Pistoia, 18 giugno 2016 – Partita tra mille dubbi e perplessità, la stagione di Pistoia resterà nella memoria degli appassionati biancorossi come una delle più belle mai viste al PalaCarrara. Partita tra lo scetticismo generale – gli addetti ai lavori più quotati piazzavano la truppa Esposito al penultimo posto alla griglia di partenza della stagione appena conclusa – la Tesi Group ha saputo esprimere una pallacanestro mai banale, per lunghi tratti del girone di andata decisamente brillante, grazie ad un gruppetto di americani semisconosciuti sapientemente guidato da un coach alle prime armi ma dannatamente bravo.
Amalgama è la parola che meglio spiega i motivi di un sesto posto finale in classifica, una squadra senza un leader indiscusso e senza troppa abbondanza di talento ha espresso un gioco diverso dall’ossessiva e continua ricerca di pick’n roll, un gioco che gli allenatori avversari hanno dovuto studiare e capire, un gioco soprattutto in cui tutti i biancorossi hanno trovato la propria dimensione e sono riusciti ad esprimere il meglio delle proprie potenzialità.
La copertina della stagione va sicuramente riservata ad Alex Kirk, centrone bianco dal New Mexico con una mano più educata di molti esterni visti giocare nella massima serie. Presentatosi alla prima di campionato con una prestazione devastante contro Brindisi (20 puntri in 29 minuti con 4/5 dalla lunga e 35 di valutazione), ha messo in seria difficoltà gli avversari riuscendo ad alternare un ottimo lavoro in post basso ad una percentuale dalla lunga che, per lunghi tratti di stagione, è stata assolutamente inusuale anche per il centro moderno e polifunzionale che tanto piace e va di moda da diversi anni. Calato nettamente nel girone di ritorno – quando sicuramente gli avversari hanno imparato a prendergli le misure ma quando soprattutto ha pagato lo sforzo enorme a cui lo ha costretto il coach, cui mancavano valide alternative in rotazione – sembra voglia accasarsi a Valencia dove probabilmente percepirà cinque volte tanto lo stipendio riconosciutogli in Via Fermi.
La stagione, più in generale, ha visto Pistoia qualificarsi alla prima storica F8 di coppa Italia, dove purtroppo i biancorossi hanno giocato condizionati dall’infortunio di entrambi i playmaker, Moore e Filloy, finendo per fare solo bella presenza. Nonostante un girone di ritorno molto complicato da infortuni e piccole incomprensioni, la truppa Esposito è comunque riuscita a piazzarsi ad un clamoroso sesto posto finale, risultato mai raggiunto nella storia della pallacanestro pistoiese. Una stagione da incorniciare, probabilmente irripetibile.
Le prospettive sono sempre le stesse. Con l’ingresso di The Flexx come main sponsor e di Hitachi nel consorzio dei sostenitori si può sperare in un futuro più solido, ma le cifre di cui si vocifera non spostano molto il budget giocatori rispetto a quanto ha garantito la famiglia Tesi negli ultimi cinque anni.
Alla guida dei biancorossi sarà ancora Vincenzino Esposito, cosa affatto scontata fino a qualche giorno fa, manca ancora la conferma di Fabio Bongi come secondo ma tutto fa pensare che tutto lo staff tecnico sarà confermato in blocco. Come sempre la dirigenza farà valutazioni di mercato dando priorità al comparto degli italiani, per poi spendere oltre oceano più avanti, sperando in qualche saldo che garantisca il miglior rapporto qualità-prezzo.
Dopo l’addio di Ariel Filloy, destinazione Venezia, l’unico sicuro di restare è Eric Lombardi, che ha ancora un anno di contratto. Al momento le ipotesi di conferma sembrano quelle di Ronald Moore, che però dopo un’ottima stagione chiede un adeguamento di stipendio, e di Wayne Blackshear, pupillo del coach che non ha convinto del tutto e che forse merita una seconda possibilità. Straemo a vedere
Luca Cipriani