Bologna 12 aprile 2017 – Venerdì sera andrà in scena il Derby di ritorno tra Fortitudo e Virtus Bologna. In città, chiaramente, non si parla d’altro e la tensione sale giorno dopo giorno. La partita in se, guardando alla classifica, ha valore soprattutto se non quasi esclusivamente per la Virtus, che per conservare il primo posto deve necessariamente vincere entrambe le ultime due partite. La Fortitudo, dal canto suo, sa che oltre all’attuale quinto posto non potrà andare. E difficilmente, da dietro, Roseto potrà acchiapparla, avendo lo scontro diretto a proprio favore e dovendo, la stessa Roseto, giocare l’ultima di campionato sul campo proprio della Segafredo.
Ma in queste ore, come troppo spesso accade, non è il campo che sta tenendo banco ma la questione biglietti. Facendo un rapido sunto della situazione: è sorta polemica perché la Fortitudo ha destinato ai tifosi Virtus poco meno di 300 biglietti, che sono decisamente meno del 10% rispetto alla capienza totale dell’impianto che, per regolamento, la squadra di casa deve riservare alla tifoseria ospite. Il PalaDozza contiene 5.557 spettatori. Quindi ai tifosi Virtus spetterebbero di diritto 557 biglietti. La Fortitudo ha giustificato la scelta dicendo di voler garantire un corposo cuscinetto di sicurezza, composto da forze dell’ordine, tra i propri tifosi e quelli ospiti, volendo evitare che si ripetano gli incidenti accaduti alla fine del Derby d’andata e sottolineando come, nel caso, sarebbe la squadra di casa a dover pagare multe o subire squalifiche del campo. La scelta è supportata dal rapporto del responsabile sicurezza del PalaDozza. Che è Massimiliano Zanetti. Nessuna parentela con il Massimo Zanetti neo presidente della Virtus, ma partecipazione con quota in Bologna 1932, che è la società che nel 2014 ha acquisito le quote di Fortitudo 103 e di cui Gianluca Muratori è presidente, essendo così anche sostanziale presidente della Fortitudo stessa. Si come capisce come tale rapporto non sembri venire da una fonte esattamente super partes.
La Virtus ha, chiaramente, obiettato alla scelta e fatto ricorso alla Procura Federale, non essendo state rispettate le regole senza che ci sia un legittimo impedimento a farlo. Per di più, nei giorni conclusivi della campagna abbonamenti Fortitudo (si parla di ottobre 2016) la dirigenza biancoblù, nella persona del DG Cristian Pavani, comunicò che “comunque vada la parte finale della campagna, che chiuderà il 7 ottobre, a 4.800 tessere ci fermeremo” giustificando la scelta col fatto che, dei 5.557 posti del PalaDozza il 10% vada lasciato al settore ospiti, come da regolamento. Oggi ci si trova a dover concedere quel 10% e sorge questo problema. Per di più affrontato a 48 ore dalla partita (la prevendita dei biglietti aprirà domani), quando la questione appariva evidente da parecchio tempo, ribadendo come spesso non ci sia la capacità (o la volontà? Concedere 557 biglietti ai tifosi Virtus vorrebbe dire non vendere biglietti, o quasi, ai tifosi Fortitudo) di affrontare un problema in maniera adeguata.
Perché se il problema era ben noto da mesi, e nessuno può negarlo, lo si affronta solo ora? E’ pensabile che per un evento che coinvolge una città come il Derby di Bologna i biglietti residui vengano messi in vendita a 24 ore dalla palla a due?
Ora, esulando dalla questione in se, che porta in seno svariati argomenti, tra cui quello più importante della sicurezza all’interno dell’impianto, resta una domanda: perché il basket italiano continua ad essere atavicamente incapace di sfruttare occasioni come queste? All’andata, in quello che fu un grande spettacolo prima ancora sugli spalti e poi in campo, si riuscì comunque a combinare un pastrocchio epocale con la questione accrediti stampa. Oggi si presenta la questione biglietti, gestita in maniera che a più d’uno sta facendo pensare a ragionamenti non necessariamente fatti in buona fede.
La domanda è: perché? Noi rimaniamo qui a guardare le scalpellate che vengono inflitte a questo movimento e ce lo chiediamo.
Nicolò Fiumi