04/05 01:00 | CLEVELAND CAVALIERS | 125-103 | TORONTO RAPTORS | ||
34:22, 62:48, 99:73 | |||||
04/05 03:30 | SAN ANTONIO SPURS | 121-96 | HOUSTON ROCKETS | ||
33:30, 65:55, 88:83 |
Cleveland vince facilmente anche gara-2, 125-103, trascinata dalle imprese della sua superstar, che supera Kareem Abdul-Jabbar al secondo posto nella classifica dei migliori marcatori all-time nei playoff. Davanti a James ora resta soltanto Michael Jordan.
https://youtu.be/8qWjCkA6uyQ
LeBron James segna 39 punti, Cleveland 125 (record di franchigia nei playoff) e così non sono mai in discussione i destini di gara-2, che i Cavs si assicurano 125-103 con un primo quarto da 34-22 e mandando a bersaglio le prime 8 triple tentate nell’incontro (18/33 il dato dall’arco a fine gara). Con il secondo canestro da tre della sua gara a 7 minuti e mezzo dalla fine del secondo quarto James diventa il quarto giocatore nella storia NBA con 300 o più triple nei playoff, entrando in un club che comprende soltanto il suo ex compagno a Miami Ray Allen (385), Reggie Miller (320) e Manu Ginobili (312). Non è, però, il traguardo più importante raggiunto in serata. Con 8’41” da giocare nel terzo quarto, infatti, l’ennesima tripla del n°23 (chiude con 4/6 dall’arco, in una serata da 10/14 al tiro con anche 15/21 ai liberi) gli permette di superare Kareem Abdul-Jabbar al secondo posto nella graduatoria all-time dei migliori marcatori dei playoff, mettendolo alle spalle ora soltanto di Michael Jordan (James conta ora 5.777 punti contro i 5.987 dell’altro n°23, in maglia Bulls).
Dovrebbe esserci una partita da raccontare, ma è difficile non parlare delle imprese e delle cifre di “King” James: il sorpasso a un mito come Jabbar (“Non ho avuto la fortuna di vederlo giocare, da ragazzino, ma ho letto tanto sulle sue imprese, come individuo ma anche come compagno di squadra”) arriva alla sua gara n°205 di playoff (ne sono servite 237 a Kareem per toccare quota 5.987) e ora se i Cavs dovessero andare fino in fondo nella loro corsa playoff non è detto che Jordan non sia già raggiungibile. Intanto il dominio in campo della superstar dei Cavs (“Sta giocando in maniera incredibile. Sta giocando da LeBron James”, le parole di un ammirato Kyle Lowry) hanno l’effetto di trascinare la squadra a vette sempre più alte: Cleveland deve ancora perdere in questi playoff (6-0) e ha vinto le ultime 9 gare disputate (da gara-4 delle scorse finali non conosce sconfitta). In queste nove gare, le statistiche di James parlano di 34.9 punti, 10 rimbalzi e 8.1 assist di media, con il 54.3% al tiro (34.2 la sua media in questi playoff finora, seconda solo ai 34.3 di Kobe Bryant nel 2008 in un avvio di playoff da sei vinte senza nessuna sconfitta). LeBron è 12-0 in maglia Cavs nelle serie in cui si ritrova sopra 2-0 e 19-0 in carriera (contando anche Miami): sono inoltre 27 le serie consecutive in cui ha vinto almeno una gara esterna, dato che lascia tutt’altro che tranquilli i Raptors nel loro viaggio di ritorno a Toronto.
Kawhi Leonard domina sui due lati del campo chiudendo con 34 punti e costringendo James Harden alla peggior prestazione al tiro della carriera (3/17), ma nonostante la vittoria 121-96 gli Spurs perdono Tony Parker, vittima di un grave infortunio al ginocchio
https://youtu.be/VZROXm1MLcc
Ci sono una buona e una cattiva notizia nella serata dei San Antonio Spurs. La buona è che con un Kawhi Leonard da 34 punti, 7 rimbalzi, 8 assist e 3 recuperi con soli tre errori al tiro (13/16), la squadra di Gregg Popovich ha vinto gara-2 121-96 pareggiando la serie contro gli Houston Rockets. Quella brutta è che in un ultimo quarto dominato in lungo e in largo dai nero-argento (33-13 dopo aver chiuso il terzo solo a +5), Tony Parker si è infortunato gravemente al ginocchio sinistro ricadendo male a 8:43 dalla fine, quando il punteggio era già sul +14 per San Antonio. Un colpo durissimo per San Antonio e per lui, che con 18 punti e 4 assist in 26 minuti aveva appena superato quota 4.000 punti in carriera ai playoff, aiutando gli Spurs a vincere una partita cruciale con il suo +18 di plus-minus (il migliore di squadra fino a quando è stato in campo) a cui si aggiungono le doppie cifre toccate anche da LaMarcus Aldridge (15 punti e 8 rimbalzi con 6/14 al tiro), Danny Green (12 con 5/7 dal campo) e i 12 dalla panchina di Jonathon Simmons (tutti nel finale).
Insieme alla solita prestazione sontuosa di Leonard (l’81% al tiro e gli 8 assist sono entrambi massimi in carriera ai playoff), gli Spurs hanno quindi evitato guai peggiori trovando la prima vittoria nella serie, sfruttando una pessima serata al tiro di James Harden (13 punti, 7 rimbalzi e 10 assist, ma con 3/17 dal campo e 4 palle perse) e dei Rockets in generale, che dopo aver segnato 22 triple in gara-1 hanno visto dimezzato il proprio bottino dall’arco (11 su 34 alla fine) sprofondando anche a -30 nel corso del pessimo ultimo quarto. Il modo in cui gli Spurs hanno reagito dopo la batosta di gara-1 può far ben sperare almeno dal punto di vista mentale, ritrovando subito confidenza con il canestro (54.5% al tiro alla fine, con Pau Gasol partito in quintetto al posto di David Lee), dominando la lotta a rimbalzo (47 a 32, 15 solamente in attacco con 6 di Gasol) e commettendo solamente 8 palle perse, di cui 5 nel solo in un terzo quarto in cui hanno perso 28-23 facendo rientrare gli ospiti anche fino al -3, unico momento di sbandamento in una partita altrimenti controllata dall’inizio alla fine.