Dalla partita della disperazione esce coi due punti la Virtus Bologna, che però deve mangiarsi le mani per avere letteralmente buttato via la differenza canestri. Grazie a un ottimo Abdul Gaddy, infatti, nell’ultimo quarto gli uomini di Valli si erano allungati fino al +11 a meno di due minuti dalla fine, ancora a +7 a 23” dal termine, quando una serie tragicomica di errori di Kenny Hasbrouck ha consentito alla Vuelle di salvare almeno lo scontro diretto. Vince Bologna perché, negli ultimi dieci minuti di una partita male arbitrata, ha trovato di più da tutti gli uomini del proprio roster, mentre Pesaro, con Austin Daye francobollato a turno da Hasbrouck e Mazzola e messo fuori partita anche da problemi di falli, e Semaj Christon ottimo nel primo tempo, ma sparito nella seconda frazione, ha totalmente perso la via del canestro.
Il parziale di 14-4 con cui Bologna ha segnato il quarto periodo ha avuto diverse firme: Odom, Gaddy, Pittman, Fontecchio, mentre i marchigiani hanno messo in fila attacchi improduttivi, statici, sperando che Daye girasse improvvisamente una partita che era stata in salita sin dall’inizio (4/14 al tiro e 4 perse, oltre ai falli), e senza produrre altro che tiri con poche chance di entrare attorno a lui. La Virtus, se non altro, ha avuto il merito di azzannare l’avversario al momento giusto, quando era evidente che Pesaro stesse vacillando pericolosamente, tra i problemi offensivi e un arbitraggio che davvero ha condizionato tanto tutti quanti.
I complimenti vanno fatti per una volta alla squadra, che ha saputo rispondere alla prestazione da censura di Capo D’Orlando. L’ultimo quarto di Abdul Gaddy è stato quello di un giocatore con voglia di riscatto, Fontecchio, invece, aveva segnato in precedenza, quando nessuno dei suoi compagni riusciva a cavare il ragno dal buco, mettendo però anche la tripla della fuga buona sul 66-60. Odom stesso ha partecipato con profitto alla maratona su Daye e in attacco ha messo almeno quattro punti cruciali nel finale. Addirittura Cuccarolo, ripescato nelle rotazioni, ha dato una mano notevole in difesa e non ci si dimentichi del rientro di Allan Ray, che se non altro ha tolto dal campo Courtney Fells (in tribuna per le rotazioni e prossimo all’addio), e ha dato fiducia ai suoi compagni pur rimanendo in campo solo 9’ (5 falli), condizionato da una forma fisica, ovviamente, insufficiente. Dubbi su Pittman, apparso nervoso, più impegnato a litigare con tutto e tutti che a giocare. Un peccato, perché quando, invece, ha pensato solo alla pallacanestro, ha creato a Pesaro gli abituali problemi che crea a tutte le difese.
Resta da sfatare ora il tabù trasferta (valicato l’anno solare senza vittorie), ben consci che la strada che porta alla salvezza è ancora lunghissima ma, almeno tra le mura amiche, offre un calendario non impossibile. Vincere lontano da Bologna, però, resta un passaggio fondamentale per ottenere quei punti extra che certamente serviranno da qui alla fine.
Rimugina Pesaro, che perde una partita assolutamente vincibile. I biancorossi, al contrario delle V Nere, nel momento di massima difficoltà avversaria, si sono afflosciati, invece di sferrare il pugno da ko. Già nel primo tempo la Vuelle aveva sempre condotto, tenendo anche vantaggi in doppia cifra, ma il momento decisivo è stato a metà del terzo quarto quando, con un parziale di 11-0, era andata sul 53-47 e vedeva Bologna preda dei fantasmi più tetri. Lì è stata la serata orribile di tiro dalla lunetta (18/28, raddrizzato nel finale) e un paio di fischi decisamente strani (tecnico a Daye e antisportivo a Lydeka, quest’ultimo in particolare) a impedire ai marchigiani di prendersi due punti dal peso specifico indescrivibile. La Virtus è rientrata in partita e in un attimo l’inerzia della partita è cambiata, stavolta in maniera definitiva.
Resta da riflettere molto sulla gestione di un talento come Austin Daye, che per troppo tempo è stato servito in isolamento, lasciandolo solo contro le aggressioni costanti della difesa. Il figlio del grande Darren ha provato con tutto il suo talento a risolvere la partita, ma non è stata serata, e anche il metro arbitrale ha contribuito a innervosirlo parecchio, trascinandolo dentro a dalle sabbie mobili che hanno finito per soffocarlo. Christon ha giocato un ottimo primo tempo, sfruttando la sua stazza contro Gaddy ma quando la difesa bolognese ha cominciato a scommettere contro il tiro pesarese la coperta è diventata improvvisamente cortissima.
Lydeka ha giocato una partita sontuosa per voglia, applicazione e anche produttività in attacco (compreso un 4/6 assolutamente inusuale dai liberi), ma ha lui pure pagato l’eccessiva severità arbitrale, per di più contro un avversario come Pittman. Trevor Lacey è stato forse il più costante dei suoi. Ma dietro è stato il buio. Gli italiani, Ceron, Gazzotti e Basile hanno fatto cose discrete nel primo tempo, per poi marcare visita nella seconda frazione. Candussi ha subito di tutto e di più. Infine Shepherd, che ha contribuito al 16% al tiro pesante mettendoci anche un 2/7 da due punti.
Come detto, però, i biancorossi sono riusciti a salvare almeno la differenza canestri, e pertanto sanno che possono continuare a fare la corsa su Bologna. Servirà, però, un maggiore contributo da parte di tutti e, soprattutto, una forza di nervi decisamente più elevata.
Pesaro entra più sciolta in campo. I marchigiani schierano da subito il quartetto americano più Lydeka e vanno bene in attacco, partendo 5/6 al tiro con doppia cifra di vantaggio raggiunta in 5’ sul 14-4. Bologna, di contro, ammassa mattoni da tre punti e, mentre Pittman pensa più a bisticciare con Lydeka, Valli ricorre subito al rientro di Ray dalla panchina. Il capitano si fa immediatamente sentire: tripla da 7 metri e scarica di energia, assorbita soprattutto da Fontecchio, che dopo una brutta palla persa iniziale metta una gran stoppata e quattro punti filati che ricuciono a -3 lo strappo (11-14). La Virtus, però, è imprecisa in attacco. Hasbrouck spreca dopo aver segnato da tre, e allora è Daye a punire con un bel canestro e un assist che fanno chiudere ai suoi il primo quarto avanti 21-14.
Fontecchio è in palla e segna subito il sesto punto personale, ma Pesaro ha un Lydeka ruvido e bravissimo a limitare Pittman, oltre che a farsi trovare sempre bene dai compagni nei pressi del ferro. Quattro punti suoi e una tripla in transizione di Ceron fanno ancora +7 Vuelle, che, con Christon in panchina, gioca stabilmente con Daye da playmaker, marcato da Mazzola. Pesaro brucia molto presto il bonus, concedendo ossigeno puro dalla lunetta a una Virtus che vede gli avversari condurre pur con un Daye abbastanza opaco in fase realizzativa. Proprio la lunetta, invece, blocca la possibile fuga ospite, con i biancorossi che sbagliano più del lecito e devono anche incassare il secondo fallo prematuro dello stesso Daye, costretto, gioco forza, a limitarsi in difesa. Pesaro trova energia dall’ingresso in partita di Gazzotti, e torna avanti di 4 sul 38-34 ma, dopo un time out di Valli, due triple di Vitali e Mazzola danno il primo vantaggio ai felsinei sul 40-38. Un eccellente Christon pareggia, ma Fontecchio da tre punti manda le squadre al riposo sul 43-40 Obiettivo Lavoro.
Buona uscita dagli spogliatoi per Bologna, che con Mazzola va subito sul 47-42, ma è lo stesso ex Ferrara ha regalare due liberi a Daye, perdere un pallone banale e completare la frittata con il fallo su Christon ormai lanciato a canestro: 2+1 e Pesaro di nuovo in parità. Gli ospiti hanno maggior slancio. Rientra Pittman per Bologna, ma viene costantemente buggerato dal pick and roll marchigiano che manda Lydeka a segnare due volte. 11-0 di parziale e 53-47 Vuelle, che però sbatte contro il muro psicologico (e arbitrale) di partite di questo tipo. Daye commette passi e nella protesta guadagna fallo tecnico e quarta penalità personale. Christon fa 0/2 dalla lunetta e due azioni dopo, a rimbalzo, Lydeka commette fallo e da terra spende anche un antisportivo (chi l’ha visto?). Terzo e quarto fallo anche per il centro. Ma soprattutto, Pesaro perde tutta la sua dote di vantaggio e, anzi, vede Bologna sorpassare sul 54-53. La terna perde il controllo della partita e continua a fischiare in eccesso: quinto fallo di Allan Ray e quarto di Mazzola e Pittman (graziato, va detto, per una plateale protesta che sarebbe stata da fallo tecnico). Pesaro rimette avanti la testa fino al +5 con il solito Lydeka, ma Gaddy e Fontecchio tengono Bologna a contatto, e Odom fa 61-60 al 30°.
Lo stesso Odom apre l’ultima frazione con il tap in del +3. Hasbrouck, dannoso in attacco, si incolla in difesa a Daye togliendogli ogni spazio. Pesaro non segna, Fontecchio si: tripla e 66-60 che obbliga Paolini al time out. Il vento però continua a soffiare in poppa ai padroni di casa. Cuccarolo stoppa Daye (!!!!), Gaddy in emergenza pesca un tiro da tre punti preziosissimo, il figlio di Darren batte un colpo, ma Odom gli risponde dalla media dopo qualche padella di troppo dalla lunga distanza: 71-64 a 3’50”. La Vuelle in attacco batte in testa, con Daye contenuto alla grande dalla difesa rabbiosa ora di Mazzola, e i suoi compagni che si limitano a colpire il ferro da tre punti. Gaddy allora punisce con un paio di penetrazioni nell’area che hanno il sapore della vittoria: 75-64. Resta da difendere la differenza punti (-5 dell’andata), che non sarebbe nemmeno impresa impossibile, se non fosse che la Virtus è lì dove si trova anche perché è incapace di svolgere i compitini elementari. Daye allora mette sei punti prima di salutare per il quinto fallo. Gaddy dalla lunetta fa 79-72 con 23”, Christon si pianta contro il ferro, Hasbrouck prende il rimbalzo, restituisce immediatamente palla alla Vuelle e per sicurezza concede anche il 2+1 a Trevor Lacey, che fa -4. Resterebbero 5”. Ma il time out di Giorgio Valli partorisce un’uscita dai blocchi dello stesso Hasbrouck (e chi sennò?) che resta fermo girato dalla parte opposta al canestro per un eternità, salvo scaricare sulla sirena per uno stranito Odom il quale non può che provare un improbabile tiro al volo. Non c’è niente da fare, le V Nere non possono mai fare festa piena, ma almeno per questa sera l’ultimo posto è problema altrui.
OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA – VUELLE PESARO 79-75
Tabellini
Parziali: 14-21; 29-19; 18-20; 18-15;
Progressione: 14-21; 43-40; 61-60; 79-75;
MVP: Abdul Gaddy.
WVP: Jevohn Shepherd.
Nicolò Fiumi