Nona vittoria in undici partite. Sesta consecutiva per la Virtus Segafredo Bologna che, nell’anticipo dell’undicesima giornata, vince convincendo contro l’Alma Trieste per 76-63. Altra ottima prestazione per la truppa di Alessandro Ramagli che, partita dopo partita, sta rafforzando la propria candidatura a un ruolo di spicco in questo campionato. La vittoria oggi è stata netta e senza discussioni, contro una squadra in salute come quella triestina, reduce dalla galvanizzante vittoria nel derby con Udine e in grande crescita nell’ultimo periodo, sempre senza Klaudio Ndoja, che, se non altro, nel giro di qualche giorno dovrebbe ricominciare ad allenarsi.
Vittoria costruita nel secondo periodo, speculando sulle difficoltà di Trieste a tiro da tre punti (3/20), riempiendo l’area con qualche accenno di zona e in attacco mettendosi in spalla a un sontuoso Guido Rosselli: 18 punti, 9 rimbalzi, 4 recuperi, 4 assists, 9 falli subiti e 32 di valutazione con +20 di plus/minus. Ennesima partita totale per un giocatore che si è calato come meglio non avrebbe potuto nella realtà virtussina, diventando leader in campo e fuori di un gruppo che fin qua ha convinto in pieno. Le giocate che hanno spaccato la partita con un parziale di 18-0 sono state tutte sue o comunque da lui direttamente ispirate. La rinnovata gioventù che sta vivendo in questa prima parte di campionato è davvero sorprendente. Dietro a lui è andato il solito Kenny Lawson, che nei pressi del ferro ha avuto pochi avversari quest’oggi. Doppia doppia con 17 punti e 13 rimbalzi e 8/12 al tiro.
Con percentuali da tre punti inguardabili e l’area che si è irrimediabilmente riempita di difensori bolognesi che aspettavano le penetrazioni, Trieste è uscita mentalmente dalla partita per diversi minuti, perdendo di intensità anche nella propria metà campo, dove ha concesso troppo. Il parziale di 43-25 accumulato in chiusura di primo tempo è stato un peso troppo oneroso da portare per l’Alma che non ha avuto le forze per recuperare. Bologna, così, non ha avuto bisogno del miglior Michael Umeh, coinvolto ma non ispirato come al solito, fermo a 13 punti con 5/12 al tiro. Sprazzi positivi per Marco Spissu (doppia cifra con 10 punti), solito importantissimo lavoro sporco di Andrea Michelori dalla panchina e cose discrete dalla linea verde, in particolare con Oxilia, molto vivo a rimbalzo, dove la Segafredo ha dominato 46-28, conquistando 17 palloni sotto il canestro avversario. Ora, però, urge restare concentrati, perchè si tornerà in campo di nuovo domenica, sempre in casa, contro Forlì, altra partita da non sbagliare, perchè poi, stante il rinvio della tredicesima di campionato contro Chieti, la gara successiva sarà niente meno che il Derby, il giorno dell’Epifania.
Sconfitta senza tante attenuanti per Trieste che, però, non ha troppo da rimproverarsi, se non quel fatale black out nel secondo periodo. Peccato perchè i giuliani avevano impattato benissimo la partita, pareggiando l’aggressività virtussina e in alcuni frangenti apparendo anche più freschi. Poi, però, alla lunga, oltre al parziale citato, hanno pesato come macigni le prestazioni sotto tono sia di Parks (9 punti con 2/8 dal campo) che di Green, redivivo nell’ultimo quarto, ma troppo passivo quando la partita si è decisa. La statistica chiave, ovviamente, sta tutta in quel 15% da tre punti che ha precluso ogni chance di vittoria, anche perché, come detto, la difesa ha funzionato a tratti. Abbastanza sotto tono tutta la squadra, il gruppo italiano si è visto poco, da Prandin a Bossi, da Pecile e Baldasso, anche se la voglia non è mai mancata e certo non è questa partita che deve ridimensionare le ambizioni. Se non altro ha ben figurato Alessandro Cittadini, alla sua terza gara in maglia Alma, certamente la sua migliore, non solo dal punto di vista numerico (15 punti), ma anche per l’impatto e la voglia messa in campo, che conferma come potrà essere elemento molto prezioso per il futuro.
Pronti via, lo scatto migliore dai blocchi di partenza è dei padroni di casa. Umeh e Rosselli sono subito in palla e si va sull’8-2. Trieste però è viva, soprattutto grazie ai suoi americani, che fanno e disfano, dando però grande energia ai proprio colori. Lawson si mette al lavoro e comincia a macinare punti sotto canestro e allora Dalmasson chiama Cittadini dalla panchina. L’ex Fortitudo si fa subito sentire con un paio di cesti e su qualche incertezza di troppo in regia da parte di Bologna (cinque palle perse nel primo quarto) l’Alma trova la spinta per impattare e poi sorpassare con due liberi di Andrea Pecile. Segna Spissu, ma è un canestro di Green sulla sirena a mantenere in vantaggio Trieste dopo un quarto (20-19).
La partita sembra indirizzata sui binari dell’equilibrio e anche l’impatto coi primi possessi del secondo quarto da parte di Trieste è positivo. Poi arriva il cambio di difesa da parte di Alessandro Ramagli che presenta all’attacco giuliano una 2-3 che invita apertamente gli esterni a tirare da tre, considerata la scarsa mira dimostrata. L’attacco ospite si inceppa immediatamente e la Virtus non si fa pregare due volte per sfruttare l’occasione, guidata da un Rosselli in ottima forma. L’ex Torino segna a ripetizione e ispira un 18-0 di parziale che tramortisce l’Alma, che dal 25 pari si trova in un amen sotto 43-25. All’intervallo il tabellone recita 43-27 Bologna, ma soprattutto il foglio delle statistiche dice 1/11 da dietro l’arco per Trieste, il numero chiave fino a qui. Con l’area chiusa e la palla che non ne vuole sapere di entrare da lontano gli uomini di Dalmasson perdono consistenza e intensità.
Col rientro in campo la musica non cambia particolarmente. Entrambe le difese tengono alta l’intensità, ma per Trieste è difficile porre un freno a Kenny Lawson, che parte con tre canestri in fila da distanza ravvicinata, bullizzando chiunque provi a fermarlo. Parks e Green continuano a latitare e l’attacco di Trieste, che avrebbe assoluto bisogno del loro apporto, ne risente. Prova a darsi una scossa Da Ros, a secco nel primo tempo, ma il divario rimane sempre nell’ordine dei 15 punti. Ramagli ruota i suoi e anche quando l’attacco non gira ci pensa la difesa a tenere saldamente al comando della gara le V Nere. Michelori ingaggia la solita battaglia di muscoli sotto le plance, con Cittadini a farne le spese, e il giovane Oxilia dà contributo prezioso. Bossi chiude il quarto con due liberi, ma dopo 30′ è sempre +15 Virtus (57-42).
Dopo un paio di minuti di interruzione per un parziale black out dell’impianto di illuminazione, si riprende a giocare. Green da tre punti batte un colpo per il -12, ma Lawson subito rimette distanza tra le due squadre e Umeh, con una fortunata tripla di tabella, ribadisce il concetto. Il nuovo +17 rilassa troppo i bolognesi, però, che puntualmente subiscono un mini rientro avversario, con Green a segnare altri quattro punti in fila (65-54). Time out Ramagli e, obiettivamente, si nota che la benzina rimasta nelle gambe non sia tantissima. Ci vuole ancora tutta l’esperienza di Guido Rosselli per sbloccare i bianconeri: zingarata in palleggio e schiacciata per il +13 a 3′ dalla fine. E’ la resa triestina. Michelori e Spissu fanno 70-53. I 4000 della Unipol Arena possono continuare a sorridere.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – ALMA TRIESTE 76-63
Parziali: 19-20; 24-7; 14-15; 19-21.
Progressione: 19-20; 43-27; 57-42; 76-63.
MVP: Guido Rosselli. Partita totale la sua e non è la prima in questo campionato. Sta in campo con grande semplicità, facendo sempre la cosa giusta. E’ leader vocale della squadra, in questo momento giocatore imprescindibile.
WVP: Jordan Parks. Per avere ambizioni di successo oggi serviva anche una sua prestazione di alto livello. Che non è arrivata. L’impegno difensivo non è certo mancato, ma oggi Trieste non si è potuta permettere la sua giornata no in attacco.
Nicolò Fiumi