Altra settimana di upset e caos totale in questa divertentissima stagione 2015/2016 di College Basketball. Le uniche due a resistere sono Oklahoma e North Carolina, che infatti siedono ai primi due posti del ranking. Subito dietro proseguono le ascese di Iowa e Texas A&M. Prima sconfitta di SMU, Duke sempre più giù mentre Indiana sorprende.
THUMBS UP
Come detto, in una stagione che non vuole un padrone, può bastare poco per mantenersi in vetta ai ranking. E così, ai Sooners di Oklahoma, dopo aver perso in trasferta contro Iowa State, basta andare a vincere sul campo di Baylor (82-72) per rimanere in vetta alla Top 25. Oddio, basta. La vittoria sul campo dei Bears va, senza tema di smentita, in quelle che sono da considerarsi quality wins e che fanno tanto comodo a fine stagione. Baylor, infatti, è una squadra di talento, incostante, ma che è sicuramente pericolosa, per di più fra le mura amiche, considerando sempre che il fattore campo sembra molto più determinante del solito. Oklahoma, invece, ha giocato una partita di grandissima solidità. Comandando per 40’, appoggiandosi nel primo tempo a Woodard, autore di 15 dei suoi 20 punti complessivi, buona parte dei quali mentre Hield sedeva in panchina per problemi di falli, per poi andare dal proprio leader (autore di 14 dei suoi 19 punti) nella seconda. Prova eccellente da dietro l’arco per OU con 16 centri su 28 tentativi, dato che conferma ancora di più questa squadra come la migliore di gran lunga al tiro pesante della nazione. Altra occasione persa, invece, per Baylor (0-7 all time contro le numero 1 del ranking), che non riesce a dare continuità alle buone prestazioni e interrompe una striscia di 15 vittorie casalinghe consecutive nonostante 15 punti di Motley e Prince.
Chi, invece, sembra ver trovato continuità, è North Carolina, arrivata a 11 vittorie consecutive. Vero, le sfide più impegnative della ACC ancora non sono arrivate (Virginia, Louisville, Miami, Duke, Notre Dame…), ma la conference non è certo una di quelle dove puoi permetterti di scherzare con le squadre più piccole, per di più considerando il momentaccio che sta attraversando Marcus Paige, che nelle ultime quattro partite ha assommato un terrificante 5/35 dal campo, cadendo in un tunnel produttivo preoccupante. Ci ha pensato, allora, Brice Johnson, assoluto mattatore di questa stagione per i Tar Heels, insieme al recupero di Kennedy Meeks e a un Joel Berry cresciuto esponenzialmente e che nelle undici vittorie è andato sempre in doppia cifra, tranne che in un occasione in cui si è fermato a quota 9 punti (13,4 punti di media in questo lasso di tempo). Ora, come detto, viene il difficile per la squadra di Roy Williams, che comincerà ad affrontare l’elite della conference e dovrà dimostrare di poter mantenere questo rendimento anche ad un livello di competitività più elevato.
Non si ferma nemmeno la corsa di Iowa, che continua a macinare vittorie contro avversarie quotate. L’ultima vittima sono stati i Boilermakers di Purdue (numero 22 del ranking), sconfitti 83-71 grazie ad un inizio di secondo tempo folgorante, culminato in un parziale di 23-6 che ha spaccato in due l’inerzia della gara. Protagonista, come ormai abitudine, Jarrod Uthoff con 22 punti, ben spalleggiato da tutto l’attacco che ha tirato il 50% dal campo con 11/20 da tre punti. Gli Hawkeyes sono in vetta alla Big Ten con il record perfetto di 7-0, e cominciano a fare davvero paura.
A fianco a loro, in testa alla classifica, poi, c’è una squadra che non ci si aspettava di sicuro a questo punto: Indiana. Avevamo parlato proprio degli Hoosiers a inizio stagione, descrivendoli come una squadra in enorme difficoltà, soprattutto per degli atavici problemi difensivi, che rendevano sterile anche quello che di ottimo produceva un attacco di assoluto livello. Gli uomini di Tom Crean, allora, erano reduci da un sonoro -20 partito da Duke. Da lì in poi non hanno più perso, inanellando 12 vittorie consecutive che non solo li hanno fatti balzare in vetta alla loro conference, ma anche al numero 17 del ranking nazionale. E questa striscia, in maniera ancor più sorprendente, è coincisa con l’addio per infortunio a quello che era uno dei propri migliori giocatori, James Blackmon, sophomore da quasi 16 punti di media. Ma certo non un grande difensore, anzi. E così, il coaching staff di Indiana, ha dovuto e potuto ripensare le proprie rotazioni, rimettendo Yogi Ferrel (17 punti, 6 assists e 4 rimbalzi di media col 45% da tre punti) al centro dell’attacco e inserendo in rotazione l’energia di Robert Johnson, al posto di Blackmon, e del freshman OG Anunoby. La difesa, così, ha ripreso a funzionare. Alla grande per di più: a nessun avversario della Big Ten sono stati concessi più di 0.97 punti per possesso, un dato eccellente. Anche perché l’attacco non si è certo fermato (32/64 da tre punti nelle ultime due vittorie, per dire). Certo, il calendario, finora, ha riservato tutti gli avversari meno temibili della conference (arriveranno da qui alla fine Iowa due volte, Michigan State in trasferta, Purdue e Maryland in casa, tra le altre), ma è palese come gli Hoosiers siano riusciti a voltare pagina.
E non sembrano volersi fermare nemmeno gli Aggies di Texas A&M che, dopo la decima vittoria consecutiva, hanno raggiunto per la prima volta nella loro storia il numero 5 nazionale. E’ stata una stagione vissuta abbastanza sotto traccia quella dei ragazzi di Billy Kennedy, anche per via di una schedule che ancora lascia qualche dubbio: 51esima per difficoltà. Ciò nonostante il basket sta tornando grande a College Station, dove ancora ricordano le magie di Acie Law III. E il tutto grazie ad una squadra che difende alla grande (quinta miglior difesa della nazione per punti concessi per cento possessi, con 90.5), ma che anche in attacco sa fare male. Al momento, nelle partite di SEC, che comanda con un record di 7-0, ha un differenziale per cui, sempre su 100 possessi, vincerebbe in media di 18 punti contro le proprie avversarie. Il transfer da SMU Jalen Jones è il miglior realizzatore a oltre 17 punti di media, con l’esterno Danuel House a coadiuvarlo con oltre 15 punti ad allacciata di scarpe. Sotto canestro interessante il freshman Tyler Davis che sta avendo un ottimo impatto (11+6 rimbalzi di media), mentre l’anima della squadra è Alex Caruso, ragazzo proprio di College Station, agonista che in campo fa un po’ di tutto, ma in particolare mette quell’energia che contagia i compagni. L’entusiasmo nel campus è alle stelle (stanno iniziando a tornare i tutto esaurito) e questi Aggies sembrano avere tutto per poter essere pericolosi fino alla fine.
THUMBS DOWN
Continuano le cadute delle nobili. Kansas aveva iniziato la settimana scorsa con un sonoro -19 (86-67) in casa di Oklahoma State, trascinata ancora da Jawun Evans con 22 punti, 8 rimbalzi e 6 assists. I Jayhawks da quando hanno toccato il numero uno del ranking si sono letteralmente sciolti, perdendo anche sul campo, difficilissimo, di Iowa State, dominante nel secondo tempo e trascinata da Monte Morris (21 punti) e Georges Niang (19): 85-72 il finale. Dopo il primo posto, anche l’attuale numero quattro del ranking, per coach Bill Self, è destinato a rimanere solo un ricordo.
Pure la Big East non lesina sorprese, con Villanova che prima fatica tantissimo per vincere contro la non irresistibile Seton Hall, ringraziando la freddezza di Arcidiacono nei possessi conclusivi, e poi, invece, perde a domicilio (82-76) al supplementare contro Providence e il suo terribile duo, Kris Dunn (13, 5 rimbalzi, 14 assists e 4 recuperi) Ben Bentil (inarrestabile con 31 punti e 13 rimbalzi). Xavier, invece, perde fra le mura amiche 72-81 contro una Georgetown che appare in sensibile crescita, e Butler, già sconfitta qualche giorno prima da Providence, viene battuta in trasferta da Creighton abbandonando così, almeno per ora, le prime 25 posizioni del ranking.
Michigan State perde addirittura in casa contro Nebraska (71-72), di un super Shavon Shields da 28 punti e 12/20 al tiro, confermando il momento di crisi profonda, mentre i Mountaneers di West Virginia, che si erano appena tolti lo sfizio di sconfiggere Kansas, giocano una partita da incubo e perdono, loro pure in casa, contro Texas per 56-49, tirando il 31% dal campo che vanifica il dominio a rimbalzo (49-33 con 24 carambole offensive).
Non ha soste la caduta di Duke, che gioca sempre cortissima come rotazioni per via di infortuni e giocatori che stanno rendendo meno del previsto, e perde sul campo degli Hurricanes di Miami che, però, va detto, stanno andando parecchio forte. Brandon Ingram fa il suo con la doppia doppia da 19+10, ma i Canes oppongono i 21 di McClellan e i 13 con 11 assists di un ottimo Rodirguez, vincendo in doppia cifra (80-69) la 15esima partita su 16 vittorie e sconfiggendo la terza avversaria Top 25 incontrata in questa stagione.
Infine, prima sconfitta anche per SMU, che cade sul campo di Temple, trascinata da una prestazione monstre dalla panchina di Devin Coleman: per lui 23 punti con 8/8 dal campo, e addirittura 7/7 da tre punti. Sconfitta che nulla toglie all’eccellente stagione dei Mustangs, che, però, perdono l’obiettivo di chiudere una stagione imbattuti senza poter partecipare alla post season, con conseguente sospiro di sollievo negli uffici direzionali della Ncaa…
STARWATCH
Aggiorniamo la situazione di tre giocatori che già avevamo visitato in passato. Partiamo dal grande protagonista di questa stagione collegiale, Ben Simmons. I suoi Tigers di Lsu continuano a deludere (partenza discreta ma niente più nella SEC con 5 vittorie in 7 partite), ma non certo per colpa sua, che nelle gare di conference fin qui disputate ha tenuto 20.2 punti di media, con 11.8 rimbalzi e 4.4 assists. La grande domanda che tutti gli USA si stanno ponendo è se Louisiana State riuscirà a giocare il torneo NCAA, domanda ancor più legittima se si pensa a quale peccato capitale sarebbe non poter vedere un simile fuoriclasse sul maggior palcoscenico a livello collegiale.
Chi, invece, a meno di clamorosi colpi di scena, il torneo lo giocherà sicuramente sono Kris Dunn e Ben Bentil di Providence, una squadra sempre divertente da vedere, quasi interamente per merito di questi due ragazzi. Il playmaker sta confermando appieno le previsioni che lo vedevano come uno dei primi 2/3 giocatori di questa stagione, comandando la propria squadra con l’autorità di un fuoriclasse e dimostrando anche una certa propensione a far canestro nei momenti in cui si decidono le gare (vedi partite contro Villanova e Butler). Per lui, in Big East, 17 punti, 7 rimbalzi e altrettanti assists di media. Bentil, invece, era decisamente più fuori dai radar. Non che non si fosse a conoscenza del suo buon potenziale, ma un’esplosione così fragorosa era difficile da prevedere. Il ragazzo contro Villanova ha piazzato il career high con 31 punti, confermando le sue doti atletiche e fisiche che lo fanno essere davvero un cliente difficile da arrestare nei pressi del ferro, come testimoniano bene le statistiche che sta tenendo nelle gare di conference finora: 21,7 punti e 8,5 rimbalzi a partita. Con questi due i sogni di gloria per i Friars sono più che legittimi.
LITTLE ITALY
Altra partita, altra sconfitta per St.John’s, che però, se non altro, lotta contro Marquette, prima di cedere per 78-73. E grande protagonista del tentativo di rimonta nel secondo tempo è Federico Mussini, che mette 19 punti con 6/13 al tiro e diversi canestri “ignoranti” dei suoi. Non basta per cogliere la prima W in conference, ma la speranza è che possa essere un buon auspicio per invertire il trend futuro.
Sono cinque la vittorie consecutive in Atlantic 10, invece, per Saint Joe’s, che mette in fila Fordham (80-55), Penn (75-60) e La Salle (69-48), rimanendo, con il record di 5-1, incollata alla vetta della classifica di conference, comandata da VCU e Dayton. Minutaggi in discesa per Oliva, che si attesta sui 14’ di impiego in queste tre gare con circa 4 punti e 5 rimbalzi di media.
Più complicato, invece, il cammino di Rhode Island, che è ferma a 3 vittorie in 6 gare, dopo il successo 73-62 con La Salle (5’ e 2 punti per Akele) e la sconfitta 62-58 in trasferta contro George Washington (solo 2’ di impiego per Akele).
UPCOMING
Giovedì notte gustoso con le sfide tra Maryland e Iowa e, nella Pac12 molto combattuta, tra Arizona e una Oregon in crescita. Il fine settimana, poi, solito spettacolo, con, in questa occasione, il Big12/SEC Challenge, che metterà in campo, tra le altre, Texas A&M contro Iowa State, LSU contro Oklahoma (ovverosia Buddy Hield contro Ben Simmons) e Kansas-Kentucky, mentre la ACC ci regalerà Louisville impegnata in casa contro Virginia. Gli stessi Cardinals che due giorni dopo riceveranno a domicilio i Tar Heels di North Carolina. Enjoy!
Nicolò Fiumi