La prima sorpresa di questo EuroBasket 2015, la Lettonia avanza ai quarti di finale per la prima volta dal 2001, e spedisce miseramente a casa forse una delle squadre più deludenti della Slovenia in questi anni.
Gara in continuo e costante equilibrio sino a quando la Lettonia, avendo mandato a vuoto ben sette tentativi di tre punti, pesante eredità del primo tempo, vedeva in Kristaps Janičenoks l’eversore del team sloveno a metà ripresa del terzo quarto. Parziale da 8-0 e primo vantaggio in doppia cifra a 67-57 con 4’19” di gioco e balcanici in pratica sulle gambe.
In fin dei conti i numeri non mentono: nonostante la Slovenia abbia goduto di ben 13 rimbalzi offensivi, addirittura sette in più dei loro avversari, la Slovenia è riuscita metter dentro solo solo nove punti in più sui secondi possessi. Altro problema degli sloveni le palle perse, gli uomini di Jurij Zdovc ne han collezionate 15 punti da palle perse, questo fattore ha quindi avuto un ruolo determinante nell’esito della gara. Infine, difficile vincere le gare tirando con un pessimo 36% dal campo complessivo!!
La Lettonia esulta per il passaggio storico del turno con il suo giocatore migliore quest’oggi, Kaspars Berzins mancato winner-player-game due anni fa contro il Belgio negli Europei in Slovenia. Oggi mette a segno ben 13 punti, 6 rimbalzi e 5 stoppate. Benissimo anche Janis Strelnieks, dando spettacolo per il modo di dettare il gioco per la sua squadra, gestendo il ritmo e terminando con 17 punti, 8 assist e 6 rimbalzi.
Lettonia dunque sugli scudi, squadra con più disciplina e costrutto su entrambi i lati del campo rispetto al match che aveva vinto vs l’Estonia per passare dal Gruppo D di Riga, un grosso premio è il viaggio ai quarti di finale. Delude la Slovenia che dopo cinque qualificazioni di fila ai quarti esce mestamente, deludente come Zoran Dragic assolutamente fuori dai giochi.
La Grecia raggiuge agilmente i quarti di finale di Eurobasket 2015 dopo aver dominato in lungo ed in largo prepotente il Belgio per 75-54.
Eppure alla fine del primo quarto solo tre punti separavano le squadre a fine primo tempo. Ma la Grecia ha alzato il ritmo del proprio attacco nel secondo quarto per poi accellerare nel terzo periodo, moltissime azioni con canestri facili fronte a canestro che la difesa belga non è mai riuscita ad arginare, troppo debole il settore guardie dei tricolori. Esemplificativo, grazie anche ad un buon parziale del terzo periodo da 21-3 (che fissava il solco poi mantenuto nel quarto finale), la Grecia stabiliva quindi un vantaggio da 65-42 con il Belgio in panne per nove, lunghissimi, interminabili minuti.
Le chiavi della vittoria greca sono state il 9/13 dal campo nel terzo periodo, penetrando di più a canestro e spesso spedendo la palla anche fuori per comodi tiri da fuori: ben 12 punti nel pitturato per gli ellenici prima di aumentare il divario nel quarto periodo.
Bravissimo per i greci il “silente” Kōstas Sloukas: ha equilibrato il gioco ellenico, ha difeso benissimo e non ingannino i soli 6 punti, 3 rimbalzi e 2 assist, perché il terzo periodo ha dettato ritmo dando sostanza ai suoi in tutti i 10 minuti rimasto in campo.
Il Belgio torna a casa, troppo divario tra i tricolori ed i greci. Sempre ad inseguire la Grecia ancora imbattuta dopo sei partite, che torna ai quarti di finale dopo essere stata eliminata nel 2013.
Dura praticamente tre quarti il sogno polacco di passare ai quarti di EuroBasket 2015, un sogno che s’infrange su quel monumento del basket iberico che sia chiama Paul Gasol. La chiave del match era chiara: la Polonia a ringhiare approfittando anche del malanno che teneva al pino Rudy Fernandez e con una stazza media da far paura rispetto ad una Spagna agile e più leggera. Sotto canestro poi Marcin Gortat a cercare di limitare “El Principe” ex-Lakers correndo molto per sorprendere la Spagna nei rientri.
E sino al 30’ il piano di gioco polacco andava alla grande, 55-55 e la sensazione che gli iberici stessero scherzando con il fuoco per come gli avversari fossero in partita. Poi un monumentale, immenso Paul Gasol, decideva di entrare nettamente in gioco, chiuderà con 30 p.ti, 7 rimbalzi e ben 4 assist. Parziale dell’ultimo periodo da 25-11 e quarti assicurati. Ma non si deve dimenticare nel quarto un ottimo Nikola Mirotic e quel diavolo della Tanzania, al secolo Sergio Llull, quest’ultimo segnava due canestri di difficoltà notevole prima che Paul Gasol decidesse di chiudere la partita.
Un Paul Gasol da 6/7 da 3 (!?!?), ed un complessivo 11/14 dal campo che riusciva a mascherare le 16 palle perse dei suoi compagni. E pensare che questo ragazzo ha 35 anni…
Francia ai quarti, faticando il giusto, di fronte al suo popolo, innumerevole ed entusiasta, Turchia a casa: questo il verdetto dell’ultima sfida di giornata. Troppo forti, rodati, sicuri di sé, troppo superiori fisicamente, i francesi hanno avuto bisogno di quindici minuti per prendere le misure alle alchimie difensive di Ataman, faticando, in particolare, ad entrare in ritmo contro le difese a zona (17-18 al 10′). Collet, a quel punto, ha ordinato l’avanzamento della frontline difensiva, strappando tre facili contropiedi consecutivi ed imprimendo il primo strappo alla partita, con Fournier e De Colo mattatori, per l’allungo (32-25 al 18′) dal quale la Francia non si sarebbe più voltata indietro (36-26 al 20′). Nella ripresa ancora la zona di Ataman riesce ad inceppare gli oliati ingranaggi transalpini risalendo fino al -7 (43-36 al 23′), finché un contropiede turco non viene vanificato da una evidente interferenza, con annesso “tecnico” fischiato alla panchina ospite per proteste: passare dal possibile -5 al susseguente -11 è stata la mazzata psicologica definitiva per Dixon e compagni. Gobert e Lauvergne chiudono a chiave l’area di casa, la Turchia inizia a forzare da fuori senza fortuna e la Francia ha buon gioco a far correre la palla anticipando lo schieramento difensivo turco. Su questi spartiti risuona solo la Marsigliese: la Francia tocca in un amen il +19, la partita è bella che in ghiaccio (59-40 al 30′)! De Colo, Batum, Gobert, Diaw, Gelabale ed un imprendibile Fournier formano un’orchestra perfetta tale da poter tranquillamente fare a meno di un direttore d’orchestra (Parker) per una volta un po’ in ombra. La mano di Dixon si raffredda, Ilyasova si batte troppo solo, Osman non trova spazi ed il quarto parziale, in pratica, è una passerella francese di fronte al meraviglioso pubblico di Lille (oltre 26000 spettatori!). La Turchia può forse recriminare sui suoi grandi assenti e su qualche chiamata arbitrale, ma il succo tecnico non cambia: strappare il titolo alla Francia, per di più in casa sua, sarà difficilissimo per chiunque…
Marco Calvarese