03/05 04:30 | ![]() |
GOLDEN STATE WARRIORS | 106-94 | UTAH JAZZ | ![]() |
27:21, 58:46, 84:73 |
https://youtu.be/krXkTUHGsnk
Steph Curry è il miglior marcatore con 22 punti, ma un grande Draymond Green e un quintetto base tutto in doppia cifra assicurano una comoda vittoria per Golden State nel primo episodio della semifinale di conference contro Utah, dominata dall’inizio alla fine.
La domanda inizia a essere legittima: 5 partite, 5 vittorie, un margine medio di 16.8 punti inflitto agli avversari: questi Warriors possono essere fermati? Gara-1 della semifinale di conference contro Utah sembra indicare di no, con Golden State che chiude a +12 (106-94) ma che tocca anche il +21 nel quarto quarto (94-73), in una gara condotta wire-to-wire, dall’inizio alla fine, senza che i Jazz abbiano mai avuto né il vantaggio né tanto meno una chance di vittoria. Il dato che riassume meglio di tutti lo strapotere della squadra di coach Kerr – e Mike Brown, in panchina nel ruolo di capo allenatore anche in gara-1 – è come spesso accade quello degli assist: ce ne sono 32 su 40 canestri a segno. Guidato dai 22 punti di Steph Curry (con 7/11 al tiro, ma anche 7 rimbalzi e 5 assist), tutto il quintetto degli Warriors va in doppia cifra, con i 17 a testa di Kevin Durant e Draymond Green (ottimo con anche 8 rimbalzi, 6 assist, 2 stoppate e 2 recuperi, 13/25 da tre per lui nei playoff finora e 19 stoppate totali), e i 15 di Klay Thompson. Spaventa il fatto che i californiani possano disporre così facilmente dei propri avversari – superando agevolmente quota 100 a tabellone anche con i titolari a riposo negli ultimi minuti – in una gara in cui tirano solo 7/29 (24.1% contro il 40.3% tenuto contro i Blazers nella serie di primo turno), dalla grande distanza, uno dei punti forti della squadra della Baia.
Non entrano i tiri da tre punti? Nessun problema: Golden State corre, e distrugge i Jazz per punti ottenuti in contropiede, 29-6. È un’altra ricetta che assicura la vittoria: i californiani sono infatti 28-0 tra stagione regolare e playoff quando segnano più di 25 punti in contropiede. La partita viene segnata fin dall’inizio dal 9-0 di parziale che vede Utah senza canestri per i primi 4 minuti abbondanti della partita. Da lì in poi appare tutto in discesa, anche se ci pensa Steph Curry a mantenere la serata interessante, nel bene e nel male: prima realizza la giocata della gara, ubriacando Rudy Gobert (meritevole candidato al premio di difensore dell’anno), in palleggio prima di concludere al ferro in acrobazia, e poi accusando un leggero guaio alla caviglia, una storta che lo manda precauzionalmente in panchina, dove si toglie anche la scarpa per valutare le condizioni del piede prima di tornare in campo ma solo per abbandonare definitivamente la contesa poco dopo. Potrebbe non essere assolutamente nulla di preoccupante, ma quando si tratta di Curry e delle sue caviglie basta anche poco per allarmarsi.
03/05 02:00 | ![]() |
BOSTON CELTICS | 129-119 OT1 | WASHINGTON WIZARDS | ![]() |
29:42, 64:67, 84:89, 114:114 |
https://youtu.be/2zI575pgEco
Nel giorno del compleanno della sorella Chyna, Isaiah Thomas mette a referto una delle prestazioni più spettacolari nella storia dei Celtics, realizzando 53 punti e regalando il successo in rimonta e il vantaggio 2-0 nella serie a Boston.
Meraviglioso. Non c’è altro modo per definire Isaiah Thomas, il piccolo grande playmaker dei Celtics in grado di superare nonostante la stazza ridotta le barriere del tifo e del campanilismo, diventando in questi playoff l’idolo di tutti gli appassionati NBA. Dopo i giorni difficili sconvolti dall’improvvisa morte di Chyna (sorella del playmaker dei Celtics, alla quale a dedicato la vittoria), il numero 4 di Boston ha dichiarato di voler andare avanti in questa post-season perché lei non gli avrebbe mai chiesto di smettere. E così, nel giorno di quello che sarebbe stato il 23° compleanno della sorella, Thomas ha giocato una partita che resterà nella storia dei Celtics, autore di 53 punti nel successo in rimonta conquistato da Boston, salita sul 2-0 nella serie contro gli Wizards.
La point guard nativa di Tacoma ha chiuso il match realizzando 29 punti tra quarto periodo e overtime (tutta Washington ne ha messi a referto 30 in totale nello stesso lasso di tempo), tirando 18/33 dal campo e 5/12 dall’arco, secondo soltanto a John Havlicek per punti segnati in un incontro playoff in maglia Celtics (uno in meno dei 54 realizzati nella semifinale di Conference del 1973 contro Atlanta).
“Mia sorella… Tutto quello che ho fatto era per lei e sono certo che da lassù mi stesse guardando”, ha commentato con le lacrime agli occhi e nel più dolce dei modi a fine gara.