Finale di Stagione “fuori programma”! O meglio siamo andati oltre ogni più rosea attesa, “tira un po’ il c….” dover uscire al primo turno dei Playoffs, ma se poi ti fermi e pensi “Socc’mel… siamo Una neo promossa”. Siamo tornati in B e lo abbiamo fatto da grandi, abbiamo sudato, passeggiato, pianto, disperato, reagito, puntato i gomiti, urlato, rimessi in piedi, camminato da soli, vinto.
Sì, vinto! Esattamente, una squadra così può solo aver vinto, visto il suo cammino, sentito il suo respiro, affrontata la sua salita. Fatevi venire in mente qualsiasi paragone celebre e questa squadra rispetterà a pieno ogni immaginazione, vi stupirà, vi renderà orgogliosi di aver speso una stagione sui gradoni a sgolarvi, a soffrire, a gioire, a piangere…
Una ciurma di folli, sciamannati, professionisti, ragazzi, uomini dalle “palle cubiche”:
Giovanni Montuori: numero 4, quattro come gli anni in terra farnese. Arrivato in C2 ha riportato i farnesi in B dopo 12 anni, graduato a Capitano in questa stagione ha espresso classe ed esperienza. Metronomo assoluto del gioco farnese, partito piano, nel momento caldo del campionato, tra l’auto volante del mercato e la zona calda degli scontri diretti, ha sciolinato classe da Serie A sul parquet e un carisma degno del Generale Custer per mantenere uniti piazza e spogliatoio. Dice che gli piacerebbe fare l’allenatore e l’istruttore a tempo pieno… sarebbe come togliere la “Gioconda” dal Louvre, “Gio” un altro anno ancora per favore!
Voto: C’è solo un Capitano ed è immortale!
Riccardo Bottioni: Primo anno in bianco/rosso, fresco di titolo italiano 3×3 sotto braccio, si è messo a servizio di coach Millina da subito. Se lo vedi fuori dal “palazzo”, sembra il ragazzo della porta accanto o il “principe azzurro” della Disney, con un cavallo bianco al fianco farebbe stragi di cuori. Ti distrai un attimo e lo ritrovi sul parquet come un giaguaro nella savana, non molla l’uomo nemmeno se in curva gli mostrassero due “bombe” con il tatuaggio #escile.
Annata da crescendo rossiniano, quando pensi a Campli lo immagini con le chiavi in mano del gioco farnese.
Voto: Nel finale di campionato “Mosca Atomica”!
Bruno Duranti: Secondo anno per l’italo brasiliano più romano della penisola italica, arrivato in corsa l’anno scorso, scommessa di coach Millina quest’anno, per la sua duttilità tecnica e atletica. Il “Caparezza” farnese, quest’anno ha fatto tanto lavoro sporco, recuperando palloni, facendo il lungo aggiunto e mettendo i muscoli a disposizione in fase difensiva. Come non ricordare la partita a Valmontone dove gli è mancato di ricoprire solo il ruolo di vice coach, in campo era dappertutto! Gli avversari hanno confidato in più di un incontro: “Ci anticipa sui palloni, perché confondiamo la cesta di capelli per la palla”!
Voto: Io non vivo senza capelli!
Onorio Petrazzzuoli: altro nuovo innesto nella famiglia farnese. Arrivato a Campli dal sud, e voluto dal coach, parole sue: “non sa fare una cosa benissimo, ma 100 di buon livello”. Amante della buona cucina, non a caso quest’anno ha visto “Il Prof.” Mazzaufo corrergli dietro con la bilancia… Vera sorpresa della stagione, diventa uomo simbolo dei risultati inanellati in campionato! Il buon vecchio “Gnogno” è come il whisky, ha un gusto forte e deciso, se comincia a piacerti hai paura di andare in astinenza.
Voto: I fogli dei tabellini ogni fine partita a tuo padre, durante l’anno, valgono una colazione!
David Petrucci: l’altro veterano della squadra insieme al Capitano, l’eroe della promozione in Serie B. Arriva a giocarsi la stagione più importante della carriera a 30 anni. Accetta il ruolo da comprimario e gioca e lotta come non ci fosse un domani. Ottiene più spazio nelle rotazioni da metà campionato, sta lì sul pezzo ogni partita. Ciliegina sulla torta, la sua più grande vittoria: portare all’altare Romina, accompagnato dalla loro piccola Shannon.
Il Matrimonio come da buon giocatore in pieno campionato. In più per nulla distratto, il giorno dopo piazza una prestazione da MvP.
Voto: Signori si sta parlando di David Petrucci, mica un giocatore qualsiasi!
Antonio Serroni: l’uomo del mercato, il giocatore è stato più volte vicino a Campli e poi è sempre sfumato. Quest’anno è arrivato, a suon di triple nella lotta alla Poule B contro San Severo dell’anno passato. Cecchino formidabile, professionista incredibile, vederselo arrivare per l’allenamento con la sua “500” d’epoca provoca un certo effetto. Uno dei volti della “Campli 2.0” si carica la squadra nel momento di rimettere la prima e ripartire di slancio. Un “uomo d’onore” lo avrebbe definito la terra siciliana, quando a metà stagione disse: “non mi importa dei soldi, io rimango qui, lo faccio per i miei compagni, i miei fratelli”.
Memorabile il derby a Giulianova, non sbagliava una tripla.
Voto: Cecchino dal cuore grande!
Daniele Tomasello: l’uomo del mercato di riparazione, l’uomo che è voluto venire a Campli dall’EuroBasket Roma, l’uomo della Capitale che dopo 24 h di Abruzzo ha detto “mi trovo da dio”! Il Millo non lo conosceva anzi: “lo vedo tra poco in allenamento”! Dopo che l’ha visto non ha parlato…
Ragazzo incredibile, caparbio, lottatore, un innesto che ha rialzato il morale dello spogliatoio e ha dato tanta grinta e voracità di risultati. Non il “Duncan” della situazione, senz’altro mamma pura per fisicità sotto canestro e voglia di portare in alto il gruppo. L’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto.
Voto: “Sono Massimo Decimo Meridio…”
Gabriele Mirone: primo anno anche per lui, l’uomo che al posto delle gambe ha un paio di molle. Appena arrivato a Campli c’è stato un incremento della popolazione femminile al palazzetto, sono comparse anche delle macchinette per tickets “regola fila” all’ingresso. Stagione travagliata la sua, ma non ha mai mancato di dire “presente” per la causa di squadra. Dinamico, lottatore, i ferri di casa e degli avversari più volte si sono piegati sotto le sue schiacciate… ad ogni canestro si è registrato uno svenimento in curva!
Voto: Se non si distraggono gli avversari, le tifose certamente sì!
Mario Ferrari, Federico Ruggiero, Matteo Stucchi: la parte camplese della squadra, la parte più giovane, la parte più importante. Sempre presenti, a disposizione del coach, hanno assaggiato la Serie B. Ma se il gruppo è rimasto unito è anche grazie a loro, alla loro caparbietà, l’indolenza a prendersi le cazziate dal coach, dai compagni… dal tabellone dei 24 secondi!
Voto: Giovani, con tanta voglia di imparare!
Luca D’Angelo: il vice coach di questa banda di matti. Terzo anno in terra farnese. L’uomo non amante dei riflettori. Persona dalle poche parole, ma sempre pronto a tirar fuori un consiglio da bordo campo. Stagione densa per lui, tra settore giovanile e prima squadra. Tanto lavoro dietro le quinte, per spulciare i segreti degli avversari, da ricordare i suo strilli dalla panchina quando la difesa si deve fare dura.
Voto: Gran macinatore di autostrade… ma la procuratrice, sicuro sia mora?
Piero Millina: il coach, l’uomo che è nato il giorno di Natale, ma non è Babbo Natale. Secondo anno di Campli, ma sembra che ci abiti da una vita. L’anno scorso ha compiuto un’impresa, quest’anno a detta di tutti un miracolo. Il “Branca Leone” di quest’armata, ha rivoluzionato il modo di vivere il basket in terra farnese. Uomo dell’Emilia Romagna “Rossa” porta in campo quella voglia di rivoluzione proletaria fatta di un Basket per i giocatori e il pubblico.
Se il Campli c’è e ci sarà, si deve anche un po’ a lui, capace di coniugare il dovere di coach, con il desiderio che la gente, le famiglie e i ragazzi si appassionino a questo Sport.
Voto: “Che Guevara” dall’accento bolognese… non invitatelo a cena, potrebbe stendervi a suon di aneddoti!
Abbiamo scherzato per ripercorrere una stagione che per molti aspetti entrerà nella storia moderna di questa Società. Abbiamo cercato di strappare l’ennesimo sorriso per questo gruppo straordinario di professionisti e di uomini, che il destino ha voluto riunire in un unico spogliatoio.
Volevamo ringraziali, in maniera diversa, sincera, perché sono andati oltre quel limite immaginabile della prestazione sportiva oltre quel secondo all’ultimo tempo che distingue una vittoria da una sconfitta. Sono diventati una squadra e ci hanno fatto credere in loro fino in fondo, ora e per il futuro.
Semplicemente grazie!
Ufficio Stampa Campli Basket “Nino Di Annunzio” 1957