro Nicolò Melli. Ala di 2.04 dotato di buono atletismo e, come Voigtmann, capacità di tirare da tre punti anche se non con grandi percentuali (33,7% in stagione).

Il roster convocato da Chris Fleming da cui usciranno i 12
L’altro è il giovane Isaiah Hartenstein, scelta di secondo giro per gli Houston Rockets. Pivot di 2.11 classe 1998, quest’anno era allo Zalgiris Kaunas, dove ha accumulato scarsi minutaggi, specialmente in Eurolega, mettendo in mostra lo stesso il suo potenziale. Dovesse entrare nei dodici è sicuramente un uomo da tenere d’occhio.
Per la pericolosità da dietro l’arco, invece, si andrà dal duo Steiger-Barthel. Il primo ha chiuso una stagione da 50% esatto nel tiro pesante sempre nel Bamberg di coach Trinchieri, mentre il secondo, al Bayern Monaco, pur senza tirare molto (43 tentativi in 51 partite), è stato sopra al 40% di realizzazione. Dato da non sottovalutare per un lungo, un altro, che aggiunge dimensione perimetrale alla squadra.
In definitiva i tedeschi si ritrovano con una squadra abbastanza nuova, che dovrà cercare equilibri ancora non esplorati. Dennis Schröder da solo è un giocatore che a livello europeo può vincere una partita da solo, ma sarà importante che Fleming, attorno, riesca a costruirgli un gruppo funzionale. La voglia dei compagni di sbattersi per l’obiettivo comune in passato non è mai mancata. Ma servirà che il playmaker degli Hawks abbia la fiducia necessaria in loro per non ignorarli troppo a lungo nel corso dei 40’.
Sulla carta sono loro i nostri avversari per il secondo posto, obiettivo obbligatorio per evitare un incrocio potenzialmente terribile (Grecia o Francia) agli ottavi. La speranza è quella di poter rivivere un’altra serata come fu a Berlino due estati fa…
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Nicolò Fiumi