Ci sono quattro squadre dell’Est d’Italia nelle semifinali ormai imminenti della Lega A PosteMobile ed A2 Citroen 2016-17: Venezia e Trento in Lega A, Trieste e Ravenna in A2. Proseguendo il ragionamento geografico, mai come in questa stagione il centro nord sembra lanciato verso la conquista dei primi due campionati italiani di pallacanestro. Alle quattro squadre citate vanno aggiunte per la lotta scudetto Milano ed Avellino, unica rappresentante del Regno delle Due Sicilie (riferimento all’anno della mappa che è la foto di questo posto, il 1815) mentre per la A2 ci sono le due bolognesi la Fortitudo e la Virtus ( in ordine alfabetico!).
Negli ultimi cinque anni il divario non era mai stato così forte. Sempre guardando alle semifinali, stagione 2015-16, serie A, Reggio Emilia-Avellino, Milano-Venezia; A2 Brescia-Scafati e Fortitudo Bologna-Treviso. Stagione 2014-15 in serie A : Milano-Sassari e Venezia-Reggio Emilia, in A2 Casale Monferrato-Agrigento e Brescia-Torino. Stagione 2013-14 serie A con Milano-Sassari e Siena-Roma mentre in DNA Gold c’erano Verona-Capo d’Orlando e Torino-Trento. Infine nella stagione 2012-13 lo scudetto se lo giocarono Roma-Cantù e Varese-Siena mentre la promozione dalla LegaDue Trento-Brescia e – Casale Monferrato.
E’ evidente che la presenza di squadre del centro-nord-est è stata sempre preponderante, ma alla fine non così pesante come sembrerebbe perché tra A ed A2 il conto dice di 19 presenze a 15. Quanto alle vittorie, rimandiamo a questo post che abbiamo pubblicato qualche settimana fa.
La sociologia facile non fa parte di All-around e tanto meno di chi scrive, però qualche riflessione si può fare. Al di là delle belle parole e dei tanti annunciati sforzi per ridurre il distacco tra una zona e l’altra del nostro Paese, questo rimane impressionante, tanto nella vita civile di tutti giorni, figuriamoci nello sport. Sempre in quell’articolo di cui abbiamo messo il link qualche riga fa, abbiamo scritto che al Sud si fanno miracoli anche sportivi grazie a persone preparate che sanno come lavorare anche nell’emergenza. Ma se la strada tracciata quest’anno avrà un solco sempre più accentuato, il rischio concreto è che anche queste persone animate di buona volontà e di idee, vengano prese dallo sconforto e decidano di mollare e di emigrare verso lande più produttive, abbandonando il campo. D’altronde se l’economia anche sportiva dell’intero Paese viene indirizzata verso certe zone, del tutto meritevoli di queste attenzioni, cosa si piò fare?
E’ vero non c’è più il quadrilatero Milano-Varese-Cantù-Bologna, ma l’asse si è spostata di qualche grado anche se ancora non si è materializzata un’altra “dinastia vincente” come quella: dal 2013 lo scudetto lo hanno vinto Siena-Milano-Sassari-Milano.
Su una cosa però Nord-Centro e Sud del basket italiano sono pari. E cioè nella vergogna dei fallimenti. Ennio Terrasi Borghesan su ultimouomo.com del 22 aprile del 2016 ha pubblicato un lungo articolo, che invito tutti a leggere, nel quale fa l’elenco di tutte le nefandezze che hanno colpito le nostre società di A,A2 e B dal 2000 al 2015. E’ impressionante. In chiusura qui mi limito a fare un riassunto. Oltre cento i fallimenti di società, che si tratti di questioni economiche o di cessioni di titolo, auto-retrocessione, ripescaggio, 16 le squadre di A1 fallite, 32 tra B d’Eccellenza, A dilettanti e la B di oggi, 29 quelle scomparse dopo una retrocessione, 33 i ripescaggi. Qualche nome? Montecatini, Verona, Virtus e Fortitudo Bologna, Trieste, Messina, Pesaro, Roseto, Capo d’Orlando, Napoli, Teramo, Treviso, Siena, Sutor Montegranaro, Virtus Roma…Il tutto nell’indifferenza degli uomini che comandano la nave.
Eduardo Lubrano