Martina Franca, 25 novembre 2016 – Per la Valle D’itria Basket Martina una delle gare più importanti in vista del girone di ritorno è senza dubbio la prossima sul parquet della Sunshine Vieste, squadra a +2 in classifica rispetto ai bluarancio. Le vittorie con Bari e Castellaneta, unite alla buona prestazione contro Nardò, hanno fatto rialzare la testa al Martina che ora può davvero dire la sua in questo campionato. Le parole di Obi Nwokoye, tornato ad essere una saracinesca in difesa nelle ultime partite dove ha anche migliorato media punti e valutazione, sono una riprova del clima sereno respirato nello spogliatoio martinese.
D: Ciao Obi, che atmosfera si respira alla vigilia della trasferta di Vieste?
R: Ci stiamo preparando senza tralasciare nessun dettaglio per arrivare alla gara contro Vieste il più pronti possibile. Abbiamo la fortuna di essere guidati da un coach molto competente che seguiamo alla lettera.
D: Fino al match contro Bari, la classifica non rispecchiava le qualità della squadra? R: Per un po’ di tempo abbiamo pagato lo scotto di esserci riuniti al completo solo due giorni prima dell’inizio di campionato. Ma ora, vista l’intesa e la collaborazione instaurata tra di noi, possiamo affermare che il problema è stato superato. C’è però ancora qualche difficoltà nel gestire le fasi finali di gioco, dovuta ai minutaggi estenuanti a cui siamo sottoposti e, anche se giocare tanto ci diverte, in certi momenti il fiato viene davvero a mancare.
D: Il fiato ma non il coraggio, visto che avete dimostrato carattere anche con squadra più esperte?
R: Non meritiamo questa posizione in classifica e chi ci segue nota l’impegno che mettiamo e le ‘maglie sudate’ con cui rientriamo negli spogliatoi. Abbiamo peccato di poca lucidità nei finali quando, forse convinti di aver già vinto, si sono lasciati i 2 punti per strada. Un aspetto su cui però stiamo lavorando tantissimo.
D: I miglioramenti sono evidenti?
R: Certo, tutti stiamo migliorando individualmente dall’inizio del campionato. Il lavoro paga sempre, e ognuno di noi si allena duramente secondo le indicazioni del coach. Continuando con questa passione e abnegazione possiamo fare quel salto di qualità necessario a scalare la classifica. Siamo giovani, ma per niente incoscienti e con grande carattere.
D: La risposta a questa domanda vien da se guardando il vostro comportamento in campo. Nonostante personalità, caratteri e storie personali differenti, la squadra ha già una sua identità? Che gruppo è?
R: Fantastico, non riuscirei a descriverlo diversamente. Lo spogliatoio è molto unito e non c’è mai stato un momento in cui si sia avvertita disgregazione. Pur conoscendoci da pochi mesi, siamo già grandi amici.
D: Può essere questa, oltre alle capacità individuali, un’arma in più?
R: Sicuramente. Non ci sono protagonismi e si gioca solo per la squadra, la maglia e per tutti coloro che ci sono vicini.
D: Dopo un avvio un in sordina, dovuto probabilmente alla mancanza di minuti veri nelle gambe, stai riacquistando consapevolezza, fiducia, e di sicuro migliorando la qualità delle prestazioni in campo. Cosa chiedi a te stesso?
R: Sono contento, ma non soddisfatto al 100%. Dopo un anno in cui ho solo ‘imparato’ molto, giocando però relativamente poco, il mio reinserimento sul parquet è stato più difficile di quanto immaginassi. Grazie al consiglio di un amico, ho ripreso con umiltà e impegno la mia strada.
D: Un aggettivo per descrivere il coach, il presidente, lo staff?
R: Una parola che accomuna tutti è famiglia: l’ho usata anche due anni fa, alla mia prima esperienza qui. Il coach, il presidente e tutto lo staff, sono sempre presenti.
D: E una, rispettivamente, per il capitano e la squadra?
R: Per il capitano carismatico. Sulla squadra invece la prima parola che mi viene in mente è..fratelli!
D: E infine un aggettivo per te?
R: Incazzato e affamato.