Forlì, 1 marzo – Erano ancora i tempi della FulgorLibertas, nata dalla fusione delle due ali storicamente antagoniste in città (la Fulgor da una parte e la Libertas dall’altra) che in barba ai campanilismi, per ragioni evidentemente economiche si fusero, quando nella stagione 2009/2010 l’allora formazione allenata da coach Giampaolo Di Lorenzo conquistò, seppur dopo ripescaggio, la promozione nel campionato di Legadue. La stagione successiva, 2010/2011, la società forlivese allestì una squadra che si rivelò altamente inadeguata per la categoria e dopo una serie di sette sconfitte consecutive decise l’esonero dell’allenatore, cambiando completamente volto alla squadra e dando vita a quella che i tifosi romagnoli ricordano come la famosa “Spring Madness” che valse una miracolosa permanenza nel campionato di Legadue.
Quell’esperienza avrebbe dovuto insegnare, a chi fa pallacanestro a un certo livello, che le squadre si fanno ad agosto e le società non possono disperdere risorse economiche per fare una seconda squadra. Se a febbraio, oltre al cambio del coach, hai provveduto all’inserimento di cinque volti nuovi è evidente che la stagione non è iniziata sotto i migliori auspici. E la stagione della Pallacanestro Forlì 2.015, 13 sconfitte consecutive, 17 nelle ultime 18 partite, è a tutt’oggi da considerarsi totalmente inadeguata alla pallacanestro professionistica. E’ chiaro ed evidente che all’interno della società nessuno sia così autolesionista da aver voluto questa situazione ma dopo tre mesi filati di buio assoluto e con appena 8 gare da disputare, 5 delle quali al PalaFiera e una, quella che potrebbe decidere un’intera stagione contro Recanati, i punti interrogativi sul futuro di questa società si fanno sempre più insistenti.
Intanto sabato, quello che a Forlì quest’anno è passato più volte, ovvero l’ultimo treno, si chiama Assigeco Piacenza, recupero della 20a giornata. Se Forlì dovesse fallire l’appuntamento con la vittoria, anche la successiva trasferta ad Ancona contro Recanati avrebbe già il cattivo odore della condanna. In ragione di un match con appeal medio-basso (non ce ne vogliano le due società), della disastrosa posizione di classifica dei padroni di casa e di un’annata che tutti vorrebbero dimenticare al più presto, la Società Pallacanestro Forlì 2.015 ha comunicato che l’ingresso per i due anelli superiori avrà un costo di soli 5 euro. E’ chiaro l’intento di conservare l’affetto di quel patrimonio, di quella passione, che la piazza di Forlì, anche domenica da ultima in classifica e dopo 12 sconfitte consecutive, ha sfoggiato presentandosi a palazzo in oltre 3500 unità ed esibendo un tifo di ben altra categoria.
Alla luce di tutto questo Forlì non merita ulteriori “sprangate” alla propria passione ma uomini competenti che sappiano fare pallacanestro e continuare ad alimentare una piazza in cui da ormai troppo tempo si vive solo di grandi ricordi ed imprese del passato. Al coach Giorgio Valli e a tutta la squadra, i tifosi, che non hanno mai fatto mancare il loro supporto, chiedono dignità e rispetto per i colori che rappresentano, chiedono gente che lotti nel rispetto di una città e di un patrimonio che deve essere preservato. Il tempo stringe, così come tutta la squadra dovrà stringere i denti e gettare sul parquet fino l’ultima goccia di sudore. “Runaway Train” cantavano i Soul Asylum nel lontano 1993 e quello che passerà sabato sera da Forlì potrebbe essere davvero quel treno in corsa raccontato dalla rock band statunitense, che l’Unieuro Forlì dovrà prendere al volo e rimanervi aggrappata con le unghie e con i denti. Vietato fallire.