Dunque la Virtus Roma s’iscriverà domani al prossimo campionato di Lega A 2015-16. Ma c’è poco da stare allegri. Già, perché se Claudio Toti, Presidentissimo del sodalizio capitolino da ben 15 anni, non avrà riscontri positivi da alcuni sponsor a caratura nazionale (due, sicuri), che potranno dare un corposo contributo alle anemiche casse societarie entro 7 giorni al massimo, allora tutto cambierà con il ritiro della stessa iscrizione con relativa sparizione del club dal Gotha del basket nazionale.
Uno spostamento in avanti della sofferenza quindi per il popolo virtussino che ieri ha vigorosamente ma civilmente protestato in Campidoglio esprimendo così la propria rabbia per questa situazione venutasi a creare, certamente non per causa loro nonostante lo stesso Presidente Toti avesse nei giorni scorsi avuto parole non tenerissime verso il pubblico in generale, reo di non essere stato in gran numero specie nell’ultimo anno agonistico.
Un vecchio cavallo di battaglia questa ipotesi espressa da parte del Numero Uno giallorossoblu ma un abbaiare alla luna, lo sanno anche i sassi oramai a Roma che il pubblico e men che meno i tifosi della Virtus hanno poco da rimproverarsi nelle more di questa potenziale debacle sportiva.
Ma è anche vero che non si può più chiedere al Presidente Toti di fare il mecenate, come anche da lui giustamente affermato, di calcolare cioè ad inizio anno quanti soldi ci dovrà rimettere al termine della stagione sportiva semper et comunque. Occorre dunque un piano industriale, il famoso “progetto” che da anni imperversa nel lessico sportivo italico per qualunque sport nell’evidenziare quello che fuori dai nostri angusti confini è oramai la norma: programmare cioè una solida struttura societaria sportiva professionistica, mettendo come cardine l’idea di un bilancio sano e profittevole nella gestione del tutto ed avvalendosi di un proprio campo di gioco che possa fungere da volano (essenzialmente economico/finanziario), al consolidamento della stessa.
Su questo punto come non dare ragione al Presidente Toti che ribadisce con autorevolezza la sua intenzione di dotare di una casa la Virtus Roma? Sassari insegna con la sua Club House, una struttura cioè che vive ogni giorno accogliendo non solo i tifosi della Dinamo ma anche chiunque volesse ad esempio acquistare del materiale tecnico/sportivo della squadra od anche solo degustare del cibo od una bevanda al termine di un match od anche in assenza di essa al Palaserradimigni. Perché dunque non provare a replicare questa esperienza a Roma?
Ma poi il giusto discorso del Presidente romano cozza contro un idea d’insieme societario da modellare a questa esigenza, con un Management da strutturare alla bisogna. A domanda diretta infatti su come vedrebbe lo sviluppo della Virtus Roma avendo già da oggi un ipotetico budget da 10 milioni di Euro e non considerando quanto occorrerebbe per la squadra, Claudio Toti non va oltre l’idea, lodevole, della costruzione della casa della Virtus. Sensazione un po’ desolante ma comprensibile considerando che in questi anni, nonostante le varie professionalità di livello susseguitesi nei vari ruoli, la Virtus Roma è sempre stata quasi una riserva indiana in territorio yankee, una sorta di enclave scozzese in terra inglese.
Nessun accenno quindi a cosa migliorare per avere maggiore spazio di attenzione in città sui media locali, ad esempio. Nessun accenno a come integrare i livelli di comunicazione, ad oggi buoni ma non eccelsi, con un lavoro molto più profondo sui socials. Nessun accenno a come favorire/migliorare il rapporto con la propria tifoseria o zoccolo duro che è il patrimonio primario di ogni azienda professionistica sportiva. Pertanto, anche se la sua idea di una casa della Virtus è condivisibile al 110%, il resto rimane sempre poco definito, purtroppo.
Quindi è giusto da parte del Presidente Toti affermare che non ha senso proseguire in questo modo, semmai la chiusura od il fallimento della Virtus avrebbe una logica se anche per il prossimo anno ci si dovrebbe ritrovare allo status quo. Il suo appello a chiunque voglia dare una mano è comprensibile e corretto, restano i dubbi aperti semmai da parte di chi vi scrive su come il Presidente Toti voglia avere questa mano/partnership o chiamatela come voi desiderate.
Ma considerando che non si posseggono sfere di cristallo o capacità divinatorie, bisogna giocoforza dare credito a Claudio Toti nonostante, ad esempio, al Comune di Roma non si vivano certo giornate felici, con il sindaco Marino preso da ben altre vicende di un discreto livello di gravità dalle quali uscire, e nonostante oggi abbia di fatto sconfessato il comunicato di ieri in cui la stessa società smentiva un articolo della Gazzetta dello Sport, a firma Mario Canfora, in cui si anticipava appunto l’iscrizione della Virtus Roma al campionato 2015-16, depotenziando cioè le dichiarazioni “minacciose” dello stesso Presidente sulla non iscrizione della squadra al campionato….
Serviranno infine almeno 2,5 milioni di Euro per cercare di resistere in Lega A per l’anno prossimo e per effettuare una stagione da lui stesso annunciata da “lacrime e sangue” ma nell’immediato bisogna attendere questi ulteriori 7 giorni. Armarsi di pazienza quindi per sapere come andrà a finire, magari bruciando incenso o pregando sommessamente al proprio santo, in fin dei conti a Roma negli ultimi tempi è sempre andata così.
Di seguito, l’intera conferenza video dal canale YouTube del team romano
Fabrzio Noto/FRED