Roma, 26 novembre 2016 – Ci siamo, meno di 24 ore e finalmente verrà alzata la palla a due per un derby romano che va in scena dopo 34 anni e che promette, se non la certezza dello spettacolo, tensione agonistico-sportiva da vendere.
Una sana tensione sportiva, sia chiaro. La rivalità di oggi fra le due ex-partner è conosciuta da tutto l’ambiente romano che mastichi un po’ di pallacanestro. Tutto nasce con l’affiliazione del settore giovanile Eurobasket alla Virtus Roma, da sempre sprovveduta di questa sezione agonistica, dalla stagione 2012-13 e prosegue per 2 anni sino ad interrompersi nella stagione 2014-15, quella cioè in cui il Presidente Claudio Toti autoretrocede la Sua creatura in serie A2. In quella convulsa e calda estate diversi incontri per trovare un’intesa, parola d’ordine “fusione”, non solo tra le due entità ma anche con la Stella Azzurra. Come siano andate le cose lo sappiamo bene alla fine con i due sodalizi che non danno luogo a nulla ma che creano al contrario dissapori e scontenti reciproci, come spesso accade tra fidanzati che non compiono alla fine il grande passo dopo essersi promesso amore eterno.
E durante tutta la scorsa stagione questa rivalità, non molto accesa ma palpabile, è montata lentamente a sino diventare una fiera rivalità: da un lato la nobile Virtus Roma auto-retrocessasi, squadra costruita in poche ore e nei giorni peggiori del mercato (da metà di agosto in poi), che rischiava di trovarsi in Serie B al termine di un campionato da vietarsi ai deboli di cuore (salvezza ai playout vs una Paffoni Omegna anche menomata fisicamente), e dall’altra parte invece l’Eurobasket che stravinceva il girone C di serie B e che otteneva la prima, storica promozione distruggendo in finale a Montecatini una Poderosa Montegranaro a lumicino psico-fisico (marchigiani stremati dopo le 5 gare vs Pescara), senza contare la finale di Coppa Italia persa a Rimini con onore vs l’altra promossa in A2 Forlì.
Due squadre quindi dalla singola storia così diversa pur essendo nate nello stesso territorio, una che viene dalle serie minori e da una geniale intuizione dello storico Presidente Armando Buonamici che di fatto “insedia” un’area metropolitana così importante come quella del sud dell’Urbe; l’altra che di fatto nasce a Roma nord e che vanta titoli prestigiosi in Italia, in Europa ed addirittura nel mondo con la storica tripletta tra 1983 e 1986 fatta di scudetto, Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale e 2 Coppa Korac (l’altra sotto la gestione Ferruzzi nel 1991), più una Supercoppa Italia del nuovo secolo ma che alla fine dei conti ha regalato più amarezze che gioie, più cocenti sconfitte che inebrianti vittorie anche se non solo per propri, incredibili demeriti.
Domenica dunque vanno in campo due squadre nate e sviluppatesi nella stessa città ma completamente diverse, nell’animo e nella storia. La Nobile dunque vs la Plebea? Inevitabile non pensare a questo accostamento riferendosi alla storia della città ma anche ai trascorsi agonistici così radicalmente differenti, inevitabile inoltre non far riferimento ai trascorsi anche politici e sociali di Roma città antica che saltano subito alla mente ma oggi questo paragone non può essere fatto.
Se contasse il blasone infatti non avremmo oggi in A2 squadre come la Virtus Bologna ad esempio (la pallacanestro italiana è sempre stata molto meritocratica, ndr), la storia non aiuta a fare canestro, dura legge dello sport in ogni disciplina e quindi si parte sempre e solo alla pari se si compete nello stesso campionato.
Ma una cosa è parimenti certa, e cioè che domenica 27 novembre nessuno ci starà a perdere. Chi vincerà allora tra la storia della pallacanestro capitolina e la giovane novità che mira ad attirare su di se le luci della ribalta a son di vittorie e risultati?
Impossibile stabilirlo prima partendo anche dal presupposto che le due squadre non sono affatto speculari essendo state costruite in modo totalmente diverso. Prima di tutto partendo dagli allenatori, apparentemente simili ma molto, molto distanti per storia e formazione oltre che per credo cestistico.
L’Unicusano Virtus Roma (che tanto per non far star tranquilli i propri tifosi ha quest’estate corso anche il rischio di vedersi esclusa dal campionato di A2), ha scelto un allenatore di prospettiva però già abbastanza esperto della categoria come il milanese Fabio Corbani. Formatosi nel settore giovanile dell’Olimpia Milano sino dal ’91 al ’97 in qualità di direttore e passato anche attraverso importanti esperienze come la Nazionale U20 nel 2011, la panchina di Biella in A2 per due anni (dal 2012 al 2014), e lo scorso anno a Cantù subendo un incredibile esonero per mano della nuova proprietà russa, non si può certamente dire che sia un giovane virgulto. Classe ’66 e dallo sguardo molto acuto e penetrante, dotato di una naturale tendenza alla gestione umana, la sua principale caratteristica è quella di avere una forte dimestichezza naturale a lavorare con giocatori giovani da plasmare e modellare. E Simone Giofrè, nuovo GM romano da quest’anno full time e non part-time come lo scorso anno, lo ha esaudito mettendogli tra le mani una notevole massa di materia grezza da scolpire settimana dopo settimana.
Amante del ritmo veloce e del “run&gun”, Fabio Corbani non è comunque un allenatore dalle idee esasperate: se qualcosa non va si cambia, specie per assecondare il materiale umano a disposizione. In questo senso devono inquadrarsi ad esempio i minuti che stanno aumentando per Jacopo Vedovato, giovane centrone italiano old style, con il fantastico John Brown di questa prima fase di stagione a ronzargli attorno da ala forte. Chissà che proprio la coppia dei lunghi virtussini, con la loro dirompente fisicità possano alla fine essere la chiave del match? E non fatevi ingannare, anche se di Milano, Fabio Corbani non è certamente uno che vive con distacco le gare, anzi!! Famose le sue esultanze a Biella, un uomo di grande carattere e grinta che sfoga così le sue emozioni, un passionale “camuffato” a tutti gli effetti e di gente come lui una società come la Virtus Roma, sempre a traballare tra l’esaltazione e la depressione acuta, ne ha bisogno come il pane per rinvigorire una tifoseria ormai disincantata.
La Roma Gas&Power invece è voluta andare sull’usato sicuro, ok ma che usato! Davide Bonora infatti non può vantare nel proprio CV la stessa carriera in panchina del dirimpettaio virtussino ma si può mettere in discussione il suo palmares da giocatore? Probabilmente uno degli ultimi, grandi playmaker che la scuola italiana abbia mai prodotto dalla fine dei ’90 (basta l’oro di Nantes con la Nazionale nel ’99 con Bogdan Tanjevic in panca?), Davide Bonora è un deb di questa categoria senza però dimenticare le due passate stagioni sempre come Head Coach in serie B del team biancoblù. Dunque teoricamente svantaggiato rispetto a Corbani ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Molto riflessivo, esattamente come da giocatore vincente nel ruolo primario nel basket, Davide Bonora ama assecondare l’estro dei suoi giocatori potendo, in fin dei conti, essere quasi uno di loro vista la sua giovane età.
Molto meno “teatrale” di Fabio Corbani da quando inizia la gara, anche Davide Bonora non ama esasperare i concetti tecnici come i toni da usare con i suoi ragazzi sino all’estremo anche perché, come lo scorso anno, deve gestire un gruppo di atleti già “formati” e consapevoli della loro capacità di dare alla squadra. Eppoi ha ragione lui, da persona molto intelligente e quindi umile (al punto tale da mettersi per primo in discussione in questa fase iniziale della stagione considerando che la Roma Gas&Power avrebbe potuto gestire meglio di come ha fatto almeno due se non tre partite in trasferta), sempre in fase di apprendimento, non ha avuto problemi ad affermare che in questa A2 non si vedono mica gli schemi da “nodo al cervello” bensì molta dedizione alla causa e tanto, tanto vigore agonistico: organizzazione in campo sì, certamente, ma bisogna prima di tutto crederci per tutti i 40’ di gara.
Due allenatori quindi così diversi che domenica si incontreranno per la prima volta nella loro carriera per il primo derby di Roma del nuovo secolo, due allenatori di grande prospettiva che comunque danno lustro alle duellanti in campo. Spettacolo assicurato? No ma l’adrenalina si sentirà eccome!
Ecco comunque le loro dichiarazioni che presentano la gara ad iniziare dal coach “padrone di casa” dell’UniCusano:
Infine, ecco le dichiarazioni di Davide Bonora dal sito ufficiale:
“Credo che come sempre sarà fondamentale la gestione del ritmo. Loro sono una squadra che cerca la conclusione nei primi secondi dell’azione e noi dovremo limitarne le percentuali dall’arco, perchè altrimenti potrebbe diventare complicato per noi se la partita dovesse giocarsi agli 80-90 punti. Dobbiamo provare a controllarlo e far valere la nostra esperienza, ma anche a prescindere dal risultato finale, una seconda buona prestazione consecutiva dopo Reggio Calabria potrebbe aiutarci dal punto di vista della fiducia e della consapevolezza, oltre che dell’entusiasmo”.

Davide Bonora Roma Gas&Power 2016-17
Arbitri: Materdomini di Grottaglie (TA), Terranova di Ferrara e Martellosio di Buccinasco (MI),
Diretta su Sky Sport 2 dalle 14:10
Fabrizio Noto/FRED