OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA
Non c’è molto da dire: è semplicemente la partita più importante della storia recente della Virtus Bologna. In 40 minuti ci si gioca una buona fetta di salvezza, sapendo che anche con una vittoria le chances rimarrebbero appese a un sottile filo, che non si spezzerebbe solo in caso di vittoria a Reggio Emilia all’ultima di campionato (improbabile quanto meno) o di 0/2 di Caserta negli ultimi due turni di campionato. Porte della seconda serie che si spalancherebbero, invece, in caso di sconfitta con Torino e contemporanea vittoria della Pasta Reggia sul campo di Brindisi. C’è poco da aggiungere a questo scenario da incubo che la Virtus (in ritiro forzato da lunedì) e tutto il suo popolo si apprestano a vivere. Ci sarebbero mille e più parole da spendere, partendo dagli errori commessi dalla società negli ultimi dodici mesi per arrivare ai disastri combinati dai giocatori in campo. Ma per questo ci sarà tutto il tempo a partire dalla notte del 4 maggio, giorno in cui sarà giocata la trentesima di campionato. Quello che conta, al momento, sono solo i prossimi 40’ di basket da giocare. E che verranno disputati nella peggiore delle situazioni: con quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, arrivate quando ormai sembrava che l’obiettivo salvezza fosse stato raggiunto, contro un avversario più forte e lanciatissimo, a caccia della vittoria che metterebbe il lieto fine ad una stagione giocata all’ultimo posto in classifica per 27 giornate e con la difficoltà di non avere più errori a propria disposizione. Se non altro si giocherà in casa, davanti a una Unipol Arena che dovrebbe essere completamente esaurita. Il tifo organizzato ha chiamato a raccolta tutto il pubblico virtussino per spingere i giocatori verso la vittoria, ma l’appello è stato fatto solo e unicamente per la maglia e per i colori. Troppe le lacune di staff, società e giocatori, che hanno fatto perdere ogni tipo di attaccamento a un pubblico che ultimamente ha dovuto mandar giù di tutto. Non ultima la prestazione vergognosa di domenica scorsa a Cantù, ultimo atto di una stagione per certi versi surreale. Non più tardi di un mese fa, infatti, il 26 marzo per la precisione, dopo la vittoria interna con Cremona, sembrava pura utopia pensare a uno scenario del genere. Allora erano sei i punti di vantaggio su una Torino che pareva in caduta libera, mentre l’arrivo di Andre Collins aveva dato slancio ai bianconeri. Ma da lì il mondo si è ribaltato, probabilmente anche per un generale rilassamento degli uomini di Valli, che hanno alzato le braccia dal manubrio decisamente troppo presto. Così sono arrivate sconfitte pesanti a Pistoia e Cantù (entrambe squadre in crisi risollevate dai bolognesi), intramezzate dal tonfo casalingo con Trento, forse la sconfitta peggiore, visto com’è stata buttata la partita nel finale. E con Torino che, al contrario, ha fatto percorso netto oggi ci si ritrova con un piede e mezzo in Legadue. Sarebbe la prima storica retrocessione sul campo. Un’onta che, si spera, possa tirare fuori ai giocatori quella dignità che troppo spesso è mancata.
MANITAL TORINO
Un ultimo sforzo. Un’ultima impresa. Per coronare una rimonta da sogno e salvare una stagione che per troppo tempo è stata un incubo. La Manital Torino arriva a Bologna con sulla racchetta una match point che, non più tardi di un mese fa, era totalmente insperato. Vincere equivarrebbe a salvezza aritmetica. E già solo questa è una sentenza che non si pensava di poter leggere ad oggi. E invece gli uomini di Vitucci, dopo infiniti cambi di giocatori e staff tecnico, hanno trovato l’equilibrio giusto all’ultimo momento disponibile. Le ultime cinque partite, eccezion fatta per il tonfo a Sassari, hanno mostrato una squadra in salute, motivata e anche capace di giocare un ottimo basket, trascinata da un Dyson finalmente ai livelli attesi, spalleggiato dal solito solidissimo White. A differenza degli avversari di domenica, le scelte effettuate in corsa per migliorare il roster hanno effettivamente dato più frecce all’arco di Frank Vitucci. Oltre al già citato Dyson, infatti, bene sta facendo Christian Eyenga, con la sua verticalità e un’energia che valgono oltre 11 punti a partita, col 57% da due e il 39% da tre. Certo, la partita di domenica non sarà una partita normale, e l’ostacolo sarà anzitutto mentale. Quello di sapere di avere il proprio destino nelle mani, in una partita contro una squadra dal talento inferiore e in crisi di nervi e di gioco, ma contro un muro di spettatori pronti a spingere la propria squadra alla vittoria, è uno scenario che può non essere semplice da gestire. Bisognerà avere grande presenza mentale, giocare con ordine ed evitare di disunirsi qualora la partita dovesse iniziare a prendere una brutta piega. A livello di roster e di forma, sulla carta, c’è poca partita. A confortare i piemontesi, inoltre, c’è il fatto che, anche in caso di sconfitta, nulla sarebbe perso e basterebbe vincere l’ultima di campionato in casa contro Pesaro, che probabilmente arriverà già salva, per festeggiare la permanenza in Serie A. E poi ci sarà, anche qui, da aprire il dibattito su tutto quello che non ha funzionato, in una stagione che si avvia ad una conclusione trionfale ma che deve insegnare tanto per gli innumerevoli errori commessi. Vedendo la Manital oggi viene da mangiarsi le mani per tutto il terreno perso fino a marzo: considerando anche l’equilibrio del campionato, sarebbe bastato davvero poco per poter essere qui a parlare di tutti altri traguardi. E’ vero, si trattava della prima stagione nella massima serie da tanto tempo, ma quello che hanno dovuto vedere per larghi tratti di stagione i tifosi PMS è stato davvero troppo, con una squadra che sembrava aver tirato i remi in barca con parecchio anticipo. Parafrasando Via del Campo di De Andrè, anche da una stagione così negativa possono germogliare buoni frutti. E allora sarà importante che, chi di dovere, tragga le giuste informazioni da quanto accaduto in questi mesi, adottando gli aggiustamenti necessari.
PRECEDENTI: 42 con 29 vittorie per Bologna e 13 per Torino;
ARBITRI: Paternicò-Mazzoni-Weidmann;
PALLA A DUE: Domenica 24 aprile 2016, ore 18.15 alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno;
Nicolò Fiumi