Si ferma sul più bello la nazionale di Pino Sacripanti, che non riesce a bissare il bellissimo successo di due giorni fa con la Francia e a infliggere la prima sconfitta del torneo anche alla Serbia. Gli azzurri hanno accarezzato per davvero il sogno di battere i fortissimi serbi, quando si sono ritrovati a poco meno di 5’ dalla fine a +5 dopo una grande rimonta, palla in mano. Lì, prima Spatti e poi Zilli hanno sbagliato due volte l’appoggio del potenziale +7, e a quel punto la partita ha preso la svolta definitiva: l’Italia ha accumulato palle perse su palle perse, mentre gli avversari, dominando a rimbalzo, piano piano hanno eroso il vantaggio. Sul 62-61 Serbia a 50” dalla fine il possesso decisivo: attacco Italia, Spissu forza e sbaglia da tre, mentre dall’altra parte Tejic in penetrazione segna un gran canestro contro le braccia protese di Akele. 64-61 e time out Italia, in uscita dal quale Akele regala palla ai serbi dalla rimessa e, in pratica, sancisce la fine della partita. 67-61 il risultato finale.
Gara bella e combattuta, con continui ribaltamenti di equilibrio. Italia meglio in partenza, con buon movimento di palla, difesa arcigna sempre al limite del fallo e un Fontecchio (10 punti, ma poco nel secondo tempo) ispirato. Doppia cifra di vantaggio sfiorata in un paio di occasioni, l’ultima sul 32-25, momento in cui la Serbia, fino a quel momento abbastanza sonnolenta, decide di aprire il gas. E lo fa con la coppia di playmaker Jaramaz (15 punti)-Rebic (12 punti), che a cavallo tra secondo e terzo quarto ribalta la partita, spingendo i propri colori fino al 52-42 del 30°.
Sembra una condanna alle speranze dell’Italia, che invece trova da Akele la scossa di energia necessaria: l’ex Reyer con il suo atletismo si fa largo a rimbalzo (dove comunque la Serbia ha dominato: 16 rimbalzi offensivi pesantissimi) e segna 6 punti quasi filati. A fianco a lui le fiondate di Spissu (12 punti) riportano di prepotenza gli azzurri in partita. I serbi sono nervosi, Jaramaz prende tecnico e sembra possa essere la svolta buona: ancora Akele a rimbalzo d’attacco segna il 59-54. E poi da lì il black out.
Un peccato. Due punti avrebbero svoltato il futuro italiano, che ora è fatto di due partite insidiosissime con Lettonia e Israele da non sbagliare per nessuna ragione. Lato positivo: con l’atteggiamento degli ultimi due incontri niente è impossibile.
GRUPPO E
Gara dura e combattuta, anche se poco spettacolare, tra Lettonia e Francia, con i transalpini che riescono a spuntarla nel finale dopo aver tremato quando i lettoni per la prima volta erano riusciti ad andare in vantaggio sul 45-43 a 5’30” dalla fine. Lì, ancora una volta, è stata la strapotenza fisica della Francia coi suoi atleti a fare la differenza, garantendo tantissimi extra possessi offensivi che, alla fine, hanno fatto la differenza (57-50 il finale), sopperendo alla pesantissima assenza di Bouteille: addirittura 56 carambole per i bleus con ben 24 palloni catturati sotto il tabellone avversario. Importantissimi in tal senso Alpha Kaba (6+10) e Yabusele (7+9). Troppo freddo, invece, l’attacco della Lettonia, fermo al 31%, con i soli Smits e Meznieks (10 punti) capaci di raggiungere la doppia cifra.
Vittoria importante del Belgio, che mette una seria ipoteca sul passaggio ai quarti di finale battendo in maniera autoritaria Israele (79-68). Partita presa quasi subito in mano da Lecomte e compagni, che sul finire di primo quarto sono riusciti a prendere 8/10 punti di vantaggio. Vantaggio che poi non è mai sfociato in goleada, ma nemmeno si è assottigliato abbastanza da far pensare ad una rimonta di Israele, troppo impreciso dal campo (34.8%). Solita grande prestazione di Emanuel Lecomte (14 con 5 rimbalzi e altrettanti assists), ma notevole anche l’apporto della coppia Kesteloot-Bako: per il primo 24 punti lui pure con 9/14 al tiro e 9 rimbalzi, mentre per il seconda doppia doppia sostanziosa con 16 punti e ben 17 carambole. Inutili per gli israeliani i 14 con 6 rimbalzi e 6 assists di Sharon.
Classifica
Serbia 6 pt.
Francia 4
Belgio 4
Israele 2
Italia 2
Lettonia 0
GRUPPO F
Giornata di partite abbastanza scontate nel girone F. Parte la Repubblica Ceca che, con una partenza fulminante (19-4), spegne subito ogni velleità della Lituania (finale 79-69). I cechi forzano il ritmo correndo il più possibile e mettono in crisi gli avversari, che non trovano mai risposte (al massimo recupero fino al -9). Skranc con 19 punti e 7 rimbalzi è il migliore dei suoi, ma anche i soliti Peterka (16+8) e Pechacek (10 punti) brillano. Nella Lituania 20 di Seskus e 13+13 di Domantas Sabonis.
Passeggia letteralmente la Spagna che demolisce la Germania con un 75-40 eloquente. Poco da raccontare, con coach Macias che ha potuto ruotare tutti i suoi 12 effettivi senza particolari preoccupazioni, risparmiando energie preziose. Alla fine doppia cifra di Diop e Abalde con 11 punti. Tutto da cancellare e da dimenticare per i tedeschi, che chiudono col 35% al tiro e mettono assieme addirittura 26 palle perse.
Vince largo anche la Turchia (79-62), ma fino a qualche minuto dalla fine del terzo quarto era l’Ucraina a menare le danze con 9 punti di vantaggio. Poi lì Ozmizrak (11 punti, 5 rimbalzi e 8 assists) e Kosut (24 e 11 rimbalzi) hanno deciso di invertire drasticamente la rotta della partita: 17-0 di parziale devastante e ucraini storditi e incapaci di riprendersi. Nonostante i 18 con 9 rimbalzi di Dziuba e 16 di Kobets. Pesante il 2/11 di Antypov, fino ad oggi largamente il migliore dei suoi.
Classifica
Spagna 6 pt.
Turchia 6
Repubblica Ceca 4
Lituania 2
Ucraina 0
Germania 0
Nicolò Fiumi