Se Armando Buonamici è il Presidente indiscusso del team Eurobasket Simply G&P Roma, autore e fautore di questo piccolo modello di lavoro applicato al territorio e che oggi punta decisamente a portare la sua creatura dall’entusiasmante ma complesso mondo dell’avviamento alla pallacanestro di base per i ragazzi al basket nazionale di vertice, Giacomo Esposito da due e mezzo ne è indubbiamente il suo braccio destro.
Una “chiamata” che lo coinvolge non solo a livello professionale ma anche e soprattutto come uomo e padre, considerando che tra poco lo diverrà e come molti uomini ben sanno, diventare padre suscita e stimola sensazioni esaltanti ma accresce i valori più vicini alla responsabilità. Non è infatti un caso che da quando Giacomo Esposito è stato investito del ruolo di Direttore Operativo dell’Eurobasket Roma, la sua concentrazione si è anche rivolta in modo diretto al mondo della scuola, nel tentativo di far apprendere ai ragazzi delle scuole del XII Municipio di Roma il senso dello sport, il senso della condivisione dei valori che di per se incarna da sempre la pallacanestro.
Lo si osserva in modo lucido, netto, allorquando inizia a parlare di questo progetto che lo coinvolge probabilmente con tutto se stesso e, consapevoli di questa azione che egli porta avanti, abbiamo voluto intervistarlo anche perchè, non neghiamolo, l’Eurobasket Roma sta in vetta alla classifica della serie B girone C, in odore di salita in A2.
D. – Come nasce Giacomo Esposito come dirigente nel mondo della pallacanestro a Roma?
R. – Dobbiamo risalire a diversi anni fa (ne compirà 36 nella primavera di quest’anno, ndr), quando comincio come tutti a giocare a basket con modesti risultati sul campo e comunque arrivando a disputare il vecchio campionato della C2 a livello senior, il passaggio alla scrivania è stato poi quasi logico ed immediato per il sottoscritto. Ho iniziato prima a capire ed a conoscere la vita di un gruppo sportivo sedendomi dall’altra parte della staccionata grazie a diverse squadre giovanili per poi approdare all’Eurobasket Roma come Direttore Operativo da due anni e mezzo a questa parte. Durante il corso che stavo frequentando dei dirigenti nazionali Fip, in corso qui a Roma, fui avvicinato dal Presidente Armando Buonamici il quale mi chiese se ero interessato a far parte della famiglia Eurobasket..
D. – Ma prima c’è anche una positiva esperienza attraverso la comunicazione radiofonica che Ti ha fatto conoscere anche questo aspetto del tuo lavoro oggi.
R. – Certamente, non l’ho dimenticato affatto, anzi. Poter parlare con un pubblico che non vedi fisicamente ma sai che esiste è stato assolutamente una parte molto importante per la mia crescita professionale, esperienza della quale ringrazio l’amico Fabrizio Fabbri che ha creduto nelle mie capacità anche di comunicatore. Ho potuto passare due stagioni radiofoniche come co-conduttore assieme a lui di una trasmissione che si occupava interamente di basket ed ho vissuto al suo fianco al Pala Tiziano anche due belle annate della Virtus Roma dalla tribuna stampa e sul campo con lo stesso Fabbri prima voce delle gare casalinghe della Virtus, un qualcosa di particolarmente bello e significativo per me ma più che altro è stato molto positivo vivere una trasmissione che affrontava tutti i singoli temi della pallacanestro, quei temi che settimanalmente la cronaca ci consentiva di commentare..
D. – …Quindi c’è questo incontro folgorante con Buonamici che ti coopta per il suo progetto di crescita del team in Eurobasket..
R. – Sì, Armando aveva iniziato a costruire un team che potesse uscire dalla sola logica del basket in proiezione di crescita dei giovani ed iniziare ad esplorare il mondo della pallacanestro nazionale senior. Il salto dalla C Gold alla serie B obbligava ovviamente una serie di risorse che avrebbero dovuto dare corpo a questa idea, dal team manager all’ufficio stampa a chi doveva prendersi carico ad esempio di gestire il magazzino con cura…Senza dimenticare tutto quanto fosse inerente al pre e post-partita. Mi chiese di dargli una mano a 360° ed accettai con molto entusiasmo partendo, dal primo anno, con l’affiancare il dirigente responsabile della prima squadra in tutte le gare interne ed esterne per poi occuparmi della comunicazione e dell’ufficio stampa anche come commentatore in sostituzione qualche volta di colui che all’epoca se ne occupava, mi son divertito molto sotto questo punto di vista. Lo scorso anno invece il mio ruolo è si è concretizzato nel seguire tutta l’organizzazione della società come Team Manager sia della Serie B che dell’U20 (quest’ultima targata Virtus Roma), direi l’anno chiave per quello che mi riguarda come crescita professionale ed umana a contatto con i problemi reali che una qualsiasi squadra può avere durante una stagione. Per non citare anche le soddisfazioni che si son concretizzate in due finali raggiunte come la finale Playoff persa contro Rieti ed i campionati nazionali U20 a Torino, un Torneo importante vinto come quello del “Memorial Iaia” a Palestrina, un totale di 60 partite da seguite in prima persona di cui 30 gare in trasferta da organizzare…Un bell’impegno direi..Più la parte della comunicazione ed il coordinamento dell’Ufficio stampa. Dall’inizio invece di questa stagione agonistica il Presidente mi ha voluto più vicino a lui dandomi il ruolo di Direttore Operativo specificando ancor di più il mio ruolo visti i suoi impegni e la mole di lavoro che qui in Eurobasket cresce di giorno in giorno
D. – A qualcosa avrai pur dovuto rinunciare…
R. – Certo, ho dovuto rinunciare alla panchina, al campo che rimane sempre la mia prima passione però in questo nuovo ruolo più importante e di maggiore responsabilità, mi sono creato la mia nicchia di progetti di natura sociale e scolastico, insistendo sul territorio del mio municipio e non solo, intendo per territorio quindi lo sviluppo di tutto il territorio romano. Per questa ragione è nato “Un Libro a canestro”, grazie ad una bella intuizione del MIUR, è volto al tentativo di aumentare nelle scuole l’idea già sana e positiva dei valori che porta con se la pallacanestro ma anche esponendo la mia persona direttamente alla realizzazione di questa idea. Ma andare direttamente sul territorio non è solo per gratificazione personale, ho sempre creduto nello sport di squadra perciò porto con me il messaggio che l’Eurobasket desidera trasmettere ai ragazzi in maniera positiva e diretta. Con me infatti c’è lo staff dell’Eurobasket che mi consente di realizzarlo supportandomi in tutto e per tutto esattamente come una si fa in una grande squadra vincente, condividendo ogni giorno ideali e passione di ciò che facciamo.
D. – Quando parli di valori positivi legati al basket, riesci ad avere un’idea invece di come si differenziano questi valori rispetto al calcio che in Italia cannibalizza tutto e tutti?
R. – E’ decisamente complesso e difficile fare paragoni con il calcio perché il calcio, a prescindere dai messaggi che lancia più o meno positivi, rimarrà sempre il primo sport praticato in Italia e riceverà quindi sempre questo tipo d’interesse da interpretare a seconda di come lo si voglia vedere. Però posso certamente affermare che la pallacanestro è uno sport che ancora oggi, nonostante a volte si legga di qualche piccola storia nei palazzetti (e stiamo parlando comunque sempre di un qualcosa di minimale, da condannare sempre ma sempre minimale rispetto all’insieme), resta nel suo complesso uno sport assolutamente sano, che aggrega tanto, che assottiglia le differenze sociali che ci sono all’interno di ogni squadra e tra le persone ed è uno sport che integra e che aiuta ad una crescita sana anche intellettualmente parlando tra le generazioni. Tra le scuole lo vediamo tangibilmente tra i bambini, loro hanno una visione ottimistica di questo sport perché dicono che l’avversario va rispettato in quei 40 minuti ma alla fine è tutto circoscritto al campo, dopo siamo amici come prima. E l’arbitro non deve essere criticato quando si pensa che possa aver sbagliato, fa parte del gioco e va rispettato come gli avversari.
D. – Vieni dal campo e nello specifico dai settori giovanili avendo a cuore quindi la crescita dei ragazzi sia come uomini ma anche come atleti. Oggi sei dirigente di un club di serie B dopo aver lavorato in modo duro, pertanto a tuo avviso perché in Italia, avendo ben 250.000 tesserati rispetto alla Francia che ne conta 40.000, siamo al momento inferiori nella “produzione” di ottimi giocatori basket in termini di qualità?
R. – Secondo me c’è da fare una distinzione da fare tra il sistema di reclutamento e d’addestramento tra Noi in Italia e la Francia oppure rispetto anche alla Spagna. In questi paesi Il loro sistema è un sistema che si potrebbe paragonare ad un percorso scolastico di apprendimento della tecnica cestistica, un percorso specifico direi, quasi come una serie di selezione di squadre come se fossero delle nazionali ma sempre in diretta connessione con il club d’appartenenza. Viene curato non solo l’aspetto selettivo del ragazzo, che sviluppa quindi anche una naturale accettazione alla competitività sportiva di base, ma che deve comunque seguire e molto bene l’iter scolastico ed umano perché, finita la pallacanestro, esiste un mondo del lavoro e di relazione fuori dal campo di gioco. Ecco, in grandi linee noi cerchiamo di seguire lo stesso modello: lavoriamo molto sul settore giovanile, lavoriamo sul ragazzo/a ma soprattutto ci interessa anche e molto il rendimento scolastico od universitario possa procedere di pari passo alla crescita tecnico-atletica.
D. – Andando sui temi agonistici invece del campionato e dell’Eurobasket, non avendo mai nascosto il Presidente Buonamici di voler salire in serie A2, dammi una valutazione ad oggi di quanto già ben eseguito dallo staff tecnico risultati alla meno e se pensate di dover ancora intervenire sul roster considerando che il mercato consente sino a fine mese di poter agire e che la stagione regolare è ben differente dai Playoffs.
R. – Partiamo da questa estate evitando se mi permetti commenti sulla vicenda riguardanti l’Eurobasket e la Virtus Roma. La volontà del Presidente Buonamici e della società era quella di poter creare un’alternativa che potesse aumentare il bacino d’utenza della pallacanestro a Roma sud, potendo godere di un potenziale umano enorme che in questo quadrante della città va sfruttato in senso ovviamente positivo a tutti i livelli. Lo facciamo sul territorio come reclutamento all’attività sportiva, alla conoscenza della cultura sportiva di base nelle scuole come stiamo facendo ma anche per aumentare la presenza alle gare interne dei nostri sostenitori. Abbonamenti in chiave nuova, merchandising pensato e sviluppato in questa direzione, tutto va nell’unica direzione di farci conoscere ed al momento siamo soddisfatti di come stanno andando le cose. Dal campo e del campo siamo lo stesso soddisfatti, siamo a metà stagione ed abbiamo un record di 17 W e solo 2 L con il primo posto in classifica che è nostro dalla prima gara di campionato. Va da se che il lavoro impostato sta dando dei buoni frutti poi capita che, come domenica scorsa, vai in campo e non riesci a mettere a frutto quello che hai preparato in settimana (sconfitta domenica scorsa a Palestrina per l’Eurobasket, campo ostico e difficile per tutti come nella tradizione del team arancio-verde, ndr), ma è la normalità dello sport, giornata storta ed amen e senza nulla togliere a chi ci ha battuto che lo ha fatto con pieno merito. Per quanto invece riguarda il roster, al momento non ci muoviamo, non abbiamo impellenze ma stiamo alla finestra per vedere cosa accade da qui sino alla fine di febbraio..
D. – Da un certo punto di vista qual’è la squadra che ti ha colpito di più in un novero che va da Napoli a Cassino, Palermo, da Palestrina a Cassino, le squadre cioè potenzialmente più accreditate alla vittoria finale del campionato? E quale pensi sia la squadra che potrebbe rivelarsi la più ostica a fine stagione regolare, da evitare diciamo durante i Playoffs?
R. – Beh, Napoli come roster è decisamente quella meglio attrezzata di tutte le contendenti che hai citato, una squadra con molti elementi da categoria superiore. Nella gara di andata quando vinsero in casa nostra fecero vedere un roster completo da dieci giocatori veri, attrezzata ripeto al meglio per il salto di categoria come abbiamo fatto Noi, aldilà poi di tutto quello che può succedere sul campo. Al momento abbiamo due W in più rispetto a loro e cercheremo di mantenere questo vantaggio sino alla fine della regular season. Palermo è un’altra squadra che, pur al momento avendo due giocatori in meno rispetto all’inizio della stagione (Rizzitiello si è accasato in Eurobasket da 3 settimane piene proprio dal team siciliano, ndr), è temibile d’affrontare nel post-season per il connubio squadra-tecnico-pubblico che la rende un avversario da rispettare a 360°. Cassino e Palestrina forse sono un gradino al di sotto queste due squadre ma poco al di sotto, direi proprio poco ma se devo dire un nome di una squadra che mi ha impressionato al momento e che spero di non incontrare ai Playoffs è la Cesarano Scafati. E’ una formazione che ha alzato notevolmente il livello di gioco da inizio stagione, abbiamo vinto due settimane fa da loro esprimendo forse il nostro miglior basket in stagione, quindi credo che siano loro quelli da evitare, possibilmente..
D. – Con quale spirito vi apprestate a vivere per la prima volta le F4 di Coppa Italia a Rimini in seno alla manifestazione organizzata da LNP “Rhythm’n’basket”? Cosa ti aspetti di concreto da questa kermesse, di fatto il primo obiettivo della stagione?
R. – E’ bello esserci arrivati assieme alla società nostra partner di Serie C Gold, la Vis Nova, con la quale condividiamo interessi e scopi comuni, assolutamente gratificante l’esserci qualificati entrambi. L’obiettivo poi è quello di arrivare a Rimini e di giocarci questa Coppa Italia contro le squadre che presumibilmente si qualificheranno, come noi ci auguriamo, alle Finali di fine anno a giugno a Montecatini per la promozione in A2 come potrebbero essere la Poderosa Montegranaro o la Cestistica S. Severo, le prime che mi vengono in mente nel girone D. Ci stimola molto vederle dal vivo come loro vedranno noi… Siamo poi molto curiosi di vedere Orzinuovi, la squadra forse più forte di tutta la serie B a mio avviso. Sono forti ma poi sarà sempre il campo che dovrà esprimere i valori, in gara secca sarà tutto sempre molto particolare.
D. – Facciamo fantabasket. Siamo ai primi di luglio 2016 e l’Eurobasket è in A2, del resto avete già pianificato tutto se avete dichiarato di voler salire nella serie superiore. Puoi anticiparci qualcosa o preferisci, come un cittadino americano, appellarti al 5^ emendamento ed avvalerti della facoltà di non rispondere?
R. – Desidero glissare la tua domanda, noi abbiamo già dichiarato il nostro obiettivo, aggiungere altro al momento senza nessun riscontro definitivo sul campo mi sembra a dir poco prematuro. Però è chiaro che se le cose dovessero andare come ci auspichiamo, dovremo alzare l’asticella come dirigenza, come approccio, il modo e la gestione andrà rivisto in ottica superiore, arriverebbero gli americani e dovremo apporre delle variazioni sostanziali al roster…
D. – …Ma oggi avete nel roster delle risorse tecniche che non sfigurerebbero affatto in A2.
R. – Sì, ma sai saranno valutazioni più da GM e Presidente con l’allenatore. Io posso solo dirti che a livello gestionale devono cambiare molte cose, noi qui (siamo nel suo ufficio al PalAvenali), curiamo essenzialmente il settore giovanile oltre che far giocare la prima squadra e, nonostante i limiti strutturali ed architettonici, abbiamo messo in piedi un settore per gli ospiti, una postazione stampa affinchè i colleghi possano seguire al meglio le gare…
D. – Quindi l’anno prossimo in caso di vittoria e promozione si andrebbe al Pala Tiziano?
R. – Il problema del campo c’è, inutile negarlo. Servono almeno 2.000 posti minimo per poter disputare il campionato di A2 ma, ripeto, è prematuro parlarne oggi…Posso solo ribadire che non distoglieremo le nostre attenzioni al settore giovanile che per noi sarà strategico e che rimarrà il nostro “core business”, preferiamo crescere i nostri futuri campioni di domani che andarli a prendere altrove, viviamo a Roma che offre in questo senso un potenziale umano incredibile. Ed ovviamente ribadendo la nostra voglia di farci portatori sani della cultura e dei valori positivi della pallacanestro con le azioni delle quali abbiamo già discusso prima.
D. – Alla fine di questo anno, per chiudere la nostra simpatica chiacchierata, cosa ti piacerebbe accadesse ammesso che tu abbia dei sogni nascosti nel cassetto..?
R. – Comunque vadano le cose, desidero che l’immagine della società e di quanto stiamo facendo, di quanto stiamo lavorando sempre in modo entusiastico e senza soste possa essere tangibile e riconosciuto. Noi tutti che stiamo svolgendo un ruolo in questo progetto ci crediamo molto e mi piacerebbe molto veder crescere l’Eurobasket così come l’abbiamo pensata e come la stiamo vivendo giorno dopo giorno, portando quasi in trionfo, passami il concetto, il nostro team che va dal magazziniere all’ultimo ragazzino che ieri si è iscritto al minibasket. Dare perciò all’esterno una visione di professionisti che svolgono il loro lavoro ma senza apparire come un insieme di persone che vivono come se fossero in una sorta di torre d’avorio, assolutamente no. Desidero che la nostra immagine sia quella che anche tu puoi vedere ogni giorno, serena e pulita ma sorridente e positiva, senza porre limiti e barriere a nessuno che desideri condividere con noi tutto quanto stiamo cercando di costruire. Eppoi continuare a lavorare portando all’attenzione idee e progetti di lavoro con problemi da risolvere e progetti da sviluppare, in ogni direzione e che siano inerenti alla pallacanestro ed alla città di Roma, anche quindi fuori dal campo. Accrescere l’attenzione dei media, aumentare la nostra presenza su tutti i mezzi disponibili come Tv, radio e giornali senza mai dimenticare il web, oggi veicolo molto importante per la veicolazione delle nostre idee ma anche, spero, dei nostri risultati. Far in modo quindi che le persone che si avvicinano a noi lo facciano come punto di partenza e non come punto di arrivo. E’ po’ un ambizioso? Io non credo, voglio crederci.
Fabrizio Noto/FRED