Roma, 17 gennaio 2017 – Perdere sta nelle more della competizione sportiva. Si vince e si perde, sarà forse anche banale ma è così. Ma è importante sia saper vincere che saper perdere. Anzi, la sconfitta seppur nel suo pesante fardello, porta con se gli strumenti per potersi migliorare e puntare al riscatto nella prestazione successiva.
Per questo pubblichiamo questo giusto sfogo del coach della Pallacanestro Milano 1958, Daniele Cattaneo, al termine del match perso malamente (a dir poco) della sua squadra nel campionato di Serie C Gold A Lombardia vs la ForEnergy Vigevano per 100-60.
Per chi non conoscesse questo sodalizio meneghino, sappia che questa società ha disputato diversi campionati nella Serie A italiana con denominazioni che ai più giovani diranno poco ma per gente come chi vi scrive, nato nei ’60, avevano un prestigio ed un colore ben definito come Mobilquattro, Xerox ed Amaro 18 Isolabella, cambiando cosi anche i colori sociali.
E sono stati tanti i campioni che hanno indossato le maglie della Pallacanestro Milano 1958 come Chuck Jura, Sandro Gamba, Marino Zanatta, Eligio De Rossi, Tony Gennari, Bob Lauriski e Joe Isaac.
Concedetevi quindi 5 minuti per vedere ed ascoltare quanto dice coach Cattaneo. I temi che tocca in questa breve ma intensa intervista sono i temi che dovrebbero essere impressi, scritti nelle mura di ogni spogliatoio ove ci si prepari prima di affrontare una sfida cestistica. E soprattutto nelle menti dei nostri ragazzi e degli atleti che giocano a questo sport.
Purtroppo oggi, in un momento di calo tecnico e forse anche morale del nostro sport, in un Paese dilaniato da malaffare e corruttela ad ogni livello, urge rimboccarsi le maniche e riprendere ad insegnare ai nostri ragazzi i veri valori dello sport, della disciplina e del sudore finalizzato all’obiettivo che non è forse neanche vincere quanto concludere la sfida agonistica certi di aver dato sempre il massimo di quanto si potesse dare!
I giovani da sempre sono il futuro di un popolo e sono letteralmente come creta, argilla da plasmare e se daremo loro dei valori corretti nei quali credere allora il nostro basket, ma anche il nostro Paese, potrà risorgere come forse un giorno anche la Pallacanestro Milano 1958, ai fasti degli anni scorsi.
Fabrizio Noto/FRED