Forlì, 30 gennaio – “Nulla è mai per caso”. Questo potrebbe essere il titolo dell’ultimo film girato tra Caballito (Argentina) un barrio della periferia di Buenos Aires, Forlì e Cividale del Friuli, un paesino sito a una quindicina di chilometri da Udine. Tutto nasce qualche settimana fa quando, a seguito dell’avvicendamento dell’allenatore, la dirigenza della società romagnola, di comune accordo con lo stesso coach, decide di apportare determinati correttivi al roster perché quello della salvezza diventa un obiettivo imprescindibile per la sopravvivenza della Pallacanestro Forlì 2.015. E subito ci si mette al lavoro per individuare un elemento che possa portare esperienza, fisicità e punti ad un reparto, quello dei lunghi, sistematicamente battuto dagli avversari di turno.
Viene individuato, in un barrio della capitale Argentina un elemento che può fare al caso di Forlì e benché il suo ingaggio finisca per determinare la dolorosissima separazione da Sebàstian Vico, il coach ed il suo staff ritengono l’innesto imprescindibile per migliorare la squadra. Questo ragazzo si chiama Ryan Anthony Amoroso ed ha già calcato i parquet nostrani in diverse stagioni e con differenti casacche ed essendo freeagent è possibile richiederne il nulla osta immediatamente a costo zero. Sottolineiamo il costo zero perché di questi tempi sperperare denaro a destra e a manca non piace a nessuno. Ma qui la sceneggiatura del nostro film s’inceppa e viene tralasciato questo passaggio che si rivelerà decisivo nel finale di questo “cortometraggio”. Ryan arriva a Forlì mercoledì 25 gennaio e se in società chi si occupa delle pratiche di tesseramento dei giocatori avesse fatto richiesta del famoso nulla osta, nel preciso istante in cui iniziarono le trattative per l’ingaggio o in concomitanza con il biglietto aereo, questo ragazzo che qualche rimbalzo nella sua onorata carriera è riuscito a portarselo a casa, avrebbe certamente dato il suo prezioso contributo nella trasferta di Cividale del Friuli in cui i suoi compagni hanno perso la sfida in volata sì, e questa non è più una novità, ma l’hanno persa soprattutto e in maniera imbarazzante sotto le plance.
Dicevamo che “Nulla è mai per caso”, perché se hai la possibilità di schierare un giocatore utilissimo alla causa, in una sfida che mai come in questo momento è alla portata, perché l’avversario è in ginocchio per i mille problemi che lo attanaglia, e tu ti permetti di regalare il tuo passaportato ceduto anzitempo a Cento, il neo-passaportato perché non hai fatto richiesta del documento nei tempi che avresti dovuto conoscere, se ti permetti di cedere Francesco Infante all’ultima della classe che ora ultima da sola non è più, beh ci sono quanto meno tutti i crismi perché, chi si è macchiato di questi grossolani errori, possa rimettere il mandato assumendosi le proprie responsabilità. A tal proposito va ricordato che circa un mese fa il medico sociale rassegnò le dimissioni immaginiamo per evidenti responsabilità nella gestione dell’infortunio di Wayne Blackshear.
Proprio sulla nostra pagina in una recente intervista, il General Manager dello Scandone Avellino, Nicola Alberani, ha affermato che per il decisivo salto di qualità a questa Forlì manchi davvero poco. Le persone di cui è composta la società sono persone che conoscono l’imprenditoria e sono persone serie, basta delegare chi ha fatto della pallacanestro professionistica il proprio mestiere e probabilmente strutturando la società in quella direzione Forlì potrà regalare ai propri tifosi ancora maggiori soddisfazioni. La sensazione è proprio che a Forlì oggi manchi questo, ma bisogna porre rimedio in fretta perché “domani” potrebbe esser già tardi.
Proprio in queste ore, si stanno portando avanti alcune operazioni di mercato che modificheranno ulteriormente il roster. Martedì potrebbe essere il giorno dell’annuncio di un nuovo playmaker, il ballottaggio si è ristretto a due nomi: Justin Robinson che milita nel Doxa Lefkadas nel campionato greco e Nicolas Moore che potrebbe lasciare Brindisi. Questo determinerà l’uscita di Davide Bonacini che ha richieste da Bergamo in serie B e da Roma in A2 girone Ovest. L’ingaggio del nuovo play mette inevitabilmente in discussione anche la posizione di Jaye Crockett che nel corso delle ultime due trasferte ha esibito prestazioni di notevole levatura. Wayne Blackshear, sempre ai box per infortunio, non verrà tagliato nel tentativo di rimetterlo in perfette condizioni quando, a Forlì sperano, sarà il momento di guadagnarsi la salvezza passando dai play-out. A quel punto l’ultimo tassello sarà l’ingaggio di un lungo italiano che dovrebbe andare a completare il reparto con Paolo Rotondo e Ryan Amoroso. Al momento il sogno è Valerio Amoroso ma Roseto pretende un copioso buy-out per lasciarlo partire.
Le analogie con l’ultima Forlì che affrontò il suo primo anno tra i professionisti, la FulgorLibertas della stagione 2010-11, sono tante. Quella squadra iniziò la stagione con Di Lorenzo capo allenatore poi sostituito da Nenad Vucinic, e con una serie di giocatori che furono tagliati o ceduti in corso d’opera come Stefan Licartovsky (tagliato), Alessandro Piazza e Francesco Foiera (Rimini), Ryan Wittman (tagliato), Federico Lestini (Rieti) e Pablo Forray (Trento). Della squadra che iniziò la stagione rimasero i soli Mitchell Poletti, Riccardo Ravaioli, Luca Campani e Alex Ranuzzi. Arrivarono giocatori che fecero sognare la tifoseria biancorossa come Mike Nardi, Shawn Huff, Leemire Goldwire, Stefano Borsato e Bobby Jones. Questi diedero vita ad una lunga rincorsa e scalata alla salvezza, per tutti la famosissima Spring Madness, che culminò con l’esodo di circa 800 tifosi forlivesi in trasferta a San Severo di Puglia. Oggi la situazione non è molto differente Giorgio Valli è subentrato a Gigi Garelli, Franscesco Infante ha salutato la truppa in direzione Recanati, Sebàstian Vico ha, suo malgrado, fatto lo stesso accasandosi a Cento, Davide Bonacini sta per imitare gli ex compagni e Jaye Crockett è in odor di taglio. Sono arrivati Davide Reati, Melvin Johnson e Ryan Amoroso mentre stanno per arrivare, salvo cataclismi, un play ed un lungo a ridisegnare completamente il roster pensato ad inizio stagione. L’augurio è che queste analogie possano poi culminare con la tanto sospirata salvezza, così come accadde allora, e che da questi errori si possa imparare che la Serie A deve essere affrontata con gente da Serie A.