Difficile trovare parole dopo una partita del genere. Certo, ce lo eravamo detto tutti: non era perchè l’avversario si chiamasse Islanda che la partita fosse facile o già vinta in partenza, ma per tanti motivi, la gara con i nordici ha lanciato segnali preoccupanti per il proseguo del nostro torneo.
Una squadra che, al di là del risultato, non ha quasi mai mostrato quella intensità e quella cattiveria che tutti ci saremmo aspettati dopo lo shock di ieri sera. Che troppo spesso ha inseguito avversari tecnicamente molto inferiori, ma con un’idea chiara di gioco, cosa che Simone Pianigiani, a quanto pare, ancora non è stato capace di dare alla propria squadra.
Esulando un attimo dalle prestazioni dei giocatori, dopo quanto visto nei primi 80′ di torneo, il primo contro cui verrebbe da puntare il dito (cosa più che mai sbagliata, ma quasi fisiologica), è proprio il coach ex Siena. Dopo aver subito in maniera totale le alchimie di Ataman ieri, anche oggi contro l’atipicità islandese il coach italiano non è sembrato in controllo della situazione, incapace di dare una scossa al gruppo, magari con un cambio di difesa, un pò di pressione e anche con una gestione della rotazione non sempre esente da critiche.
E certo, come spesso capita, molte cose hanno remato contro a una squadra che vede un Europeo che poteva essere da sogno, rischiare di diventare un incubo: la gestione arbitrale incomprensibile della partita che ha tolto sistematicamente Gallinari dal campo, l’infortunio di Datome (dita incrociate perché è un riacutizzarsi di quello patito in preparazione), e anche percentuali di tiro fuori dal mondo per buona parte della gara da parte degli avversari.
Ma si sa, è così, le partite sei tu che devi incanalarle nel verso giusto. E sin da subito gli azzurri hanno mostrato di non essere pronti a farlo. La partenza discreta e il vantaggio 22-15, con relativa difficoltà in attacco e tanti giocatori a segno, forse è stato il male peggiore. Perché si è pensato di aver già sistemato la pratica. L’Islanda, invece, senza niente da perdere, ha continuato a fare la sua gara, grazie anche a un 7/11 da tre fuori da ogni logica.
Gallinari fuori per falli, sorpasso islandese, regia confusionaria di Cinciarini e Hackett. Psicodramma in salsa azzurra servito. Addirittura -6 su due liberi di Ermolinskij (31-37). Poi con un pò di voglia e ordine piccola reazione per chiudere avanti il primo tempo 41-37.
Vantaggio arrivato fino al 45-37 con i primi due canestri della ripresa, e ancora l’errore di pensare di aver fatto il più. E Islanda pronta a rientrare. Da lì una vera e propria sofferenza. Con Datome fuori, Belinelli in confusione, Bargnani panchinato per far largo al maggior impatto difensivo di Melli, la gara è diventata una lotta, con poco spazio per lo spettacolo e distacchi sempre minimi.
Poi il momento di paura massima: raggiunto il +5 (59-54) a 7′ dalla fine con un buon Gentile, altro black out. 8-0 di parziale Islanda, quinto fallo ridicolo a Gallinari e una serie di attacchi senza senso. A 3′ dalla fine, onestamente, il nostro europeo sembrava finito con parecchio anticipo.
E lì, finalmente, sono arrivate le buone notizie. Spalle al muro, la squadra ha reagito. D’orgoglio, di cuore, senza particolare organizzazione, ma almeno con quello che serviva: la voglia di continuare a giocarsela. Tre liberi conquistati da Belinelli e soprattutto cinque punti cruciali di Aradori per riportare la calma, prima del canestro di Gentile che, in sostanza, ha chiuso i conti a un minuto dal termine. E dall’altra parte del campo, un accenno di difesa.
Per prendersi due punti tanto brutti quanto pesanti. Siamo vivi, ed era quello che più contava.
Ora, la si può vedere in due modi: quello negativo, che è poi quello suggerito da un campo che ha mostrato una squadra che ha disposizione un potenziale incredibile ma totalmente incapace di incanalarlo nella direzione giusta e con una direzione tecnica confusionaria. O quello positivo. Perchè anche nel 1999 e nel 2003 si cominciò male e fu una vittoria risicata contro un avversario inferiore (sempre la Bosnia in quelle due occasioni) a rilanciarci. Perchè anche la Germania, che diventa il nostro avversario principale, ieri ha sofferto con l’Islanda e oggi ha rischiato il colpaccio con la Serbia.
Di sicuro serve restare uniti per provare a spingere questi ragazzi che hanno tutte le carte in regola per giocarsela. Devono solo trovare il modo per giocarsele al meglio.
ITALIA – ISLANDA 71-64
Parziali: 22-21; 19-16; 11-11; 19-16;
MVP: Alessandro Gentile. Quello con la faccia giusta. Magari non è sempre razionale, ma quello che serve disperatamente a questo gruppo è la voglia di vincere che ha dimostrato oggi.
WVP: Non c’è da punire un singolo giocatore. Tutto il gruppo è stato responsabile delle pessime cose fatte vedere per 37′. Poi diversi di quelli che fino a lì si erano distinti come peggiori in campo (vedi Hackett e Aradori) hanno messo giocate decisive. E allora, per una volta, va bene così.
Nicolò Fiumi