Ci siamo. Dopo sette mesi di stagione regolare, trenta giornate, mille emozioni e altrettanti ribaltoni in classifica partono i playoff di serie A2, un terno al lotto che porterà alla promozione della sola eletta che riuscirà e emerge sulle altre 31, conquistando la massima serie, al termine di una maratona che, nella sua massima estensione, potrebbe portare a giocare la bellezza di venti partite nell’arco di poco più di un mese e mezzo.
E’ un playoff caratterizzato dall’incertezza. Ci sono almeno cinque squadre che vantano legittime ambizioni di promozione, ma il terreno è disseminato di ostacoli, e ci sono almeno un paio di possibili outsider che non vanno sottovalutate.
Analizziamo, dunque, serie per serie, quello che ci offriranno, a partire da sabato, gli ottavi di finale, partendo dalla parte alta del tabellone.
DE’ LONGHI TREVISO – LIGHTHOUSE TRAPANI
Treviso è stata sicuramente la squadra più regolare del girone est: sempre nelle prime posizioni, ha inseguito a lungo la Virtus Bologna ed è riuscita nel sorpasso proprio nelle ultime giornate. Ha appena inserito Tomislav Gabric, ala croata di 2.04 dai rumeni del BCM U Pitesti, che farà turnover con Perry e Zoltan Perl, dopo aver provato l’assalto, mancato, ad Andrea Bargnani. La forza della squadra di Stefano Pillastrini è la difesa, dove i trevigiani impongono le proprie gambe fresche e lunghe rotazioni per asfissiare gli avversari con la pressione difensiva. Per punti subiti è largamente la miglior squadra del torneo (66,2 punti concessi, lasciando il 29.8% da tre agli avversari), giovando anche del fatto di abbassare sistematicamente i ritmi della partita (in compenso è anche il peggior attacco per punti). Davide Moretti (12.2 punti col 38% da tre) e Matteo Fantinelli (8.9 punti, 5.8 rimbalzi e 5.7 assists) sono i fari della squadra, mentre Jesse Perry (12.3 punti e 9.2 rimbalzi) e Andrea Ancellotti (7.5 punti e 7.2 rimbalzi con 1.5 stoppate) presidiano l’area. Buono l’inserimento di Perl, arrivato a metà stagione per sostituire il deludente DeCosey. Il pronostico è ovviamente per i trevigiani, che, tra l’altro hanno un roster ora a undici giocatori, fattore molto importante in post season. Trapani, dal canto suo, ha ottenuto il pass playoff solo all’ultimo tuffo, ringraziando il successo di Biella sul campo dell’Eurobasket Roma. Stagione abbastanza sotto le aspettative quella dei siciliani, che non hanno mai brillato nell’arco del campionato. Tra dimissioni rimandate da parte di coach Ducarello, sconfitte evitabili (sei casalinghe) e una difesa che traballato troppo spesso (oltre 79 punti subiti di media) la Lighthouse ha fatto un campionato di continua rincorsa e ora si trova di fronte un primo turno proibitivo. Squadra comunque con potenzialità enormi, non fosse altro per l’accoppiata play-centro, una delle migliori della categoria. Mays (17.8 punti col 41% da tre), piccolo ma indiavolato playmaker americano, è in grado di far canestro da ogni angolo del campo ed a ripetizione, ma anche di assistere i suoi compagni. In particolare di creare spazio per il suo centro Andrea Renzi (ex di turno, 16.9 punti e 7.1 rimbalzi), forse il più bravo là sotto, capace di rendersi utile anche quando la squadra lo ignora o non riesce a servirlo come dovrebbe. Tomassini e Tavernelli da fuori garantiscono punti e solidità, mentre Ganeto e Viglianisi aiutano a fare sostanza insieme al giovane Simic. Buono l’inserimento di Jay Crockett, sostituto di Carleton Scott a stagione in corso. Fondamentale per covare sogni di gloria sarà non perdere il fattore campo e magari piazzare un colpo a freddo in una delle prime partite, ma il pronostico sulla serie appare abbastanza chiuso.
MONCADA AGRIGENTO – FORTITUDO BOLOGNA
Agrigento e Bologna si incontrano per il secondo anno consecutivo. La passata stagione fu nei quarti, oggi si aprono i playoff con l’incrocio tra Fortitudo. E se l’anno scorso fu un cappotto a favore dei bolognesi, oggi i siciliani sembrano avere qualcosa in più da opporre. La Moncada, infatti, forse è la squadra che dal punto di vista estetico ha giocato la miglior pallacanestro del proprio girone, allenata in maniera eccellente da quel bravissimo coach che è Franco Ciani. Piazza e Buford (18 punti e 8 rimbalzi di media) rappresentano le due punte: il primo per bravura tecnica e tattica, il secondo per esplosività, inventiva e atletismo difficilmente contenibili a questo livello. Agrigento gioca una pallacanestro semplice nel senso migliore del termine nella quale gli avversari spesso si perdono. Anche l’altro americano, Damen Bell-Holter, dopo essere stato in odore di taglio per qualche settimana, è apparso in ripresa. I vari Chiarastella, Zugno, Evangelisti, Ferraro garantiscono alla squadra di Ciani quell’esperienza necessaria per essere una delle mine vaganti di questi playoff anche perché vincere ad Agrigento è un po’ come farlo a Biella: difficilissimo. La Fortitudo bolognese, invece, vede un film simile a quello del campionato 2015/2016, con una stagione regolare abbastanza deludente, che dovrà essere riscattata da un playoff ruggente. I proclami estivi si sono scontrati con una realtà dei fatti che ha mostrato una squadra sulla carta fortissima ma che spesso ha zoppicato, perdendo troppo (tre volte anche nel fortino di Piazza Azzarita) e non dando mai continuità alle proprie prestazioni. Tanti cambi a roster (via Roberts, dentro Nikolic, via lui dentro Legion, arrivi in corsa anche per Marchetti e ora Cinciarini) ma l’unica costante, per adesso, è stata una squadra che non ha convinto, finendo quinta in classifica. Il pronostico, se non altro, è per i bolognesi, che non hanno eguali come lunghezza di roster e talento a disposizione. Bisognerà, però, trovare il modo di esprimerlo questo potenziale. Perché già Agrigento sarà un test complicato, ma anche dovesse essere passato sarà solo il preludio a turni successivi ancora più difficili e sempre, presumibilmente, senza fattore campo. Dall’intensità difensiva passerà molto, ma servirà anche brillantezza in attacco, dove molto spesso la palla ha girato in maniera farraginosa, rovinando quanto costruito nell’atra metà campo (decimo attacco per punti segnati a est).
ALMA TRIESTE – REMER TREVIGLIO
Trieste è stata una delle grandi sorprese del girone Est. Partita lenta (quattro sconfitte nelle prime cinque gare) l’Alma poi è esplosa, vincendo venti delle restanti venticinque e terminando al terzo posto, ma solo per una questione di classifica avulsa. Gli uomini di Dalmasson sono stati una delle realtà più belle del girone, giocando un basket frizzante e energetico, trascinato da un Javonte Green (16 punti, 6 rimbalzi, 2.7 recuperi e il 38% da tre) che appare ormai pronto a palcoscenici ben più prestigiosi. Non si fraintenda però: il gioco triestino è stato un inno al lavoro di squadra e mai sottomesso ai voleri di un singolo. Trieste ha sempre potuto contare su dieci giocatori pronti a scendere in campo con profitto, non lesinando mai una stilla di energia (poco oltre i 71 punti concessi a incontro) e volando letteralmente sul proprio campo di casa, violato solo alla prima giornata da Treviso. Jordan Parks (14 punti e 7 rimbalzi di media) è stato solida ancora nel pitturato e ottime cose le ha prodotte Matteo Da Ros (11 punti, 6 rimbalzi e 4 assists). L’arrivo di Cittadini ha dato ulteriore solidità alla squadra, che sul perimetro, poi, ha avuto il mix di esperienza e gioventù fornito dai vari Pecile, Bossi e Prandin e ora ricevere un’ulteriore spinta dall’arrivo di Daniele Cavaliero. Treviglio, invece, ha fatto percorso inverso, tant’è vero che prima delle ultime due vittorie con Latina e a Tortona, in rimonta in una partita che per i padroni di casa non aveva valore, i lombardi venivano da sette sconfitte in otto gare. Fino a quando le cose sono andate bene, però, Treviglio è stata una piccola Trieste. Gruppo con una identità italiana molto forte (Tommaso Marino leader a oltre 15 punti di media e contributo sostanzioso di Rossi e Marini, 18 punti e 9 rimbalzi combinati in coppia), giovani leve interessanti (Cesana, Nwohuocha, Pecchia) e una coppia di stranieri funzionali al progetto in Sollazzo (15,8 punti col 43% da tre) e Paulius Sorokas (14 punti con quasi 9 rimbalzi a incontro), ottimo atleta. La trazione offensiva però (quasi 82 punti a partita, ma anche 80 subiti a incontro) alla lunga ha creato qualche problema, e in sostanza la Remer non arriva certo nelle migliori condizioni alla post season. Difficile pensare a un colpo di scena qua, se non altro perché i triestini in casa sono infallibili, mentre i ragazzi di Adriano Vertemati non hanno certo brillato lontano dal proprio campo (9 sconfitte in 15 incontri).
ORSI TORTONA – DINAMICA GENERALE MANTOVA
Non fosse stato per Biella, Tortona sarebbe stata la grande protagonista del girone Ovest. I ragazzi di Demis Cavina hanno giocato una regular season davvero pazzesca, divertendosi e facendo divertire il proprio pubblico con un basket tanto spumeggiante (78 punti a partita con oltre 27 tentativi da tre) quanto efficace. I piemontesi hanno fatto la stagione sulla propria razzente coppia di guardie USA, che è stata il segreto di pulcinella della squadra. 18.6 punti e 4.3 assists per Glenn Cosey, 15.8 punti col 38% da tre per Phil Greene i numeri di una delle coppie straniere più pericolose dell’intero campionato, capace in più di un’occasione di risolvere le partite a proprio favore. La loro pericolosità esterna è stata ben completata dalla presenza interna di Garri e Ricci (entrambi in doppia cifra di media e assai pericolosi da dietro l’arco). Intorno a loro ruotano una serie di ragazzi, giovani e meno, con molta voglia di far bene come Sanna, Mascherpa, Alviti, Cucci e Taverna che riescono a mantenere il livello di freschezza della squadra e la velocità sempre elevata, anche se a volte a discapito del tasso tecnico. Squadra sfacciata che non ha nessun timore reverenziale, l’unico dubbio che può venire è su una rotazione rimasta abbastanza striminzita dopo la partenza di Reati in direzione Forlì, che si sostanzia, in effetti, di otto giocatori. Un dettaglio su cui proverà a fare la corsa Mantova, che deve cercare di raddrizzare una stagione che nella seconda metà è stata avara di soddisfazioni. L’impatto mai del tutto convincente di DeAndre Daniels (13.3 punti e 6.7 rimbalzi di media) ha inficiato le prestazioni della squadra, che, di contro, ha avuto la miglior stagione in carriera di Alessandro Amici (14 punti, 6 rimbalzi e 3 assists di media) e un LaMarshall Corbett positivo anche se non strepitoso (16 punti, 39% da tre). Squadra pericolosa a sua volta nel tiro pesante (35.7% di squadra, quarta a est), Mantova è probabilmente squadra migliore di quanto non dica la classifica e quindi questa è certamente una serie da guardare con attenzione. Sul proprio campo non è stata impeccabile, ma dovesse riuscire a portare via una partita nelle prime due per Tortona poi sarebbe davvero dura andare a riequilibrare la situazione. Da segnalare i problemi fisici per Sylvere Bryan, cambio dei lunghi (dietro a Candussi), che salterà sicuramente gara 1, forse anche gara 2.
Nicolò Fiumi