Due quarti per divertirsi e due quarti per strozzare Sassari. Questa potrebbe essere la fotografia della vittoria della Red October Cantù sulla Dinamo Sassari, 90-69, anche se tutto si è concretizzato nei due quarti finali, ed in particolare quando la squadra ospite è rimasta senza lunghi.
Perché nei primi due quarti le squadre si sono divertite a correre e tirare con una velocità ed una precisione da fantascienza: 51 a 48 dopo venti minuti con Cantù al 57% al tiro totale e Sassari al 56%.
Primo quarto sostanzialmente in equilibrio a parte il fatto che Sassari ha commesso 4 falli dopo 4’30”. Ci si aspettava che Cantù ne approfittasse ed invece tranne un allungo sul 27 a 19 grazie all’arresto e tiro di Waters ed ai punti dei lunghi, JuJuan Johnson, Travis e Lawal, Sassari è rimasta in partita prima di tutto grazie a quel manuale di pallacanestro che è Dusko Savanovic ed a Roko Stipcevic che con i suoi lunghi palleggi ha iniziato a cucire il gioco dei sardi. Così il primo quarto si è chiuso 30 a 25 con la sensazione che quasi nulla fosse ovviamente, stato indirizzato.
E difatti all’inizio del secondo quarto è stata la squadra ospite a prendere il pallino del gioco perché questa volta la tagliola dei falli troppo veloci si è chiusa sulla Red October: 4 in un minuto e tanti liberi fino al 32 pari. Allora Cantù ha ricominciato a giocare con calma dando la palla sotto ai suoi lunghi contro la zona di Sassari, ma dopo le prime azioni ben riuscite ancora Savanovic con quattro punti consecutivi ha portato la Dinamo sopra di 4, 34 a 38 con 6’20” da giocare per l’intervallo lungo. Quindi si è giocato punto a punto con Lawal e Travis a rimettere a posto le cose fino ad arrivare agli ultimi 2 minuti e 50″. Nei quali è successo che 5 triple consecutive tre di Cantù (Darden e doppio Pilepic) e due di Sassari (Stipcevic e Johnson-Odom) hanno dilatato il punteggio fino al 51-48.
All’inizio del terzo quarto Cantù, subita la tripla del pareggio a quota 51, ha scatenato tutta la sua fantasia offensiva per un parziale di 8 a 0 firmato ancora dai lunghi, che è sembrata la prima spallata vera alla gara. Anche perché Sassari ha perso certezze: Carter completamente fuori partita, Lacey spento dopo due quarti accettabili e Savanovic a pagare qualche dazio all’età ed ai primi venti minuti giocati in modo perfetto. Poi a 3’25” dalla sirena il primo episodio decisivo: dopo un canestro pazzesco, Johnson – Odom, si era sul 64 a 55, si è lasciato andare ad una scriteriata protesta con gli arbitri. Tecnico e Pilepic (una grande partita la sua) ha messo dentro il libero del più dieci, 65-55. Nel frattempo, tanto Olaseni (super) che Savanovic hanno continuato a caricarsi di falli e proprio il giocatore slavo a 48″ si è preso un altro tecnico, anche lui per proteste (4° e 5° fallo), che ha di fatto costretto Sassari a giocare gli ultimi dieci minuti senza lunghi veri, visti i 4 falli del giocatore inglese, già in panchina.
Ed allora anche se Stipcevic ha provato ancora a mettere insieme qualcosa di buono, negli ultimi dieci minuti la forbice si è allargata perché per Cantù è stato necessario solo recapitare il pallone dentro l’area sarda ai suoi giocatori più alti e bravi per volare. Il canestro di Darden del 78 a 62 con poco più di 5 minuti da giocare e le due palle perse consecutive in modo banale da Sacchetti e compagni, hanno assunto la forma e la sostanza della fine della partita, che tutti i giocatori in campo hanno terminato pensando ai propri punteggi individuali.
Travis 14, Lawal 16 e JuJuan Johnson 15 sono le cifre che insieme al 45 a 27 nel computo dei rimbalzi, definisce la partita.