Gara 1 di playout di A2 Citroen tra Givova Scafati ed Unieuro Forlì 2.015 è stata esattamente quello che ci si aspetta da una partita di pallacanestro di questo tipo: una squadra più forte sul piano teorico e forse anche pratico, quella di casa, destinata a vincere, che a metà del secondo quarto è avanti di quasi venti punti con una discreta facilità, poi il ritorno degli ospiti, il lento riavvicinarsi, il pareggio, il risveglio di Scafati col colpo di coda e la sorpresa finale con Forlì che vince una gara decisamente difficile alla quale in pochi nella stessa cittadina romagnola credevano.
La partenza, per i primi due minuti è stata decisamente della squadra ospite: circolazione di palla leggera ma attenta, palla sotto ad Amoroso che l’ha messa nel canestro o rimandata fuori per dei buoni tiri. Poi è salito in cattedra Naimy, play israeliano di Scafati con la sua velocità e le sue penetrazioni che ha costretto Adegboye a due falli in due minuti e mezzo, poi Bonacini poco dopo. A questo Giorgio Valli coach di Forlì è stato costretto a cambiare la coppia di guardie titolari ed è cominciata la folata offensiva di Scafati che è andata a segno in ogni modo con tutti i suoi giocatori da Jackson ad Ammannato, da Fantoni a Lupusor, da tre o da sotto o con tiri liberi perchè Forlì ha superato presto il bonus di 4 falli per tempo. Di contro l’attacco ospite si è bloccato ed ha chiuso le azioni molto in fretta e troppo spesso con un tiro da tre senza molto senso. Primo tempo 24 a 16 per Scafati.
Ma i primi cinque minuti del secondo tempo sono stati uno strazio per l’Unieuro che ha progressivamente perso forza e reattività tanto in attacco quanto in difesa mente la Givova si è esaltata dietro le penetrazioni e gli scarichi di Naimy e Dobbins chiamato a fare anche il play: 37 a 20 dopo 4 minuti e 28″. Fine dei giochi? No perché Scafati su questo vantaggio – anche legittimamente – ha leggermente rallentato ed invece di infliggere il colpo definitivo ha permesso agli avversari di mettere a segno un parzialino di 0 a 4 che pur senza modificare più di tanto il risultato ha dato respiro e concesso a Giorgio Valli di ergersi a protagonista della partita. Intanto perché ha puntualmente protetto i suoi giocatori che entravano nell’orbita dei falli a rischio – e vabbè questo può essere logico ma la precisione chirurgica con cui il coach modenese lo ha fatto è stata la salvezza della squadra – poi cambiando il quintetto a seconda di chi in quel momento dava garanzie di tenuta mentale anche solo per pochi minuti. Insomma ha provato a mischiare un pò le carte – rischiando forse – a Scafati. Dentro e fuori per esempio, per Melvin Johnson, inguardabile in attacco per tre quartoì e mezzo. Insomma tira e molla, con Scafati un pò meno decisa nelle sue azioni il secondo quarto si è chiuso sul 41 a 31 per i padroni di casa. Che però fino a questo momento hanno avuto percentuali di tiro dal campo davvero notevoli, come solo il loro potenziale straordinario può garantire e ben 9 rimbalzi in più.
L’avvio del terzo quarto ha però segnato la partita perché la furia di Ogo Adegboye si è abbattuta sul Pala Mangano con 8 punti in 2 minuti e 50 secondi per il 46 a 42 che ha spaventato tutti. Tanto che Jackson, anche lui sin lì silente e Santiangeli hanno subito ridato fiato a Scafati e rimesso otto punti di vantaggio per il 50 a 42. Quattro punti di Melvin Johnson per Forlì sono stati solo il preludio all’inizio dell’Ammanato-time che con l’aiuto del capitano scafatese, Fantoni ha segnato cinque punti fantastici – più due di Fantoni appunto, che hanno impedito il sorpasso di Forlì guidata da Castelli e dal 23° punto di Adegboye per il punteggio della terza frazione chiuso sul 62 a 61.
L’inerzia però era chiaramente passata dalla parte di Forlì che ha coronato il suo inseguimento dopo 2 minuti e 50″ del quarto periodo con una tripla del monumentale Castelli del 66 pari. Qui ci si aspettava la reazione di Scafati che si è concretizzata ma non come nei primi due quarti perché senza la verve di Naimy la squadra di coach Perdichizzi, che si è affannato dalla panchina a predicare calma, ha affrettato i tiri e soprattutto ha tirato spesso in condizioni non buone. Adegboye a questo punto ha rallentato il ritmo ed è tornato a giocare come nei primi due minuti facendo girare la palla anche sotto canestro – dove Amoroso si è divorato 4 punti – ed ha trovato Melvin Johnson che ha messo 6 punti ( tre liberi ed una tripla) che hanno di fatto chiuso la contesa). Anche perché a 2″ dal termine sul 80 ad 83 Jackson, che si era risvegliato protagonista negli ultimissimi istanti della partita, ha sbagliato il primo dei due tiri liberi che avrebbero potuto dare un altro indirizzo alla gara.
Qui il tabellino della partita
Eduardo Lubrano