Settimana ricchissima nel College Basketball. Tanti tornei in corso e conclusi, con, su tutti, il Maui Invitational, vinto da Kansas e con la partecipazione anche di St.John’s di Federico Mussini. Consueti upset, una piccola università salita alla ribalta e rientri importanti in Top 25.
THUMBS UP
Gli onori della cronaca, questa volta, sono tutti per gli Hawks di Monomuth University, che hanno avuto un inizio di stagione da consegnare agli annali della propria Alma Mater. L’università con sede a West Long Branch, nel New Jersey, e che gioca nella Metro Atlantic Athletic Conference, dopo il successo, di cui avevamo già parlato, all’esordio dopo un supplementare sul campo di UCLA, si è tolta la soddisfazione di vincere per la prima volta nella propria storia contro un’avversaria Top 25, per la precisione Notre Dame (numero 17 al momento della partita), vincendo 70-68 nel corso dell’AdvoCare Invitational, chiudendo poi il proprio ciclo magico con la vittoria, domenica, su USC, squadra non di altissimo calibro in questa stagione, ma scuola di grande prestigio. Il comune denominatore di questi successi è stato il piccolo playmaker (173 centimetri per 72 chili) junior Justin Robinson, che al momento viaggia a 24,5 punti di media col 47.5% da 3 punti e che ha messo 22 punti contro Notre Dame e 27 contro USC. Monmouth è una squadra volendo atipica, per gli standard delle università delle conference inferiori: giocano stabilmente con una rotazione di 10 uomini (tutti con almeno 10’ medi di impiego), hanno esperienza (prevalentemente giocatori junior) ma fanno grande affidamento sulla guardia freshmen Micah Seaborn, che è il secondo riferimento offensivo della squadra (13.8 punti, 44% da 3 punti), dietro a Robinson. Squadra di vocazione offensiva e che, grazie ai sopracitati Robinson e Seaborn, ha media al tiro pesante eccellente (38% di squadra). Come biglietto da visita per la stagione non potevano fare di meglio, ora sta a loro non perdersi per strada per farsi ritrovare all’appuntamento con la storia a marzo. Tutt’altra tradizione, ma momento ugualmente ottimo per Syracuse, che rientra di prepotenza nel ranking (direttamente al numero 14), dopo le ultime due vittorie contro Connecticut (numero 18 del ranking) 79-76, e Texas A&M (numero 25) 74-67. Gli uomini di Jim Boeheim sono attualmente imbattuti (6-0), ma hanno dato uno squillo di tromba importante dopo le prime quattro vittorie poco probanti, mostrando un gruppo coeso, dove l’esperienza di Michael Gbinije (miglior realizzatore di squadra a quota 19,7 punti), Trevor Cooney e Tyler Roberson, si sta amalgamando molto bene all’impatto dei freshmen Tyler Lyndon (11,5 punti e 8,7 rimbalzi) e Malachi Richardson (13,8 punti). Vittoria doppia per gli Orangemen, che anche fuori dal campo si sono visti “restituire” quattro borse di studio nei prossimi 4 anni (una all’anno) delle dodici complessive che gli erano state revocate dalla commissione giudicante della Ncaa per le stesse violazioni che ne avevano comportato l’estromissione dalla postseason 2014/2015 e attendono ora il giudizio su coach Jim Boeheim, che è ricorso in appello contro la squalifica per le prime 9 partite di ACC di questa stagione, oltre alla revoca di oltre 100 vittorie in carriera. Venendo alle altre partite, come detto ce ne sono state tantissime, a partire dal Maui Invitational, che ha visto trionfare Kansas, confermatasi squadra solida, a maggior ragione ora che ha ufficialmente recuperato Cheick Diallo, che ha ricevuto il via libera per giocare e ha esordito in nottata contro Loyola Maryland con 13 punti, 6 rimbalzi e 3 stoppate in 16 minuti, nella comoda vittoria 94-61. Gli uomini di Bill Self hanno passeggiato contro Chaminade, vinto agevolmente con UCLA, per poi vincere la finale contro Vanderbilt 70-63, prendendo in mano la gara nel secondo tempo, grazie alle giocate di Wayne Selden (25 punti e 7 rimbalzi), co-Mvp del torneo col compagno di squadra Frank Mason. Selden continua ad essere un giocatore molto ondivago per poter essere una guida affidabile per i Jayhawks, ma quando trova la serata giusta è potenzialmente inarrestabile. Bella vittoria di Michigan State (7-0) contro la Providence di Kris Dunn (21, 5 rimbalzi e 7 assists) per 77-64 e successo molto importante di North Carolina contro Maryland, in una delle partite di cartello di questo inizio di stagione, che ha dato il via alla Big Ten/ACC Challenge. Per i Tar Heels era la gara del rientro di Marcus Paige, che non ha tradito, segnando 20 punti e ridando a UNC quella leadership che era mancata fin qui. Prima sconfitta stagionale per Maryland, fresca di numero 2 del ranking nazionale (sempre capeggiato da Kentucky), ma che ancora non convince a pieno.
THUMBS DOWN
Inizio traumatico per Wichita State, che dopo le grandi prestazioni degli ultimi campionati, partiva come squadra sotto la lente di ingrandimento e con buon piazzamento iniziale nel ranking. L’infortunio di Fred Van Vleet (il giocatore di riferimento del roster insieme a Ron Baker), però, ha scombinato i piani di Gregg Marshall, che ha visto i suoi ragazzi perdere 4 delle prime 6 partite, e tutte le ultime tre contro USC, Alabama e Iowa (-23 nell’occasione). Il vuoto creato dall’assenza di Van Vleet è abbastanza evidente, con la squadra che non riesce ad avere alternative offensive credibili a Ron Baker (18 punti di media col 39% da 3) e finisce per andare incontro a sterilità offensive devastanti. In tutto questo c’è stato anche il brutto infortunio per Anton Grady contro Alabama, ricaduto male dopo un salto e portato fuori dal campo in barella, mentre il trasnfer da Kansas, Conner Frankamp, sarà disponibile a breve ma ancora non ha messo piede in campo. Il rientro di Van Vleet ancora non si sa quando avverrà, anche se Marshall ha già detto di non voler affrettare i tempi, ma al momento gli Shockers sembrano lontani parenti di quelli scintillanti ammirati negli ultimi anni. Salti indietro importanti anche per Indiana e California, ex numero 13 e 14 rispettivamente del ranking, ora entrambe fuori dalla Top 25, dopo essere arrivate alla stagione 2015/2016 con grandi attese. Gli Hoosiers hanno già due stop al proprio attivo (5-2 il record attuale), tra l’altro nelle due gare un po’ più complicate giocate fin qua, con Wake Forest e UNLV al Maui Invitational. La squadra di Tom Crean ha bisogno di mettere nella propria cascina parecchio fieno d’esperienza, considerato che in un roster guidato da un senior come Yogi Ferrell, si richiede grande supporto a una coppia giovane come quella formata da James Blackmon Jr. (sophomore, miglior realizzatore della squadra con 17 punti di media) e il freshman Thomas Bryant. Discorso non tanto diverso per California, reduce pure lei da due sconfitte consecutive nel fine settimana al Las Vegas Invitational contro le non irresistibili San Diego State e Richmond. I Golden Bears hanno una coppia di freshmen potenzialmente devastanti in Jaylen Brown (15,7 punti e 6 rimbalzi di media) e Ivan Rabb (12,4 punti e 8,3 rimbalzi), ma anche grossi problemi di consistenza all’interno della stessa gara. Se le 5 vittorie fin qui conquistate non sono facilmente giudicabili perché giunte contro avversarie decisamente inferiore, preoccupa il fatto che, appena il livello si sia alzato, siano arrivate due sconfitte, tra l’altro gestendo molto male la partita con Richmond a cui sono stati concessi 94 punti e subendo l’impossibile dal playmaker Shawn’Drè Jones e dell’ala Terry Allen, autore addirittura di 34 punti con 13 rimbalzi.
STAR WATCH
Riflettori (nuovamente) su Denzel Valentine, di Michigan State, che ha collezionato la seconda tripla doppia stagionale contro Boston College (vittoria 99-68), mettendo sul foglio delle statistiche 29 punti, 11 rimbalzi e 10 assists. L’esterno di Tom Izzo continua a non tradire le aspettative e anzi, sta andando decisamente oltre: 20 punti, 8.9 rimbalzi e 8.6 assists di media sono numeri quasi irreali, che lo pongono come credibile successore di un altro giocatore tutto fare uscito recentemente da MSU e che ora sta facendo faville in NBA come Draymond Green.
LITTLE ITALY
La St.John’s di Federico Mussini era impegnata al Maui Invitational questa settimana e non è andata benissimo, confermando l’impressione di una squadra con un livello medio di talento non elevatissimo. Dopo la prima pesante sconfitta contro Vanderbilt, è arrivata la battuta d’arresto anche contro Indiana per 83-73 (17 punti per Mussini), con lo svantaggio maturato già dopo i primi 20’ e poi una vittoria sudata contro i padroni di casa di Chaminade per 100-93, test non esattamente durissimo, dove comunque il nostro si è messo in bella evidenza con 24 punti e 6 assists.
Una sola partita, invece, per Pierfrancesco Oliva a Saint Joseph, contro la numero 8 del ranking Villanova, però. Gli Hawks hanno perso 86-72, evidenziando la differenza di caratura tra le due compagini e per Oliva è stata una serata complicata, con soli 2 punti (ma 7 rimbalzi) in 17’ di impiego.
Due vittorie (66-60 contro TCU e 82-57 contro Rider) e una sconfitta (63-86 contro Maryland) per la Rhode Island di Nicola Akele, che però continua ad avere minutaggi limitatissimi: 1 minuto contro TCU, 5 contro Maryland, 12 con 3 punti e 3 rimbalzi contro Rider.
UPCOMING
Il clou della settimana è la Big Ten/ACC Challenge, già partita in nottata e che si concluderà oggi. Dodici partite che vedranno impegnate Michigan, North Carolina State, Northwestern, Virginia Tech, Virginia, Ohio State, Purdue, Pittsburgh, Miami, Nebraska, Maryland, North Carolina, Louisville, Michigan State, Wisconsin, Syracuse, Penn State, Boston College, Indiana, Duke, Notre Dame, Illinois, Florida State e Iowa. Sfida nata nel 1999, vinta dalla Big Ten l’anno scorso, quest’anno, in realtà, vede i favori del pronostico per la ACC, anche se dopo la prima giornata il record è di 3-3.
Nicolò Fiumi