Bologna, 13 giugno 2017 – Nettissima affermazione per la Virtus Bologna in gara 1 di Finale playoff contro l’Alma Trieste. Successo tanto netto quanto inaspettato nelle proporzioni alla vigilia. I bianconeri padroni di casa sono stati praticamente perfetti per 25’, mentre Trieste, dopo un buon primo quarto, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, soprattutto non trovando mai il modo di arginare l’attacco bolognese che ha fatto davvero una partita sontuosa (14/27 da tre punti, 38-31 a rimbalzo, 70 punti nei primi 25’ di partita). Quando poi è salita di tono la difesa di coach Ramagli, nel secondo quarto, la partita si è spezzata, con le V Nere che sono arrivate al +14 proprio sulla sirena del primo tempo, per poi chiudere la pratica nei primi 3’ di terzo quarto con le triple di uno scatenato Michael Umeh, sforando anche i 30 punti di vantaggio sul 70-39.
Poco da eccepire davvero a Bologna, se non un fisiologico rilassamento nella parte finale dell’incontro a giochi abbondantemente fatti, comunque un po’ troppo prolungato, sfociato in un parziale di 13-0 per Trieste e in lunghissimi minuti di astinenza offensiva (oltre otto) che, se non altro, sono serviti per capire che senza la giusta intensità questa sia una serie complicatissima. Per il resto applausi per tutti, a partire dalla coppia americana che ha dominato il match. Lawson in avvio (18+10 con 7/8 al tiro), Umeh (29 con 7/12 da tre) per tutti i 40’. Il lungo californiano si è confermato rebus difficile da risolvere per Trieste con la sua stazza e le sue mani morbide, proseguendo nel suo momento di forma eccellente già mostrato nelle semifinali con Ravenna. La guardia nigeriana ha segnato più o meno in tutti i modi, tornando ad essere quel cecchino ammirato a lungo e che, invece, si era visto solo a tratti in questa post season. Dietro a loro è andata a ruota tutta la squadra, con nota di merito per il solito Klaudio Ndoja (14 punti in 25’), che ha cancellato dal campo Matteo Da Ros e fatto il suo solito egregio lavoro in attacco. Bene Spissu e Gentile, vincenti contro i diretti avversari senza mai esagerare. Forse un po’ sottotono Rosselli, che però in difesa ha francobollato Javonte Green. L’errore che la Virtus non deve commettere ora è quello di sedersi e pensare che sarà una passeggiata.
Si perché Trieste è stata davvero troppo brutta per essere vera, confermando questa doppia identità tra casa e trasferta, che oggi la esposta veramente a una figuraccia. Nullo Da Ros (3 punti e 1/8 al tiro), ancor meno palpabile Parks (8 punti in 21’), solo sufficiente Green (12 e 4 perse in 24’), in partita per poco Cavaliero. Niente, veramente niente ha funzionato in casa giuliana. Tutte i miss match sfavorevoli sono stati ingigantiti e i vantaggi, che ci sono, non sono mai emersi. Classica giornata da buttarsi alle spalle (36% al tiro) e dimenticare in fretta. L’obiettivo resta strappare una vittoria a Bologna per poi indossare l’abito buono e diventare irresistibile al PalaRubini. La difesa necessariamente deve essere il primo aspetto su cui lavorare. Certo, Bologna ha segnato tanto da tre punti, anche di talento, ma i 52 punti subiti all’intervallo sono stati la spia evidente di un’energia che non c’è mai stata. La nota migliore della serata è che fra due giorni questa debacle conterà zero e si ricomincerà dalla palla a due. Per dimostrare che oggi è stata solo una giornata sfortunata.
La partita. Paura di tirare non ce n’è, e si vede subito: Green, Umeh, Rosselli, Baldasso. Triple per tutti. Umeh e Lawson fanno il primo allunghino Virtus (13-8), ma Trieste non sta certo a guardare e risponde presente in attacco coi canestri di Cavaliero. L’intensità difensiva latita, Lawson approfitta con quattro punti per il 20-14, ma Prandin tira due volte libero da tre punti e tiene il punteggio in parità. Bologna con Lawson banchetta sotto canestro, ma in difesa concede cose che in finale non ci si aspetterebbe di vedere. Gentile tripleggia in uscita dai blocchi, Da Ros prova a forzare un paio di conclusioni per mettersi in ritmo senza fortuna e al primo mini intervallo è 27-24 Bologna.
Lawson continua a trovare punti da rimbalzo offensivo, ma Prandin è luce per l’attacco triestino e segna ancora in penetrazione. Parks ruba palla, si invola in contropiede e l’alza l’alley oop per la schiacciata spettacolare di Green che però non arriva. Su ribaltamento canestro pesante di Umeh. 32-26 Virtus e time out Dalmasson. Un paio di cattive scelte arbitrali fanno inviperire il Paladozza, ma i padroni di casa sono presenti con un Umeh ispiratissimo che segna ancora da tre per il primo vantaggio in doppia cifra della partita, 37-26. Partita che si sporca, aumentano i contatti, ne giova Cavaliero, che d’esperienza sfrutta il momento d’appannamento generale per lucrare un po’ di punti. Green dalla lunetta fa 1/2 e -6, ma Bologna ritorna trovare il suo centro USA che rimette dieci punti di scarto con un 2+1 e un 1/2 dai liberi. Primi due di Da Ros, poi antisportivo di Cavaliero e doppiette ai liberi per Spissu e Ndoja ancora per il +12. Mattone di Coronica. Fuga per la vittoria di Spissu. Al 20° il tabellone dice 52-38 per la Segafredo.
Rientro in campo complicato per Trieste che vede subito Da Ros spendere terzo e quarto fallo. Rosselli segna da sotto, Umeh mette la quarta e quinta tripla della sua partita, 60-38 Virtus con Trieste che in attacco cerca cose troppo difficili. Lawson pianta un poster da urlo su Jordan Parks, Ndoja segna da tre su gran assist di Gentile, +29 e KO tecnico, punto esclamativo su una vittoria molto più anticipata di quanto si potesse prevedere. L’Alma non abbandona del tutto la partita e rosicchia qualcosa, ma più per rilassamenti altrui che per altro. L’ultimo quarto è un lento prepararsi a una gara 2, tra 48 ore, che sicuramente sarà tutta un’altra storia.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – ALMA TRIESTE 85-62
Parziali: 27-24; 25-14; 18-12; 15-12;
Progressione: 27-24; 52-38; 70-50; 85-62;
MVP: Michael Umeh.
WVP: Matteo Da Ros.
Nicolò Fiumi