Venerdì a Bologna, sul parquet della Unipol Arena, partirà la Coppa Italia di serie A2, per l’occasione con uno sponsor di prestigio come Turkish Airlines. Come ogni anno è la prima vera occasione per cominciare a fare la tara ai due gironi. Seppur in un contesto molto diverso da quelli che saranno i playoff, le migliori quattro squadre dei due gironi per quanto riguarda l’andata del torneo si incroceranno per assegnare un trofeo che può già dare indicazioni interessanti su quella che sarà la futura corsa promozione.
Virtus Segrafedo Bologna, Dè Longhi Treviso, Alma Trieste e Dinamica Generale Mantova sono le squadre che si sono qualificate per il girone Est, Angelico Biella, TWS Legnano, Virtus Unicusano Roma e Moncada Agrigento, invece, sono le quattro del girone Ovest.
Il programma è il seguente:
VENERDI’ 3 MARZO 2017
Ore 13.15 Angelico Biella – Dinamica Generale Mantova
Ore 15.30 De’ Longhi Treviso – Virtus Unicusano Roma
Ore 18.30 TWS Legnano – Alma Trieste
Ore 20.45 Virtus Segafredo Bologna – Moncada Agrigento
SABATO 4 MARZO 2017
Ore 18.30 Vincente Biella/Mantova – Vincente Treviso/V. Roma
Ore 20.45 Vincente Legnano/Trieste – Vincente V. Bologna/Agrigento
DOMENICA 5 MARZO 2017
Ore 17.45 Finale
Vediamo allora il borsino delle otto squadre, cercando di capire quali arrivano più o meno in forma, tenendo in considerazione che si tratta di un torneo su partita secca, che gli equilibri rispetto alla fine del girone d’andata sono un po’ mutati (Mantova, Roma e Agrigento oggi non sarebbero qualificate) e che la Virtus Bologna gioca in casa.
LE PIU’ IN FORMA: ANGELICO BIELLA E ALMA TRIESTE
Sono le due squadre che arrivano meglio alla kermesse bolognese, sia come andamento che come salute fisica. Se dovessimo spendere un euro sulla vittoria finale oggi lo faremo su una di loro. Biella sta letteralmente dominando il girone Ovest, con 18 vittorie a fronte di sole 5 sconfitte. Ha avuto un momento di flessione a inizio 2017 con tre sconfitte filate a cui ha risposto con un filotto, tutt’ora aperto, di sette successi vincendo, tra le altre, in trasferta a Agrigento, Roma (sponda Virtus) e Treviglio, oltre ad aggiudicarsi in volata il derby con Tortona nell’ultimo turno. L’attacco è sicuramente uno dei punti di forza della squadra: 82.5 punti a partita, 1.10 punti per possesso, entrambi secondi migliori dati del proprio girone. Statistiche figlie di una squadra assemblata con grande intelligenza dal GM Marco Sambugaro, che ha in Mike Hall (14.5 punti, 13.3 rimbalzi a partita) e Jazzmarr Ferguson (19.6 punti) le proprie due punte di diamante, giocatori esperti su cui fare sempre affidamento, ma attorno a cui ruotano altri tre giocatori in doppia cifra di media: Niccolò De Vico (12.6 punti col 39% da tre), Amedeo Tessitori (12.6 punti e 5.3 rimbalzi col 58% da due) e Mattia Udom, che uscendo dalla panchina produce 11 punti e 5.6 rimbalzi di media. In rotazione, poi, l’esperienza di Marco Venuto e la gioventù di un prospetto interessante come Carl Wheatle (inglese classe ’98, 19.6 minuti di impiego medio, 5.4 punti) e Luca Pollone (classe 1997). Dove l’Angelico fa veramente la differenza, però, è a rimbalzo. La squadra, infatti, ha ottima taglia fisica. Mike Hall è uno specialista sotto i tabelloni, Tessitori lo fiancheggia bene e lo stesso Udom come sesto uomo porta una presenza non indifferente. Biella è nettamente prima nel girone per percentuale di rimbalzi offensivi catturati (34.4%, la seconda è a quota 30.3%), seconda per percentuale di rimbalzi difensivi (76.2%) e largamente prima anche per percentuale di rimbalzi totali conquistati (54.6% con la seconda al 51.3%). Questa preponderanza fisica permette ai piemontesi di avere una dimensione interna di gioco che fa la differenza, ovviando a percentuali di tiro da tre punti non sempre brillanti (34%). La possibilità di avere tante seconde chance da rimbalzo contribuisce non poco al dato offensivo. Da notare anche la capacità di vincere partite punto a punto: sei vittorie arrivate con quattro o meno punti di scarto, segno di una forza mentale notevole, che in una competizione del genere, che spreme molte energie fisiche, può fare la differenza.
Trieste è una delle sorprese del girone Est, invece. Partita in sordina (quattro sconfitte nelle prime cinque partite) si è rialzata in maniera imperiosa, vincendo, da lì in avanti, quindici delle diciotto partite disputate. Anche qui i successi nascono da una squadra con tanti interpreti di valore e che, dato non usuale in A2, ruota regolarmente dieci giocatori, tutti con almeno una decina di minuti di impiego in media. Se Biella, però, ha nell’attacco il suo punto di forza, l’Alma di Eugenio Dalmasson la differenza la fa in difesa, la migliore del girone: 70.5 punti subiti di media, seconda solo a Treviso, ma decisamente prima per punti per possesso concessi, con l’eccellente dato di 0.94. Tutto ciò è reso possibile da un gruppo con grande freschezza, che si conosce e gioca bene insieme, collaborando alla grande con i due americani Green (15.4 punti, 5.4 rimbalzi e 2.8 recuperi per gara col 43% da tre) e Parks (15 punti, 7.6 rimbalzi di media) che fisicamente dominano, mettendo enorme pressione loro per primi. Stagione estremamente positiva anche per Matteo Da Ros (11.2 punti e 6 rimbalzi) che ruota con successo nelle posizioni di ala. Andrea Pecile dall’alto dei suoi 37 anni dirige ancora ottimamente la squadra (9 punti di media col 37% da tre) mentre Stefano Bossi porta un buon contributo offensivo anche non avendo cifre di tiro eccellenti (9.9 punti, 3.7 rimbalzi, 3.4 assists). L’inserimento a stagione in corso, poi, di Alessandro Cittadini ha dato ottimi frutti, aggiungendo alla rotazione un lungo d’esperienza che spesso sa come fare la differenza a questi livelli. Ai quarti, forse, ha l’accoppiamento migliore, incontrando una Legnano che arriva non certo nel proprio miglior momento, mentre in semifinale potrebbe incrociare la Virtus Bologna che, sì gioca in casa, ma ha anche svariati problemi di infermeria. Gioventù ed entusiasmo stanno facendo crescere la voglia di basket in una piazza da sempre affamata di pallacanestro come Trieste. Quest’appuntamento potrebbe essere l’occasione buona per farla deflagrare definitivamente.
DUE NOBILI CHE VOGLIONO TESTARSI IN OTTICA PLAYOFF: VIRTUS BOLOGNA E TREVISO
La Virtus Bologna arriva con, sulla carta, forse, i favori del pronostico, se non altro giocando in casa e comunque essendo reduce fin qua da diciassette vittorie (di cui undici consecutive) a fronte di sei sconfitte, che le valgono il primo posto nel girone Est. Il campo, però, racconta di una squadra che, dopo una partenza sparata, da dicembre ha dovuto cominciare a fare i conti con innumerevoli problemi fisici. Klaudio Ndoja non c’è praticamente mai stato (ma sarà in campo questo week end), Lawson ha giocato a lungo sul dolore, finendo poi per doversi fermare una ventina di giorni (ma anche lui dovrebbe rientrare), Spizzichini ha avuto subito problemi a un polso che hanno richiesto tempo per la piena risoluzione, Spissu è stato acciaccato in più di un occasione e mancherà all’appello il giovane Pajola, che dava minuti di cambio a playmaker e guardie. Così il gruppo non si allena al completo praticamente da tre mesi abbondanti e i segni si vedono, con le sconfitte, anche se di un soffio, a Mantova e Ravenna e il KO sul campo di Treviso. A coach Ramagli, forse, avrebbe fatto più comodo un week end di riposo per lavorare sui giocatori da rimettere in sesto. Ma c’è da giocare e la Segafredo, fino a qua, in linea di massima lo ha sempre fatto ad alti livelli: miglior attacco del girone sia per punti segnati (81.1) che per punti per possesso (1.08), miglior squadra nel tiro da tre punti col 37% di media a cui fa da spalla una difesa che è decisamente capace di mordere (quinta per punti per possesso concessi, 0.98). Il miglior giocatore della squadra, e forse anche del campionato, fin qui è stato Kenny Lawson, semplicemente devastante in attacco con il suo mix di soluzioni interne e tiro da tre (19.8 punti, 8.4 rimbalzi con il 62% da due e il 44% da tre) che, però, come detto, ci sarà solo a scartamento ridotto. Assieme a lui ha fatto scintille Michael Umeh, arrivato per fare esattamente quello che sta facendo: 17.8 punti col 43% da tre su oltre sette tentativi a partita e la sinistra tendenza ad accendersi nei quarti periodi. Accanto a loro stagione da califfo, fin qua, per Guido Rosselli (11.7 punti, 6.1 rimbalzi, 4.4 assists), sceso da Torino a vestire i panni del leader emotivo e tecnico della squadra, che spesso si affida a lui quando serve la giocata giusta, e cose eccellenti sempre in crescendo per Marco Spissu, play titolare diventato quanto mai affidabile (11.1 punti, 3.1 assists, 37% da tre). Michelori, Spizzichini e l’ultimo arrivato Bruttini completano la rotazione, dando un contributo di energia, difesa e grinta fondamentale e facendo da chioccia ai giovani Penna e Oxilia che giocano stabilmente e a turno riescono a portare il proprio contributo.
Treviso, invece, è stata l’antagonista di Bologna nella caccia al primo posto fin qua. Praticamente dalla prima giornata si sono alternate in cima alla classifica e, fin qua, sono sembrate le due squadre più solide. La Dè Longhi, però, propone un basket diametralmente opposto a quello della Segafredo. Gli uomini di Pillastrini, infatti, fanno leva quasi esclusivamente su una difesa arcigna (67.6 punti concessi, unica squadra sotto i 70, seconda per rating difensivo con 0.95 punti concessi per possesso) per vincere le proprie partite. Difficilmente si assisterà a una partita spettacolare di Treviso, che gioca per abbassare drasticamente i ritmi (70.7 possessi per partita, ultima di tutta la serie A2) riuscendo ad essere estremamente concreta e costringendo a giocare male praticamente ogni suo avversario. Questo anche perché, in attacco, da inizio stagione ci si porta dietro un problema di costruzione del roster, con la scelta di Quenton DeCosey, rilasciato e ora a Chieti, che non ha pagato dividendi (9.2 punti in 20 partite col 28% da tre), lasciando la squadra senza uno scorer affidabile sul perimetro. Moretti (12 punti col 37% da tre) e Fantinelli (8.8 punti, 6 assists, 5.6 rimbalzi) sono i due leader della squadra, ma non hanno, al momento, l’impatto offensivo di Ferguson o Umeh, per citare giocatori di due squadre già analizzate, mentre Jesse Perry, sotto canestro, sta facendo bene (12.7 punti e 9 rimbalzi) ma lui pure è un giocatore di sistema, senza particolari picchi di produzione offensiva. Non è un caso che per punti per possesso Treviso sia quart’ultima nel girone Est (0.99), un dato che significa che nel momento in cui la difesa accusa qualche passaggio a vuoto vincere le partite inizia a diventare assai problematico. Dal mercato, intanto, è arrivato Zoltan Perl, in uscita da Capo d’Orlando, anche per ovviare ai problemi fisici di Saccaggi, alle prese con il recupero da un infortunio muscolare. Esordirà proprio in Coppa e dovrà dare quel quid offensivo in più che fin qua è mancato, rimanendo però all’interno di un sistema rigidamente strutturato, pur sapendo che, prima dei playoff ci sarà ancora la possibilità di inserire quel realizzatore che manca alla squadra. La forza di Treviso, infatti, è quella di avere comunque un roster profondo e diversi giocatori che possono essere protagonisti nel corso di una partita. La rotazione è a nove e con Perl si allungherà a dieci (La Torre è quello che gioca meno con 12.6 minuti a partita), Saccaggi e Negri danno vitalità al reparto esterni, il primo maggiormente nella metà campo offensiva, il secondo in quella difensiva col suo impatto fisico. Rinaldi e Ancellotti portano taglia e esperienza sotto i ferri (13.8 punti e 10.8 rimbalzi in coppia), formando un muro difficile da sfondare. A livello di potenziale Treviso non ha nulla da invidiare a nessuno, resta solo, appunto, il dubbio su un attacco che non convince, attendendo di vedere cosa cambierà con l’innesto di Perl.
LE MINE VAGANTI: ROMA E MANTOVA
Stagione di riscatto per la Virtus Roma, che dopo l’annus horribilis 2015/2016, con autoretrocessione e salvezza agguantata solo all’ultimo turno di playout con Omegna, sta riuscendo a voltare pagina, rimanendo in pianta stabile nelle prime posizioni di classifica. Per farlo coach Fabio Corbani ha dato via libera ai suoi in attacco, che corrono e tirano con l’obiettivo prima di segnare un punto in più degli avversari, più che di farne fare uno in meno: 80.5 possessi in media per partita è il dato più alto di tutto il campionato, che si affianca al sesto rating offensivo del proprio girone, con 1.08 punti per possesso. Anthony Raffa (18.4 punti, 4.8 rimbalzi, 3.7 assists con il 41% da tre) e Massimo Chessa (14.8 punti, 3.6 assists col 36% da tre su oltre nove conclusioni a partita) sono i registi della banda e danno imprevedibilità alla manovra facendo grande affidamento al tiro pesante. Raffa, dopo un avvio di campionato dove non aveva convinto del tutto, ha preso in mano la situazione ed è oggi giocatore affidabile, con alti e bassi nel corso dei 40’, ma che in più di un’occasione ha risolto le partite nei momenti decisivi. John Brown, invece, lungo sottodimensionato (2.03 per 93kg) da High Point University, è stata una scommessa decisamente vinta e aggiunge la dimensione interna alla squadra, fatturando 19 punti di media (62% da due punti) con 8.4 rimbalzi tutti di voglia e muscoli. Decisamente proficuo il ritorno di Daniele Sandri, che in posizione di ala mette assieme numeri di tutto rispetto (10.6 punti col 36% da tre, 4.9 rimbalzi e 3.1 assists) e in crescita forte, dopo l’infortunio di Benetti, anche Aristide Landi che viaggia a oltre 10 punti e 6 rimbalzi di media portando alla causa il 41% da dietro l’arco. Decisamente oltre le attese il rendimento di Tommaso Baldasso (classe ’98 che gioca oltre 20’ a gara), completano la rotazione Giuliano Maresca e Jacopo Vedovato. Il rovescio della medaglia, prevedibilmente, è in difesa, dove la squadra tende a lasciare decisamente troppo agli avversari (12esima per rating difensivo, 1.07 punti per possesso concessi). La stagione fin qui è stata lastricata da vari problemi fisici: Benetti è fuori per la stagione dopo la rottura del legamento crociato in un ginocchio, gli stessi Chessa e Maresca hanno saltato diverse partite. Con un attacco così spumeggiante, però, nulla è precluso in una competizione di tre giorni.
Stagione altalenante, invece, quella di Mantova, che è andata abbastanza a strappi: partita malissimo con quattro sconfitte consecutive, ha vinto poi dieci delle successive dodici, perdendo però poi quattro degli ultimi sette incontri. Ha conquistato la qualificazione sull’onda del proprio miglior momento stagionale, ma forse, ad oggi, Ravenna meriterebbe qualcosa in più. In ogni caso, la Dinamica Generale è squadra pericolosa per tutti (battute Ravenna e entrambe le bolognesi, perdendo di un punto al Paladozza con la Kontatto al ritorno, e sconfitta solo all’ultimo tiro da Treviso) e dispone di un organico di assoluto valore per la categoria. Il leader offensivo è LaMarshall Corbett, giocatore esperto della categoria che produce 17.5 punti con il 42% abbondante da tre punti, affiancato da Alessandro Amici, che sta disputando il suo miglior campionato in carriera con 15 punti di media, 6.3 rimbalzi e 3 assists a incontro. DeAndre Daniels (13.4 punti e 7 rimbalzi di media col 55% da due e il 38% da tre), fin qui, è stato il grande equivoco della stagione. Spesso sono circolate voci di taglio su di lui, che ha quasi sempre risposto con buone prestazioni, puntualmente alternate, però, a partite anonime, che hanno decisamente ridotto il potenziale della squadra. Jacopo Giachetti è diventato il playmaker titolare della squadra, dopo essere arrivato a inizio stagione per restare solo un mese, e sta facendo il suo senza infamia e senza lode (7.9 punti e 3.7 assists anche se le percentuali di tiro sono piuttosto deficitarie). Candussi e Sylvere Bryan si alternano con discreto costrutto nel pitturato, Casella dalla panchina esce per colpire da tre punti (39%), Gergati e Vencato completano una rotazione a nove che vede saltuarie apparizioni del giovane Marco Timperi. Fin qua la Dinamica ha sofferto molto una sostanziale discontinuità di rendimento, che l’ha portata a momenti di grande esaltazione subito seguiti da brutte sconfitte dove è sembrato quasi di vedere in campo un’altra squadra. Particolare che rende il gruppo di Alberto Martelossi candidato ovvio al ruolo di mina vagante. Possono implodere e uscire subito contro una Biella che appare superiore, come, ugualmente, caricarsi e fare una tre giorni memorabile e che potrebbe rilanciarli in vista della fase finale del campionato.
LA FORZA DEI NERVI DISTESI: LEGNANO E AGRIGENTO
La TWS Legnano è stata, invece, la sorpresa del girone Ovest per tutta l’andata. I lombardi hanno messo in campo una gran faccia tosta, giocandosela senza paura con tutti e rendendo il proprio campo di casa un discreto fortino. Poi è arrivato un calo, anche fisiologico, abbastanza netto e tutt’ora in corso (sconfitta dopo essere stata a +24 domenica a Roma con la Virtus) che l’ha portata a perdere sei delle ultime dieci partite. E’ arrivata, comunque, la meritata qualificazione alla tre giorni bolognese per la squadra di coach Mattia Ferrari ed è già di per sé un grande risultato, che la TWS vivrà senza ansia di vittorie, sapendo che tutto ciò che verrà sarà ben accolto. La squadra, finora, ha fatto le sue fortune soprattutto ringraziando un’ottima difesa di squadra (quarta nel girone per rating difensivo, 0.99 punti per possesso concessi) e tenendo, invece, il ritmo abbastanza controllato in attacco (73.8 possessi per partita, 12esima) dove, al contrario, si fa decisamente più fatica: 12esima anche per rating offensivo (1.01 punti per possesso), oltre ad avere il 18% di palle perse sui possessi giocati, quinto peggior dato del girone. Il leader della squadra è certamente Nikolas Raivio che sta giocando una signora stagione, con numeri di tutto rispetto: 18.5 punti, 7.6 rimbalzi (cifra spaventosa per un play/guardia di 192 centimetri), 3.8 assists tirando col 54% da due e il 39% da tre. L’altro americano è Will Mosley, ex Latina, che ha soprattutto compiti difensivi (9.5 rimbalzi e due stoppate di media), così che molto del peso offensivo passa per le mani di Matteo Frassineti (14.2 punti di media) e Matteo Martini che esce dalla panchina e timbra oltre 13 punti a partita col 44% da dietro l’arco. Purtroppo Frassineti è stato vittima, nella recente partita con Siena, di un brutto infortunio al gomito che lo terrà fuori dai campi per parecchio e priva Legnano di uno dei suoi uomini più importanti. La rotazione, sostanzialmente a otto giocatori, è completata dalla guardia classe 1991 Matteo Palermo (9.7 punti, 3.3 rimbalzi, 2.6 assists) e dai lunghi Francesco Ihedioha e Federico Maiocco. Come detto, vuoi per il momento difficile che la squadra sta attraversando, vuoi per l’infortunio di Frassineti, vuoi per un primo turno contro Trieste molto complicato, non ci si aspettano miracoli dalla TWS. Ma si sa, mai porre limiti alle sorprese che possono accadere.
Agrigento, infine. La squadra di Franco Ciani sta riuscendo in un’impresa che non è mai semplice, ossia confermare quanto di eccellente fatto nella stagione precedente. I siciliani, pur non entusiasmando, continuano ad essere una delle squadre più solide del proprio girone anche grazie a un fattore campo che fa la differenza (solo due sconfitte fra le mura amiche). Il lavoro fatto in estate per ricostruire la squadra è stato eccellente, in particolare è stata trovata una coppia di americani che sta facendo molto bene, specialmente per quanto riguarda Perrin Buford, uno dei migliori giocatori del campionato che fattura 18.1 punti e 7.7 rimbalzi a partita. Accanto a lui Damen Bell-Holter, giocatore poco vistoso ma molto solido da 13.2 punti e 7.4 rimbalzi. Similmente a Legnano, le fortune della Fortitudo passano per la metà campo difensiva, dove gli avversari vengono tenuti a 97.2 punti per 100 possessi, secondo miglior rilievo del girone Ovest, frutto di un gruppo che lavora in armonia insieme anche per la presenza di diversi giocatori di esperienza in questa categoria come Marco Evangelisti (10.4 punti e il 38% al tiro), Alessandro Piazza (play titolare, 8.1 punti e 4.9 assists) e Ryan Bucci (44% da tre punti). In attacco la musica è decisamente diversa e si fatica molto di più: undicesima per rating offensivo (101.6 punti per cento possessi), terza per percentuale di palle perse sui possessi giocati. Quirino De Laurentiis, Albano Chiarastella, Ruben Zugno e Innocenzo Ferraro escono dalla panchina per creare una rotazione con un buon mix di gioventù e esperienza che porta più energia che qualità al gioco. Anche in questo caso il quarto di finale con la Virtus Bologna padrona di casa rischia di essere uno scoglio difficile da superare, ma giocando senza avere niente da perdere non è possibile fare pronostici sicuri.
Nicolò Fiumi