Milano, 17 Novembre 2016 – All’interno dello speciale ‘Che fatica la vita da Bamberg, a cura di Emanuele Corazzi, in onda stasera alle 23.00 su Fox Sports (canale 204 di Sky) e in replica domani 18 novembre alle 17.00 e sabato 19 novembre alle 12.00, l’intervista integrale al giocatore della Nazionale italiana Nicolò Melli e al coach ex Cantù Andrea Trinchieri.
NICOLO’ MELLI
Come ti trovi a Bamberg?
“Bamberg è una bellissima città, molto piccola, accogliente, piovosa e matta per la pallacanestro e questo cambia tutto quando fai il giocatore di pallacanestro!
A Bamberg c’è una cultura completamente diversa, c’è un passato totalmente diverso rispetto all’Italia. Non avranno mai il nostro passato ma c’è una cultura del rispetto che in Italia magari manca e in certi casa il bello e lo sfottò qui non ci sono. C’è una cultura che tende a valorizzare la squadra di casa. Quindi il tifoso non insulta l’avversario ma incita la squadra di casa e anche nella sconfitta a volte il tifoso è contento. Si capisce che hai dato il massimo e difficilmente ti contesta”.
Chi senti dei tuoi compagni di Nazionale?
“Sento Gigi Datome e Daniel Hackett perché giocando l’Eurolega ed essendo tutti e 3 emigranti viene un po’ più facile. Con Danielino sono stato compagno con lui per 3 anni e mezzo e con Gigi sono compagno di stanza in nazionale.
Datome legge e se non legge è sui social network e quando lui prova a dormire io sono sveglio perché non dormo quanto lui. Ma è una camera molto civile, lui comanda e io ubbidisco”.
Cosa pensi dell’Eurolega?
“L’Eurolega non si avvicinerà mai all’NBA ma non sarà mai l’NBA e non credo che questo sia per forza di cose una cosa negativa. Perchè noi abbiamo una cultura totalmente diversa rispetto a quella americana. Se si vuole un ritmo cosi serrato ci devono essere per noi dei comfort in più. Soprattutto quando facciamo 5 match in 10 giorni per noi è difficile.
L’NBA era un sogno quando ero più piccolino. Adesso i sogni sono legati alle vittorie. Di vincere qui a Bamberg, di vincere l’Eurolega, un campionato NBA. Il fatto di giocarci è un’esperienza che mi piacerebbe fare che però non vivo con nessun tipo di assillo o con nessun tipo di pressione. Se verrà, ben venga”.
Cosa pensi dell’Inter?
“Da tifoso dell’Inter mi dispiace. Mi piacerebbe vedere sempre l’Inter vincere ma ci sta che nel calcio e nello sport in generale ci siano dei cicli. Seguo l’Inter e i tifosi interisti sono particolari perché hanno questa sorta di predilezione alla sofferenza, però spero che possa migliorare. Mi dispiace per l’allenatore che hanno esonerato anche se mi piace Pioli. Però non mi piacciono i tifosi che dicono quello che dovrebbero o non dovrebbero fare anche perché non si sa niente. Ci sono dei meccanismi dietro che non si conoscono. Spero solo che l’Inter possa tornare a vincere”.
Il match più bello e il tuo giocatore preferito?
“La partita più bella da interista è il ritorno della semifinale di Champions League Inter-Barcellona. Una volta passata quel match, la finale di Champions non l’ho neanche considerata. Guardavo questo match con i miei ed ero talmente teso che al triplice fischio mi sono addormentato. Mi sono svegliato 10 minuti dopo e non capivo cosa fosse successo.
Il giocatore che ho più nel mio cuore è Ronaldo. Le emozioni che mi ha dato Ronaldo sono uniche”.
ANDREA TRINCHIERI
Qual è l’obiettivo di Bamberg?
“Fare le cose per bene senza lasciare indietro la parte umana del processo. Migliorare i giocatori per migliorare il prodotto finale”.
Valgono ancora i paragoni con il Borussia Dormund e l’Atletico Madrid?
“Si ma i paragoni sono come il pesce, durano due giorni poi puzzano. Bisogna sempre cercare di trovare qualcosa di nuovo. Il taglio che stiamo pendendo è abbastanza specifico e non so dirti a chi ci possiamo paragonare o forse qualcuno si paragonerà con noi.
Per affetto, passione smisurata questa città mi ricorda un po’ Cantù”.
Ti capita di prendere ispirazione da altri sport?
“Ogni sport ti può insegnare qualcosa. Ad esempio il tennis esalta la capacità di concentrazione. Adoro la capacità dei grandi tennisti di condensare tutto il talento nella concentrazione”.
La tua passione per il Milan?
“Ho vissuto gli anni più belli del Milan. Andavo col mio babbo a vedere tutte le partite del Milan e ho visto tutte le finali di Champions.
La partita che ho più nel cuore è Milan-Steaua perché ero giovincello ed è stata un’apoteosi. C’era un gioco incredibile, con giocatori come Van Basten e Rijkaard. Non si può cestinare qualcosa di grandioso solo perché le cose ora non vanno bene. Questa squadra di adesso fa fatica per una serie di motivi. Baresi, Maldini, il club è lo stesso, non riesco ad avere rabbia ma solo dispiace e spero che si tornerà a dare quel tipo di emozioni: non vedo questa possibilità dietro l’angolo ma tutti gli sport sono fatti di cicli”.
FOX SPORTS
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