L’Italia che vogliamo: brutta, sporca, cattiva. Quella che vuole Ettore Messina. Con quegli attributi che negli anni le hanno impedito di decollare (“Almeno facciamo a cazzotti” di Pianigiana memoria…). Si sapeva che la partita di stasera con la Croazia era il primo snodo importante di questo Pre Olimpico. Vincere significava garantirsi quasi certamente una semifinale più morbida, probabilmente contro il Messico, e due giorni di riposo da vivere serenamente. Come detto dal coach degli Azzurri a fine partita, quando si arriva a questo punto, con quello che c’è in palio, non esiste showtime o run & gun. Le partite sono sporche, cattive, si deve avere voglia di lottare per portarle a casa. E l’Italia questa volta ne ha avuta, forse come non mai. Vincere una partita contro una signora squadra come la Croazia tirando il 34% dal campo è indice di questo.

Altra serata difficile per il Gallo che però nel finale si è riscattato
Foto by Giulio Ciamillo
Gli uomini di Petrovic, come al solito lagnoso e pronto a trovar scuse, si sono dovuti aggrappare a un Bogdanovic da 26 punti per starci dietro, ma anche lì, nel momento in cui la guardia su di lui è stata montata da Hackett, la luce si è spenta del tutto. Perché la guardia dei Nets attorno ha avuto compagni irretiti da una squadra attenta ad ogni rotazione, ad ogni dettaglio, cosciente che, finché l’attacco ha di questi problemi, non ci si può permettere di prendere parziali pesanti. E poi alla fine, quel talento offensivo che è stato troppo a lungo nascosto, è uscito al momento giusto, nell’ultimo quarto, per sigillare il successo: cinque punti di un Datome che fin lì aveva proseguito nella sua serata da incubo vissuta contro la Tunisia e un Gallinari che ha messo i punti della staffa alla fine, dopo aver, lui pure, faticato tantissimo. Prima era stato il solito eroico Belinelli a tenerci vivi con tanti punti (19 alla fine), molti arrivati su veri e propri miracoli. Menzione d’onore per Hackett, autore di una partita totale, che va ben oltre i pur fondamentali 12 punti e 8 rimbalzi. Il lavoro difensivo con cui ha arginato Bogdanovic, autentica spina nel fianca nel primo tempo, è stato esiziale. Ora ci sono due giorni di riposo per recuperare energie e prepararsi all’ultimo atto, quello decisivo. Domani si tiferà Grecia, auspicando che gli ellenici non facciano harakiri con il Messico.
Rimandata la Croazia, che, specialmente in attacco, ha fatto una brutta impressione. Vero, ottima difesa italiana, ma troppe volte i croati si sono affidati ad isolamenti poco produttivi. Finchè Bogdanovic e Saric (comunque 4/14 al tiro) hanno retto la baracca sono stati anche in vantaggio, ma poi la coperta è diventata troppo corta, anche per via di prestazioni da dimenticare di Hezonja, sempre alle prese con problemi di falli come molti altri suoi compagni, e Kruno Simon, totalmente irriconoscibile. Ora probabilmente gli uomini di Petrovic, che però l’aveva messo in conto, dovranno prepararsi ad una semifinale da incubo con la Grecia. Domani con la Tunisia sarà una buona occasione per ritrovare confidenza col canestro, dopo il 22/61 al tiro di oggi.

Daniel Hackett, semplicemente totale Foto by Giulio Ciamillo
Pronti via e gli Azzurri si staccano meglio dai blocchi: Gallinari, Bargnani e tripla con di Belinelli, come ieri segnano subito tutte le nostre punte di diamante per l’8-2 a tabellone. La Croazia, però, ha bisogno solo di riordinare un attimo le idee, e ci pensa Bogdanovic, che per quattro minuti buoni è da solo l’attacco di coach Petrovic con 12 punti dei primi 15 di squadra a referto. Col suo fisico è incontenibile in penetrazione e, già che c’è, fa male anche al tiro. Gallinari rovista nella spazzatura del match e trova qualche canestro prezioso, mentre Datome continua a litigare con i ferri del Pala Olimpico. Gli arbitri fischiano parecchio: Italia subito in bonus, ma anche la Croazia vede subito con due lampadine Hezonja, Bogdanovic, Planinic e Saric. Proprio il ragazzino terribile dell’Efes prende per mano i suoi negli ultimi minuti di primo quarto segnando a ripetizione. Arriva il sorpasso ospite e dopo 10’ è 23-21 Croazia.
Bogdanovic continua a far male all’Italia in penetrazione, ma per Messina ora si accende Hackett, che con quattro punti riporta avanti la Nazionale. Bargnani segna piazzato ed è 29-25. La partita è vera e bella, i contatti volano e nessuno si risparmia. Hezonja ne fa le spese e spende il terzo fallo. Gallinari e soci continuano, però, a non essere fluidi in attacco: la palla troppo spesso si ferma e, in generale, si vede qualche esitazione di troppo. Datome insiste per mettersi in partita, ma la palla non ne vuole veramente sapere di entrare. I croati, allora, rispondono con un 7-0 chiuso da una tripla del solito Bogdanovic. Tornati sotto (29-32) è ancora Hackett a ridarci ossigeno, con un bel canestro in penetrazione e due punti in contropiede dopo aver rubato palla a Bogdanovic. In mezzo c’è spazio per una protesta motivata di Petrovic per un canestro erroneamente assegnato all’Italia e per il 19esimo punto della guardia dei Brooklyn Nets che manda i suoi all’intervallo avanti 35-33, dopo la correzione del tavolo.

Bojan Bogdanovic, nettamente il migliore dei suoi
Foto by Giulio Ciamillo
Si attende la reazione dell’Italia come ieri contro la Tunisia nel terzo quarto. Bargnani fa vedere di esserci con quattro punti in fila per riportarci avanti. Bogdanovic non ci regala illusioni, ma la faccia degli Azzurri è quella giusta, specialmente in difesa, dove Hackett gli ringhia alle caviglie. Belinelli tripleggia in transizione e il Pala Olimpico esplode, sorpasso 42-41. La guardia di San Giovanni in Persiceto fa anche bottino dalla lunetta, Petrovic prende un tecnico a lungo cercato, Melli e Gentile fanno 1/2 dai liberi e Hackett, anche lui in transizione, insacca la tripla che di nuovo tremare la terra a Torino: 51-43 dopo un 9-0 di parziale. I croati accusano il colpo e regalano anche parecchio, con Simon, Bogdanovic e Babic che mettono assieme un 1/6 dai liberi, peccato capitale, considerando sempre che Hezonja continua a non incidere in alcun modo sulla partita se non con dei falli. Il quarto lo chiude Melli con una schiacciata dopo un’azione confusa e anche fortunata. All’alba dell’ultima frazione l’Italbasket si porta in dote sette punti (54-47).
La notizia migliore dell’inizio quarto periodo è il primo canestro dal campo in questo Pre Olimpico di Gigi Datome. Ma la Croazia non ha intenzione di mollare e in un amen torna a -3, sfruttando alcune delle poche disattenzioni difensive italiane di oggi. La squadra accusa il colpo, l’attacco continua a non essere particolarmente bello, ma Belinelli tira fuori dal cilindro due magie e ci ridà margine. La difesa dei nostri ora è davvero un muro: la Croazia ci sbatte contro ripetutamente. Hackett non fa respirare Bogdanovic, Melli fa un lavoro splendido su Saric e aiutando tutti. Hezonja segna di talento, ma si vede che l’inerzia è in mano ai ragazzi di Messina. Datome segna ancora, questa volta da tre. Per tre minuti si rimane sul 63-58 Italia. Arrivano errori in sequenza, ma è sempre la difesa che ci tiene in piedi e anche a rimbalzo, pur regalando qualcosa, reggiamo. Serve qualcuno che chiuda la partita, e allora ci pensa il nostro leader, Danilo Gallinari, fino a quel momento ben contenuto dalla difesa avversaria: prima prende posizione in area e segna due punti di forza da distanza ravvicinata, poi mette il sigillo col rimbalzo d’attacco a cui fa seguire canestro, fallo e tecnico alla panchina croata. Finisce così. Col pubblico in delirio. Col primo posto in tasca. Con la strada verso la finale che ora è un po’ più in discesa.
ITALIA-CROAZIA 67-60
Parziali: 21-23; 12-12; 21-12; 13-13;
Progressione: 21-23; 33-35; 54-47; 67-60;
MVP: Il premio stasera va in coppia a Marco Belinelli, che in attacco ci ha tenuti su di peso per tre quarti, sempre giocando limitato dalla maschera, e a Daniel Hackett, che ha giocato una partita di una completezza fantastica, risultando decisivo su entrambi i lati del campo. Grande il lavoro su Bogdanovic nei secondi 20′.
WVP: Ok i falli, va bene tutto, ma stasera Mario Hezonja ha mostrato tutti i passi in avanti a livello mentale che ancora deve fare.
MIXED ZONE
Nicolò Fiumi