Avellino, 8 marzo 2017 – L’Umana Reyer Venezia vince al PalaDelMauro vs i padroni di casa della Sidigas Avellino in #Match2 degli ottavi di finale della FIBA Basketball Champions League confermandosi in stagione una vera e propria bestia nera per i campani, avendoli già battuti 3 volte su 3 ed estromettendoli dalla manifestazione continentale nel computo anche del doppio punteggio: 68-72 sommato al +4 dell’andata al Palasport Taliercio nella bruttina#Match1 dal punteggio oscenamente basso.
Reyer Venezia quasi perfetta dicevamo nella gestione della gara nella quale è sempre stata avanti, soffocando immediatamente le velleità irpine di volare avanti nel punteggio frutto di un’ottima difesa che ha subito tolto il respiro dal perimetro ai vari Joe Ragland, David Logan e Levi Randolph ma senza dimenticare di montare una guardia ben ferrea e decisa nei pressi del proprio ferro dove, nonostante un Kyrylo Fesenko da ben 16 rimbalzi e 12 punti (eroe anche in negativo per i suoi colori dalla lunetta con 2/8), prima la coppia Ortner-Peric e dopo Hagins e Capitan Ress hanno reso la vita quasi impossibile agli avversari.
E mentre dalla parte biancoverde si cercava il bandolo della matassa, saliva in cattedra un’inaspettato MarQuez Haynes a giudicare dalle sue ultime uscite. L’ex-Milano, Siena e Maccabi metteva dentro triple decisive come anche Tyrus McGee e l’inossidabile Tomas Ress, triple che incidevano molto nel morale avversario già fiaccato da una certa frustazione nel non riuscire a trovare quello sfogo naturale della propria manovra nei pressi del ferro con Fesenko o Zerini (Cusin ancora out questa sera). E se nel primo periodo questo aspetto del gioco era parso anche incapacità di trovare pulizia nel tiro della Sidigas, con alcune tabellate senza senso anche di uno spento Marques Green, nel secondo periodo l’incapacità della Scandone si palesava quasi in una sorta d’imbarazzo che Melvin Ejim puniva con una tripla del 17-30 al 15’ del secondo quarto, a sancire quello che ormai in campo sembrava chiaro: Avellino in affanno, Venezia in controllo anche e soprattutto dell’emotività della gara. Il punteggio al suono della sirena lungo non ammetteva repliche sul 27-40 per gli ospiti e Sidigas impacciata e malmessa anche dalla linea dei liberi (Fesenko 1/5).
Terzo periodo e Reyer sempre sul pezzo, eccome. Leunen in imbarazzo contro la fisicità di Ejim e la stessa ala ex-Virtus Roma a dare il +16 ai suoi con un’altra tripla (27-43 al 21’). Ma montava il tifo biancoverde e montava anche la carica di un Joe Ragland che si metteva la squadra sulle spalle, Avellino in gara ed in corsa grazie all’ex Milano anche grazie ad una difesa adesso più decisa in area e fuori dall’area. Sacripanti iniziava a scavare la sua personale fossa andando su e giù davanti alla panchina, incitando ora David Logan, ora un redivivo Thomas che con Randolph provavano a riportarsi sotto nel punteggio. Venezia s’aggrappava ora a Michael Bramos, ora ad un gladiatorio Peric con il solito Ariel Filloy metronomo ed a volte anche esecutore da fuori della manovra veneziana. Sidigas comunque di cuore e gap ridotto al -7 del 30’.
Ultimo periodo e gara comunque sempre di base in mano a Venezia ma David Logan iniziava a scaldare la mano, 55-59 al 32’ con il PalaDelMauro in visibilio. Difesa quasi ai limiti dei padroni di casa e Venezia che perdeva un po’ la propria sicurezza anzi, andava in affanno di colpo quando prima Thomas e dopo David Logan riportavano Avellino sul 61-62 al 36’. De Raffaele richiamava i suoi, Ejim rimetteva ossigeno nei polmoni asfittici di Venezia assieme al solito Ben Ortner, e questa volta l’eversore era Levi Randolph che riportava i bianchi di casa sul 65-66. Ma la serata di Haynes si manifestava con una schiacciata nel cuore della difesa (malmessa a dire il vero), biancoverde, Sidigas ancora a tirarsi su ma ad impattare solo a 35” del termine con Fesenko che finalmente metteva dentro un libero. E di fatto la gara terminava sui liberi di Filloy e dello stesso Haynes per la gioia della panchina orogranata.
Una gara che Avellino ha certamente provato in tutti i modi di vincere senza però riuscirci. L’assenza di Marco Cusin si fa sentire eccome, i meccanismi offensivi con Logan devono ritrovarsi nel bilanciamento ed in questa metamorfosi pagare dazio questa sera è inevitabile in un processo di crescita. Squadra poco atletica la Scandone, occorre che Sacripanti riesca a fare equilibrio anche in questo perchè Venezia ha dimostrato che l’atletismo conta parecchio. Peccato poi per i tiri liberi, un 50% scarso è da mangiarsi le mani ma in fondo il basket è anche questo, Avellino in questa fase della stagione paga anche fisicamente una stagione che l’ha vista protagonista in campionato ed in coppa, bisogna azzerare e ripartire nonostante la delusione.
Festeggia Venezia e lo fa a ben donde, con un Ariel Filloy playmaker questa squadra approda comunque ad un traguardo che il proprio prestigio (e gli investimenti profusi in questi anni), merita. Ed ora si dovranno inserire Julian Stone e Batista, pezzi pregiati per una squadra che diventerà ancora più fisica e realmente difficilmente d’abbattere proprio nei chili e nei centimetri, senza contare Stefano Tonut…Se Venezia riuscirà in futuro a trovare costanza nel rendimento Milano dovrà stare molto attenta, anche dopo questa sera.
Sidigas Avellino – Umana Reyer Venezia 68-72
Parziali: 14-21; 13-19; 22-16; 19-16
Fabrizio Noto/FRED
@FaberNoto