
Altra serata difficile per il Gallo che però nel finale si è riscattato
Foto by Giulio Ciamillo
“L’attacco fa vendere i biglietti, la difesa fa vincere le partite”. Deve esserci questa frase incisa nel DNA degli azzurri del basket, che battono 67-60 la Croazia e si meritano la qualificazione alle semifinali del Torneo Preolimpico di Torino, che venerdì prossimo disputeranno contro una tra Grecia e Messico., che questa sera (ore 18) si sfideranno sul parquet del PalaAlpitour.
La differenza con gli avversari, qualunque sia la loro stazza fisica o il loro talento a livello tecnico, la squadra di Ettore Messina la sta facendo sotto il proprio canestro: 41 punti concessi alla Tunisia, solo 60 lasciati a una Croazia solida fisicamente e valida tecnicamente. Caratteristiche che rendono la vittoria degli azzurri ancora più importante e preziosa.
Non solo l’Italia vince in difesa ma soprattutto lo fa migliorando il proprio rendimento con il passare dei minuti: 14 punti lasciati ai tunisini nel secondo tempo della sfida di lunedì, 25 alla Croazia ieri in un secondo tempo in cui Gallinari e compagni hanno stretto le maglie della propria difesa, si sono aiutati in ogni modo possibile e hanno fatto perdere il bandolo della matassa a Bodganovic e compagni.
Il fattore D, dunque funziona. D come difesa e come dedizione, quella mostrata dai giocatori su cui Messina ha inteso puntare forte, limitando le proprie rotazioni a 8 giocatori, visto che Cusin e Tonut non hanno superato i 5′ in campo in due. E poco importa se l’attacco di Italbasket fa ancora fatica, specialmente in alcuni momenti della partita: gli azzurri sanno che difendendo in quel modo possono permettersi di sbagliare qualche tiro di troppo. Un fattore che non li scoraggia ma che, anzi, li spinge a stare ancora di più piegati sulle ginocchia a difendere.
Facile e giusto, infine, dire che il fattore D può essere inteso anche come il fattore Daniel, sottolineando la prova a tutto tondo mostrata da Hackett. 12 punti, 8 rimbalzi in oltre 35′ in campo non bastano a spiegare la maiuscola prestazione del playmaker dell’Olympiacos, a cui la squadra si è aggrappata per larghi tratti della partita, in attesa che gli altri protagonisti salissero in cattedra. Con un Hackett così, emblema di difesa, dedizione e soprattutto energia, Messina può dormire sonni tranquilli, sia che venerdì prossimo ci tocchi la Grecia o il Messico. Una squadra che non lesina neanche una goccia di sudore in difesa può davvero ambire a grandi traguardi.