Le luci del Taliercio si spengono e cala il sipario sulla 16.ma edizione del Torneo Internazionale, ancora una volta fortemente voluto ed organizzato dall’Umana Reyer in memoria di Iqbal Masih, tramandando nel tempo la memoria del dodicenne pakistano ribellatosi coraggiosamente allo sfruttamento ed alle violenze e per questo barbaramente ucciso dalla “mafia dei tappeti”.
L’oramai “classico” appuntamento per il basket femminile Under 14, che negli anni precedenti ha caratterizzato il fine settimana pasquale, è stato rimandato a maggio a causa della concomitanza di altri importanti eventi federali ed ha visto impegnate sui parquet del Palazzetto Ancillotto, delle Palestre Kolbe e Gritti oltreché, nella giornata conclusiva, del principale Palasport mestrino, sei squadre (le Selezioni Azzurrina del Veneto e del Friuli, lo ZKK Athlete Celje, il KSK Zagabria, il Soproni Darazsak Akademy e le padrone di casa dell’Umana Reyer Venezia).
Per la cronaca, le giovani atlete del KSK Zagabria hanno alzato felici ed orgoglioseil trofeo messo in palio dalla S.A.G.E.M. succedendo così al Vasas Akademia Budapest che aveva scritto il proprio nome nell’Albo d’Oro del 2015.
Va peraltro riportato come, di fatto, la formula del “girone all’italiana” adottata quest’anno,abbia reso determinante per l’esito finale l’incontro della prima giornata proprio tra le croate e le ragazze dell’Umana Reyer, classificatesi al secondo posto nella classifica finale e protagoniste di una gara equilibratissima caratterizzata da continui capovolgimenti, risoltasi, all’insegna del grande pathos, negli ultimi secondi con un canestro rocambolesco.
I trofei per la migliore marcatrice e per la MVP del torneo sono stati assegnati rispettivamente a Tia Sporar, numero 10 dello ZKK Athlete Celje, capace di mettere a segno una media di 21 punti a gara ed alla reyerina Francesca Leonardi che nelle partite disputate ha saputo esprimere gesti tecnicamente pregevoli.
Tre giorni, quindi, all’insegna del basket (non dimentichiamo che da qui sono transitate atlete che si sono poi affermate a livello nazionale ed europeo), ma soprattutto della spensieratezza e della socializzazione tra coetanee provenienti da vari paesi, a dimostrazione che lo sport può fare davvero molto, mobilitando le coscienze e tenendo alta l’attenzione su un problema, quello della schiavitù del lavoro minorile, che purtroppo è ancora presente nel mondo.
La storia di Iqbal, piccolo eroe sacrificatosi per una nobile causa, è stata puntualmente ricordata in italiano e in inglese da due delle partecipanti prima delle premiazioni di rito e rappresenta un esempio per tutte le generazioni veicolando i valori del basket e dello sport in generale, basati non solo sulla competizione ma anche e soprattutto sul rispetto degli avversari.
(s.v.)