L’Olympiacos si aggiudica 80-66 il derby di Atene valido per la prima giornata del girone di ritorno del campionato greco, e raggiunge così in classifica il Panathinaikos che perde la sua imbattibilità in Grecia che durava da quattordici gare in questa stagione.
Più che una partita di pallacanestro la gara si risolve in un vero e proprio massacro cestistico (49-19 lo score a pochi minuti dall’intervallo) nel primo tempo, che indirizza pesantemente l’esito della sfida, malgrado il Panathinaikos cerchi almeno di salvare nel secondo tempo una faccia, disintegrata letteralmente da due quarti da incubo.
Il punteggio all’intervallo di 53-29 per Spanoulis e compagni sintetizza alla perfezione i primi venti minuti di un Panathinaikos colato subito a picco dopo la palla a due, e divenuto sempre più indecente con il passare dei minuti di una serata umiliante per i tifosi dei verdi.
Chi vi scrive vive ed ha vissuto il derby del Pireo da più di dieci anni, trovandosi a narrarlo anche in condizioni a volte drammatiche (razzo di Hines, finali sospese ), ma mai assistendo per venti minuti ad una prestazione così abominevole di una delle due squadre, figuriamoci poi del Panathinaikos.
Alcuni giocatori (serbian connection ndr) dimostrano, in questo frangente, di non essere degni di indossare una maglia che ha sul petto i simboli di sei Eurolega vinte, dall’altra parte invece un Olympiacos concentrata e ben diretta dal solito Spanoulis a mettere in chiaro da subito le intenzioni di un coach Sfairopoulos abile nell’aver preparato la gara alla perfezione.
Per i padroni di casa 17 punti e 8 assist per Spanoulis, 16 per uno splendido Daniel Hackett e 14 per Dj Strewberry. Nel Pana 16 di Feldeine, 12 di un comunque irritante Raduljica e 10 per Gist. Pessimo Calathes che chiude a quota 3 punti con un agghiacciante 1/11 dal campo.
Alessio Teresi
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