Philips Arena, Atlanta, 18 marzo 2017. Una splendida prova di forza corale consente ai Blazers di attraversare la Georgia come un treno in corsa, un treno che insegue i playoff con legittima ambizione! A meno di un’ora dal match, gli Hawks annunciano l’assenza di Paul Millsap per infortunio e, benché Ilyasova lo sostituisca da top scorer della squadra, appaiono disuniti e privi di idee: il 97-113 finale non è che la somma di questi addendi. Una gara sorprendentemente senza storia, dominata dagli ospiti fin dalle prime battute e senza ammettere repliche!
Primo quarto. Tira da subito una brutta aria per Atlanta, se Lillard apre il suo score con un…tiro da 4 e Schroder “corona” il pick and roll trovando solo le inesorabili mani di Nurkic, prima, di Vonleh, poi, prima di decidersi ad aprire per Ilyasova sul lato debole! Un missile terra-aria dai nove metri di Lillard costringe coach Bud a chiamare il primo timeout dopo appena quattro minuti (3-11). Il risultato è nullo: la PG della Germania continua a trovare la strada del canestro maledettamente sbarrata, mentre le mani ospiti sono calde e sono ovunque: Damian è in doppia cifra dopo meno di 6′, dopo 9′ sigla il +20 con un conclusione rapida dai sei metri, dopo aver deliziato chi vi scrive con un assist da terra! Gli Hawks? Ancora non sono scesi in campo! Il loro pick and roll è ripetitivo e prevedibile, Nurkic lo difende egregiamente chiudendo il corridoio ad uno Schroder che inizia molto presto a rimediare qualche fischio dalla tribuna; l’alternativa è riposta nel solo tiro dietro il blocco, senza fortuna! Portland tiene alti i ritmi e, al contrario, impone la sua legge trovando sempre la retina con conclusioni rapide. Tim Hardaway Jr., a cui la canotta dei Blazers pare fare l’effetto di un drappo rosso, mitiga un po’ lo scarto dalla lunetta, ma un dubbio “and1” di Aminu sigilla impietoso il primo parziale (18-40)!
Secondo quarto. Trascinata da Hardaway e da Dwight Howard, grazie anche all’energia di Prince, Atlanta alza finalmente la testa dal cuscino: bomba pazzesca del primo, contropiede a segno per il secondo e Stotts ferma subito il cronometro e l’inerzia sfavorevole sul parziale di 8-0, frutto di una rigenerata difesa del ferro per i padroni di casa. Ma la risposta tattica dei Blazers fa molto male: Nurkic viene dirottato lontano dal canestro e, da lì, assiste i tagli delle sue ali (Aminu, Harkless) come se non avesse mai fatto altro (risulterà il miglior assistman dei suoi!), ma non dimentichiamo l’efficacia difensiva degli ospiti, con un quintetto alto ma versatile e capace di accettare tutti i cambi sui mismatch costruiti dai padroni di casa nel vano tentativo di trovare il corridoio giusto. Shroder pare un pesce fuor d’acqua e continua a sbattere la testa contro il muro difensivo ospite, Atlanta trova in Bazemore l’unica risorsa efficace per puntare al ferro, sull’asse Hardaway-Howard l’unica parvenza di gioco, ma lo sforzo prodotto non genera nulla (36-55 al 7′), perché il canestro sputa fuori anche una buona conclusione (taglio, ricezione e tiro da fuori) di Prince ed una schiacciata-reverse dopo splendido movimento dal post basso da parte di Superman. Salito in cattedra anche McCollum (pick and roll e floater jump shot), ecco che il primo tempo va a spegnersi come un cerino, senza sussulti e con i Blazers in totale controllo (46-63)!
Terzo quarto. I floater dei Portland splash brothers, dopo aver ricevuto il blocco dall’onnipresente Nurkic, sono l’incubo di Atlanta e divengono il marchio di fabbrica dei Blazers. Il solo Ilyasova continua a rispondere presente (52-69 al 3′). La difesa di casa prova a stringere le maglie tenendo le marcature e passando sui blocchi (ottima prova di Prince), ma gli sforzi vengono vanificati dai rimbalzi offensivi di Aminu e del solito Nurkic. Schroder riesce a vedere un canestro dal campo per la prima volta a metà parziale (59-73), ma Portland replica in run&gun mode: supera la metà campo, fa un passaggio e tira: tocca ad Allen Crabbe infilare due triple consecutive dalla stessa mattonella (63-81 al 8′). Potrebbero, allora, già partire i titoli di coda, se non fosse per Hardaway, letteralmente on fire: l’unico capace di costruirsi un tiro dietro i blocchi, l’unico capace di leggere ed attaccare i mismatch. Ed allora è giusto che lo score venga chiuso ancora da lui, ancora dalla lunetta: 73-85, c’è forse partita per l’ultima frazione?
Quarto quarto. La risposta dei Blazers arriva quasi subito, ed è negativa: si sblocca anche Evan Turner, al rientro dopo un mese e mezzo di assenza, ed il pick and roll con relativa conclusione dalla media degli ospiti non ammette repliche (80-95 al 4′)! Vero è che Hardaway pare segnare anche ad occhi chiusi, vero anche che Portland colleziona palle perse, ma queste danno la sensazione di essere quasi fisiologiche, sui ritmi indemoniati del suo sistema offensivo. Meno numerose, ma molto più dolorose (anche a causa del contropiede assassino dei ragazzi di RIP City), sono le perse dei padroni di casa, compassati e prevedibili nelle penetrazioni: la difesa ospite ha buon gioco nel chiudere le linee di passaggio e, allora, l’alternativa consiste negli isolamenti e nelle forzature. Ancor più che l’assenza di Millsap, il problema di Atlanta è la mancanza di playmaking, se Schroder è in serata no, Delaney si accende solo a sprazzi e Hardaway…beh, non gli si può chiedere anche questo! Quando Lillard, da casa sua, firma di nuovo il +18 e Crabbe ruba un pallone nell’altrui metà campo, lì si: anche ciò che resta di un ipotetica competizione va in ghiaccio con il risultato. La partita ha un solo padrone. Resta il tempo per ammirare ancora l’impressionante continuità con cui Lillard e McCollum trovano il fondo della retina con il loro floater, così come Ilyasova con le sue conclusioni dai 7,25: troppo solo (o quasi), troppo poco, perfino troppo tardi. 90-109 al 9′ e, mentre chiudiamo baracca, ammiriamo con la coda dell’occhio il gancio cielo di un Nurkic semplicemente determinante e ci chiediamo cosa diavolo abbia fatto finora sul pino Calderon, stante la pochezza di idee dei suoi compagni di ruolo.
Nulla di compromesso per gli Hawks, ancora in relativamente tranquilla posizione playoff, ma alla terza sconfitta consecutiva, forse, un campanello d’allarme è bene che suoni. I Blazers, invece, sono lì, a due vittorie dall’ottava piazza della Western Conference e paiono, finalmente, aver ritrovato la brillantezza della scorsa stagione: manca meno di un mese, ma nulla è ancora perduto!
Atlanta Hawks – Portland Trail Blazers 97 – 113
Atlanta: Howard 14 (10 R), Bazemore 12, Schroder 8 (7 A, 2-14%FG), Ilyasova 23 (4-5%3P), Sefolosha, Prince 8 (6R, 3 blk), Hardaway 22, Delaney 8, Muscala 2, Kelly, Calderon. All: Budenholzer
Portland: Lillard 27, Nurkic 12 (9 R, 6 A), McCollum 22 (6R, 5A), Harkless 12, Vonleh 10 (11 R), Crabbe 16, Aminu 8 (7 R), Turner 2 (8R, 3A), Leonard 2, Napier, Layman 2, Connaughton. All: Stotts
Scritto da Marco Calvarese ed editato da Francesco Bertoni