Roma, 3 maggio 2016 – C’era una partita in tutta la stagione che l’Acea non doveva perdere in assoluto ed era Gara 2 dei Playout contro Recanati. Ed invece è riuscita, la squadra di Attilio Caja a perderla. Ed a consegnare ai marchigiani un doppio match point casalingo di incalcolabile valore.
E’ accaduto, come potrete leggere nella cronaca di Fabrizio Noto, che mentre Recanati ha messo a posto quel che le era mancato nel primo appuntamento, cioè l’attacco e nello specifico il tiro da tre, Roma non ha messo a posto niente. In particolare ha subito due cose: le triple dagli angoli dove gli uomini di Recanati erano sempre inspiegabilmente soli e la bravura di Kenny Lawson, rifornito a dovere dai suoi compagni ed abilissimo ad esprimere le sue qualità sotto canestro al meglio.
La cosa brutta è che è stata l’ennesima partita nella quale l’arrivo punto a punto ha visto la Virtus soccombere perché le mancano idee alternative al tiro di Voskuil, puntualmente sottoposto al raddoppio di marcatura e ad ogni tipo di difesa durissima. Ma dalla panchina non arrivano segnali. Ed è la cosa più grave perché la squadra sembra lasciata al suo destino. E sembra anche stanca in alcuni dei suoi uomini migliori.
Su tutti Maresca, il capitano, inarrivabile nella difesa su Smith ed autore di 14 punti uno più importante dell’altro, ma ormai in odore di santità per l’accumulo di fatica e dedizione alla causa. Per non parlare di Callahan e Meini soprattutto che non vede il canestro nemmeno fosse una vasca da bagno. Ora due giorni di riposo totale più che di allenamento servirebbero a questi ragazzi prima di partire per Porto San Giorgio dove il Basket Recanati gioca le sue gare interne. Come sempre quando una serie di spareggi è sull’uno a uno, gara 3 diventa lo spartiacque fondamentale: sbagliare anche questa signor Caja sarebbe una macchia indelebile. La Virtus non lo merita.
Eduardo Lubrano