Si è concluso il week end dei tornei di Conference, quello che porta tutti direttamente dentro le Follie di marzo con la Selection Sunday che ha decretato il Bracket del Grande Ballo 2016. L’analisi del quale sarà oggetto di un articolo separato, mentre qui andremo rapidamente a rivedere tutto quello che è successo nei vari tornei di conference, scoprendo chi si è portato a casa il titolo e un invito automatico al Torneo.
ACC
North Carolina era la favorita d’obbligo e non ha fatto sconti, andando a prendersi il primo titolo di conference dal 2008. I Tar Heels sono stati perfetti, liberandosi con scarti larghissimi (+17 e +29) prima di Pittsburgh e poi di Notre Dame che, proprio il giorno prima, aveva eliminato gli arci rivali di Duke, vincendo poi una combattutissima finale contro i Cavaliers di Virginia che hanno dato veramente filo da torcere agli uomini di Roy Williams, in una partita fra due squadre che, 24 ore dopo, avrebbero entrambe ricevuto il seed numero uno nei rispettivi regional del tabellone NCAA. I Cavs hanno condotto la partita per 30’, salvo bloccarsi nel momento decisivo, sbattendo contro la difesa di North Carolina. Brogdon (15 con 6/22 al tiro) e compagni (8 punti e 3/14 per Perrantes) non sono più riusciti a entrare in area, sbattendo contro il muro eretto dalla terribile frontline di UNC (Brice Johnson, Kennedy Meeks, Isaiah Hicks e Joel James), chiudendo col 36% complessivo dal campo e rimanendo all’asciutto di canestri dal campo per oltre 7’, nei quali gli avversari si sono portati fino al +9 con un parziale di 13-2. Nel finale un paio di triple di Brogdon e Nolte avevano riportato UVA al -3 (52-55) con poco più di 30” al termine, ma un canestro in traffico di Isaiah Hicks ha, in sostanza, risolto l’incontro. Tra le altre, fuori, come detto, ai quarti Duke, che continua a fare i conti con rotazioni ridottissime. Sotto canestro, stante l’assenza di Amile Jefferson, sono stati recuperati minuti per Chase Jeter e anche per Sean Obi (che ancora non era entrato in campo quest’anno), ma i Blue Devils sembrano davvero avere un problema insormontabile. Pittsburgh si è salvata con la vittoria al primo turno contro Syracuse che, in pratica, le ha garantito l’accesso al Torneo. Gli Orangemen, invece, sembravano spacciati ma, al contrario, sono comunque stati inseriti nel tabellone con un seed numero 10 che ha sollevato non poche polemiche, vista la pessima stagione disputata dai ragazzi di Boeheim. Gli Hurricanes di Miami hanno fatto il loro, arrivando a giocarsela fino in fondo in semifinale contro Virginia. Avranno modo di rifarsi nelle prossime settimane.
Gli highlights di UNC-Virginia
BIG10
Marzo è il regno di Tom Izzo e dei suoi Spartans, e il torneo di conference 2016 non ha fatto eccezioni. Michigan State si mette in tasca il titolo dimostrando di essere, insieme a Kansas, la squadra che arriva al Torneo Ncaa più in forma, pur non avendo guadagnato un seed numero uno (ulteriore motivo per cui gli Spartans saranno ancora più pericolosi). Valentine e soci hanno battuto, in serie, Ohio State comodamente per 81-54, poi Maryland, in una bellissima semifinale, per 64-61, con Valentine che, a 11” dalla fine, ha segnato un libero, sbagliato il secondo, per recuperare il suo stesso errore con un rimbalzo in attacco, in seguito al quale ha segnato altri due liberi che hanno sigillato la contesa. In finale, poi, a cadere è stata Purdue, l’altra grande protagonista del torneo, che dopo aver superato quarti e semifinali, contro Illinois e Michigan, senza problemi (47 punti di scarto combinati), ha giocato punto a punto con MSU per 40’, venendo punita solo da una serie di episodi sfortunati che hanno girato in favore degli avversari. Valentine ha continuato a girare alle sue cifre irreali, chiudendo le tre partite di torneo con 17 punti, 8.7 rimbalzi e 9 assists di media, mentre in casa Boilermakers, dopo una semifinale da 27+11, AJ Hammons non ha inciso in finale, fermandosi a 11 punti con 4/10 dal campo. Le deluse della quattro giorni di Indianapolis sono state la stessa Indiana (subito fuori contro Michigan dopo il primo posto in regular season) e Iowa (eliminata ai quarti da Illinois). Entrambe hanno confermato i dubbi che si avevano: Indiana su di una regular season che probabilmente è andato molto oltre le reali capacità dei giocatori di Tom Crean, Iowa a conferma di un periodo di forma pessimo che li fa arrivare al Torneo Ncaa col morale sotto i tacchi.
Gli highlights di Michigan State-Purdue
BIG12
Torna sul tetto della Big12 Kansas, che vince la regular season ininterrottamente dal 2005, ma non riusciva a conquistare il torneo dal 2013. I ragazzi di Bill Self hanno dominato, passeggiando nei quarti contro Kansas State (85-63), per poi vincere in semifinale contro Baylor la partita più complicata di quelle disputate e terminata 70-66, con un parziale di 12-1 in apertura di secondo tempo in favore di KU che ha indirizzato una gara che, invece, nei primi 20’, sembrava poter essere alla portata dei Bears. In finale, poi, successo convincente contro West Virginia, nonostante la doppia doppia da 31+10 di Devin Williams (unico a riuscire in una simile impresa in una finale di Big12 insieme a Kevin Durant e Paul Pierce), ancora grazie ad un secondo tempo in cui i Jayhawks sono riusciti a conquistare un largo vantaggio, portato poi fino alla sirena finale. Il più continuo sulle tre partite è stato Perry Ellis, autore di 19 punti di media col 54% al tiro, mentre ha confermato la propria crescita Devonte’ Graham, autore di 27 punti in finale con 5/6 da tre punti, e Wayne Selden ha mostrato, come abitudine, il suo talento solo a sprazzi: opaco nei quarti e in semifinale, scintillante contro West Virginia. Tra le altre, come visto bene Baylor, che ha dato filo da torcere a Kansas e nei quarti aveva superato in scioltezza Texas, match tutt’altro che semplice. Bene anche Oklahoma, rimasta bruciata, letteralmente, dalla sconfitta in semifinale contro i Mountaneers. Dopo aver superato Iowa State in un combattutissimo quarto di finale, Hield e compagni sono arrivati punto a punto nel finale contro la squadra di Bob Huggins. Proprio il loro leader, con poco più di un secondo da giocare e sotto di due punti, aveva centrato un pazzesco tiro da centrocampo, che aveva scatenato l’entusiasmo dei tifosi dei Sooners. Entusiasmo, però, ghiacciato nel giro di qualche minuto, quando, cioè, gli arbitri hanno constatato dall’instant replay che la conclusione di Hield era arrivata fuori tempo massimo per una questione di centesimi di secondo. Delusione per OU, che sperava di poter giocarsi una rivincita contro Kansas, ma che comunque non vede sminuite le proprie ambizioni in ottica Torneo Ncaa. Sorprendente, infine, la sconfitta al primo turno di Texas Tech, che tanto bene aveva fatto in regular season, contro TCU.
Oklahoma-West Virginia il finale con beffa per i Sooners
BIG EAST
Che Seton Hall fosse una delle squadre più calde della conference lo si era già visto nella seconda metà della regular season. Ma che i Pirates combinassero quello che hanno combinato tra semifinale e finale, andando a prendersi il titolo della Big East, era francamente difficile da pronosticare. Seton Hall ha beffato le due grandi favorite, prima Xavier, in semifinale, e poi Villanova, in una finale combattuta e bellissima, risolta da Isaiah Whitehead (MVP del torneo a 23 punti di media) con un gioco da tre punti nei secondi finali, che ha neutralizzato la rimonta di Nova dopo un primo tempo dominato dai Pirates. I ragazzi di Kevin Willard hanno confermato la propria grandissima forma e la crescita esponenziale, che ha sorpreso tutti e li porta come vera mina vagante al Torneo, in forza anche di un seeding abbastanza basso (solo al numero 6). L’attacco gira che è una meraviglia (81 punti nei quarti con Creighton, 87 contro Xavier), ma anche la difesa, in caso di necessità può salire di colpi, come si è visto nella finale coi Wildcats, tenuti al 42% dal campo e 12 palle perse. Villanova, dunque, che si è fermata sul più bello, senza riuscire a confermare il titolo di regular season, ma sembrando comunque la squadra solida fatta vedere fino ad oggi. Al torneo è arrivato un seed numero due tutto sommato meritato, ora è il momento di cominciare a dimostrare di poter fare bene anche a marzo, che storicamente è un mese deleterio per i ragazzi di Jay Wright. Seed numero due anche per Xavier, lei pure vittima della legge Seton Hall. I Musketeers si erano sbarazzati facilmente nei quarti di Marquette, salvo fermarsi contro i Pirates, ma a loro volta arrivano al Torneo abbastanza carichi, sapendo di avere parecchie carte da potersi giocare. Discreta, ma niente più, Providence, brava a superare l’ostacolo Butler ai quarti, ma poi senza chance in semifinale contro Villanova. Chiusa definitivamente la terribile stagione dei Jonnies di Federico Mussini, fuori al primo turno contro Marquette. Sconfitta 101-93 con 15 punti dell’ex Reggio Emilia. Termina una stagione da 24 sconfitte in 32 partite. L’unica consolazione è che da qui, considerato anche il roster giovane, si può solo migliorare.
https://youtu.be/b-Kfk7Kf0Pc
Gli highlights di Seton Hall-Villanova
PAC 12
Prova di forza impressionante di Oregon vincitrice di un torneo per nulla semplice, che ha avuto in semifinale quattro squadre da Top 25 e porterà al Torneo Ncaa sette squadre. I Ducks, che così si sono guadagnati il seed numero uno, hanno dovuto sudare più del previsto contro Washington ai quarti, per poi superare Arizona al supplementare ringraziando l’imprecisione di Mark Tollefsen dalla lunetta che, sul finire dei regolamentari, sbagliando uno dei due liberi a disposizione, ha evitato ai Ducks una sconfitta che sarebbe stata una vero e proprio suicidio, considerati 7 punti di vantaggio che Oregon aveva a 27” dal 40°. Evitata la beffa, poi, Dillon Brooks e compagni si sono scatenati sui malcapitati Utah Utes, travolti in finale per 88-57. Elgin Cook è stato votato MVP del torneo (17,3 punti di media), ma, nuovamente, la squadra di Dana Altman ha mostrato tutta la propria poliedricità e le tante frecce a disposizione del proprio arco. Ci sono state discussioni su quanto il seed numero sia effettivamente meritato, ma non vi sono dubbi sul fatto che i Ducks saranno una della squadra da tenere maggiormente d’occhio da questo week end in avanti. Tra le altre, deludente, ancora, Arizona, che, al di là del finale rocambolesco con Oregon, ha continuato ad esprimere il proprio potenziale solo a tratti, non brillando nemmeno nel quarto di finale contro Colorado. Abbastanza bene Utah e California (avversarie in semifinale, con vittoria di Utah al supplementare), che sono andate secondo le attese, con gli Utes che poi sono crollati contro il ciclone Ducks ma che fino a lì avevano confermato la propria forza con un Jakob Poeltl da 18+7 e il 61% al tiro, mentre per Cal la coppia di freshmen Brown-Rabb è andata a sprazzi. Devastante Rabb nei quarti contro Oregon State (21+15 e 4 stoppate), fuori fase Brown, fermo a 4/23 al tiro in due gare.
Gli highlights di Oregon-Utah
SEC
Tutto secondo le aspettative in SEC. Ossia, per il titolo questione a due tra Kentucky e Texas A&M e LSU scioltasi come neve al sole alla prima difficoltà. Come avevamo detto, le maggiori attenzioni qui erano su Ben Simmons e i suoi Tigers, che per ottenere la qualificazione al Torneo Ncaa potevano solo vincere il torneo di conference. La speranza si è fermata in semifinale dove (dopo aver battuto Tennesse nei quarti, anche con buona autorità), LSU è stata letteralmente distrutta da Texas A&M in una partita che in pratica non è mai esistita, terminando col punteggio imbarazzante di 71-38, con Simmons sì in doppia doppia con 10 punti e 12 rimbalzi, ma fermo a 4/11 dal campo e 2/7 ai liberi. Stagione così terminata per la probabilissima prima scelta del draft 2016, che davvero ha vissuto un anno da incubo, che potrebbe addirittura fargli perdere credibilità in vista del draft stesso. Tornando al basket giocato, come detto, per il titolo sono arrivate a giocare Kentucky e Texas A&M, che non hanno deluso le attese, andando nuovamente al supplementare, dopo l’ultima sfida vinta da A&M con il famigerato tecnico rimediato da Willis di Kentucky. 29esimo titolo di conference per i Wildcats, letteralmente trascinati alla meta da un Tyler Ulis fantastico, autore di 30 punti nel match decisivo in un match indiretto con Danuel House (32 punti) di A&M, che aveva segnato il canestro della parità a 20” dalla fine dei regolamentari. Il playmaker di Calipari, nelle tre partite di torneo, ha messo assieme 25 punti e 5 assists di media, col 50% dal campo, compreso un 9/14 da tre punti, confermandosi come uno delle migliori point guard della nazione. Non escono certo ridimensionati dalla sconfitta gli Aggies, loro pure assolutamente positivi e puniti solo dagli episodi che possono decidere una partita simile. Come per i Wildcats, Danuel House si è preso il proscenio giocando una grande finale, dopo, però, aver faticato non poco nei quarti con Florida (15 punti ma con 5/20 al tiro) e in semifinale con LSU (4 punti e 2/8 dal campo). Grande occasione ora al Torneo Ncaa, con il Comitato che ha inserito i ragazzi di Bill Kennedy nel regional forse più equilibrato e aperto con un seed numero 3 da sfruttare a dovere.
Gli highlights di Kentucky-Texas A&M
MID MAJORS
Gli occhi erano puntati su American Athletic Conference e Atlantic 10. Che non hanno deluso le aspettative. Nella AAC, orfana di SMU, i titoli di giornale sono andati per Connecticut, che, partendo da testa di serie numero 5, ha sbaragliato la concorrenza, andando a trionfare in finale contro Memphis. Ma tutta l’attenzione è arrivata per il pazzesco quarto di finale contro Cincinnati, andato fino al quarto overtime e che, al termine del terzo, ha riservato una sequenza degna dei migliori instant classic da March Madness. Col punteggio sull’85 pari era stato Kevin Johnson di Cincinnati con una tripla a dare il vantaggio che sembrava definitivo ai suoi, considerando che mancavano 8 decimi di secondo alla sirena. La preghiera di Jalen Adams da 20 metri sembrava il classico lancio senza speranze di fine partita. E invece… Tabella. Retina. Nuova parità. Quarto supplementare. Tifosi Huskies in delirio. E da lì, con la botta psicologica ricevuta, Bearcats incapaci di reagire e UConn che da quel punto in avanti è andata di inerzia, vincendo e poi triturando Temple, che aveva il seed numero uno, in semifinale e infine, come detto, Memphis nella gara per il titolo. E adesso attenzione a Kevin Ollie e i suoi ragazzi col seed numero 9 al Torneo. In Atlantic 10, invece, è arrivato il trionfo di St.Joseph’s e del nostro Pierfrancesco Oliva. Gli Hawks hanno coronato così una stagione fantastica, iniziata in sordina ma che, col passare dei mesi, è diventata sempre più solida, fino ad arrivare alla finale con VCU al Barclay Center di Brooklyn, in cui St. Joe’s ha letteralmente travolto i Rams trascinata dalle proprie due stelle DeAndre Bembry (30 con 13/16 al tiro) e Isaiah Miles (26+12 con 11/16, MVP del torneo). Conquistato così l’accesso al torneo, che davvero non era nei piani a inizio stagione, tra l’altro con un seeding interessante. Numero 9, che concede un primo turno assolutamente fattibile ed un eventuale incrocio, al secondo turno, con Oregon, che delle quattro numero uno, sembra quella con qualcosina in meno. In Conference USA tracollo contro Western Kentucky ai quarti di finale di UAB, che aveva dominato la stagione regolare. Alla fine vince il titolo Middle Tennessee, che sconfigge nella finale in volata Old Dominion. Nella Mountain West cade a un centimetro dal traguardo San Diego State. Come per altre squadre, gli Aztecs si presentavano al torneo di conference con l’obbligo di vittoria per poter accedere alla Big Dance, per via di una stagione fatta di parecchie sconfitte brucianti e poche vittorie di peso. E’ arrivata invece la sconfitta in finale contro Fresno State, che festeggia e andrà a giocarsi le sue chance al torneo con un seed numero 14 nell’incrocio con Utah al primo turno.
https://youtu.be/7WHsWZAh3kY
Connecticut-Cincinnati: un condensato di March Madness
THE OTHERS
Di seguito l’elenco di tutte le altre squadre vincitrici dei rispettivi tornei di conference.
AMERICA EAST: Stony Brook
ATLANTIC SUN: Florida Gulf Coast
BIG SOUTH: UNC Asheville
BIG SKY: Weber State
BIG WEST: Hawaii
COLONIAL: UNC Wilmington
HORIZON: Green Bay
MAC: Akron
MAAC: Iona
MEAC: Hampton
MVC: Northern Iowa
NORTHEAST: Farleigh Dickinson
OVC: Austin Peay
PATRIOT: Holy Cross
SOUTHERN: Chattanooga
SOUTHLAND: SF Austin
SUMMIT: South Dakota State
SUN BELT: Little Rock
SWAC: Southern
WAC: Cal-Bakersfield
WCC: Gonzaga
La vittoria di Cal-Bakersfield nella WAC, con il buzzer beater di Dedrick Basile (si proprio quello col numero 5…)
Nicolò Fiumi