Quelle partite che, se non le vedi non ci credi. Tre tempi supplementari, una rimonta da -16 di Brindisi, due volte il tiro per la vittoria nelle mani di Bologna al termine dei regolamentari e alla fine del secondo supplementare, il canestro del pareggio di Gagic alla fine del primo. E alla fine di tutto, i due punti vanno a Bologna che, in un modo o in un altro, è riuscita ad arrivare alla fine con qualche stilla di energia in più. E deve ringraziare il più insospettabile dei suoi giocatori, quel Courtney Fells talmente disastroso nei suoi due mesi scarsi bolognesi, da aver già fatto acquistare un suo sostituto in Kenny Hasbrouck (esordio discreto in 17’ di campo) e che gioca sapendo che, al ritorno, di Allan Ray, saluterà la compagnia. L’ex NC State ha prodotto senza dubbio la sua miglior partita in maglia Obiettivo Lavoro, venendo fuori alla grande nel finale di regolamentari e nei prolungamenti, prendendosi tanti tiri anche difficili, compiendo scelte rischiose che, però, alla fine hanno pagato. Che ci sia da ringraziarlo per la professionalità o da chiedersi se queste scelte siano state fatte con il cuore leggero di chi non senta particolarmente sua la causa comune, è un problema che ci si porrà in altre sedi e in altri momenti.
Per adesso c’è solo da esultare per un successo che sembrava gettato al vento in più di un’occasione e che avrebbe creato un disastro psicologico, con Capo D’Orlando vincente contro Venezia e che ospiterà i bianconeri lunedì prossimo con l’obbligo di vincere per non finire a -4 in classifica e, praticamente, salutare la massima serie in anticipo. C’è da essere contenti della prova maiuscola di un Michele Vitali che sempre più si sta cucendo addosso i galloni di uomo squadra per questa rincorsa disperata alla salvezza. L’ex Caserta è stato l’anima della squadra in difesa, con la solita grinta, ma anche in attacco con 17 punti importantissimi. La sua uscita per falli anticipata è rischiata di costare caro ai suoi. Bene a metà Fontecchio, autore di un’ottima partenza, poi persosi per strada e incapace di produrre punti nei minuti finali. Solita partita di quantità di Valerio Mazzola, che, di riffa o di raffa, il suo lo fa sempre, indipendentemente da chi si trova davanti e ha messo pure a referto un clamoroso canestro di spalla, con un rimpallo fortunato, che ha avuto parecchio peso nell’esito dell’incontro. Pittman è stato assente ingiustificato per quasi 40’, per poi risultare decisivo nel finale con un paio di tap in. Sufficiente Gaddy, scolastico ma capace di segnare punti preziosi nel finale, da rivedere Odom e ormai poco presentabile Cuccarolo.
Se la vittoria è galvanizzante per Bologna, lo è altrettanto demoralizzante la sconfitta per l’Enel, che è stata tantissime volte con le mani sui possessi della vittoria, ma non è mai riuscita ad essere lucida per mettere la giocata capace di spezzare le resistenze, prima di tutto psicologiche, della Virtus. Gli uomini di Bucchi per 30’ sono stati pessimi, per rendimento e atteggiamento, salvo poi svegliarsi sulle ali di Adrian Banks, autentica spina nel fianco della difesa felsinea. Con Bologna che probabilmente pensava già ad un pomeriggio tranquillo e abbassava i ritmi, i pugliesi hanno cambiato marcia e dal -16 sul 56-40, hanno rimontato fino al pareggio a quota 63 (23-7 il parziale), mettendosi in una posizione teoricamente ottimale per giocarsi il finale, con gli avversari stretti nella morsa mentale di una partita da non perdere per alcun motivo al mondo. Lì, come detto, Brindisi non ha avuto la capacità di andare a prendersi i due punti, tra errori offensivi, specialmente dalla lunga distanza (4/19, due errori nello specifico molto pesanti di Kadji), e leggerezze difensive, nonostante una zona 3-2 che ha mandato spesso fuori giri l’attacco avversario, parecchio ispirato invece nel primo tempo.
Più in generale, l’Enel è sembrata fare più affidamento alle fiammate dei singoli (discreto esordio di Anosike con 8 punti e 10 rimbalzi) di quanto, invece, non abbia provato, pur con tutti i suoi enormi limiti, a giocare di squadra Bologna. Banks e Scott hanno fatto pentole e coperchi ricucendo quasi in solitaria lo strappo che si era creato, poi Gagic con la sua stazza si è guadagnato la pagnotta mettendo anche il canestro del pareggio sulla sirena del primo tempo supplementare, ma è mancata una manovra corale, che alla fine, quando le energie fisiche sono venute meno, si è scontrata contro il muro difensivo avversario nei due o tre possessi che hanno indirizzato la gara.
Ora entrambe le squadre tornano in palestra perché c’è tantissimo da lavorare. Bologna vuole mettere una seria ipoteca sulla salvezza, e la sfida in posticipo a Capo D’Orlando è forse una delle gare più importanti della storia recente virtussina. Brindisi deve provare a continuare la sua rincorsa all’ottavo posto, ma il calendario ora è pessimo, con Sassari e Trento prossime avversarie. Urge vincere, per non staccarsi troppo e rischiare addirittura di doversi guardare le spalle.
OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA-ENEL BRINDISI 115-109
Parziali: 22-14; 24-22; 13-16; 17-24; 39-33;
Progressione: 22-14; 46-36; 59-52; 76-76; 115-109
MVP: Courtney Fells, tanto di cappello a lui che dopo le prestazioni pessime dell’ultimo mese e tutte le accuse, giuste, ricevute, ha avuto la forza per segnare buona parte dei canestri che hanno permesso a Bologna di cogliere due punti che valgono oro.
WVP: Kenneth Kadji. L’energia come al solito non gli è mancata, ma in attacco ha fatto più danni della grandine, sbagliando tutto il possibile e penalizzando decisamente i suoi compagni di squadra che, anzi, lo avevano anche ben imbeccato in più di un’occasione.
Nicolò Fiumi